Questa la sanità che noi giovani vogliamo
di Matias Diaz ; Francesco Scerbo
04 MAR -
Caro direttore,
siamo qui per parlare della sanità che vorremmo. Siamo qui per osservare cosa è stato fatto negli anni, cosa si poteva fare, cosa bisogna ancora fare. Siamo qui per parlare di diritti, economia,management e politica. Vi invito a guardare un po’ alla situazione odierna. senza dover cercare di chi sia la colpa o cosa poteva andare diversamente. Vi invito a riflettere sul futuro, sul presente, su ciò che abbiamo tra le mani. siamo in una società difficile, una società che non premia il merito, una società tardiva nell’apprezzare sforzi sui libri, vittorie sul campo.
“Voi giovani siete il futuro”, ci dicono spesso alcune persone. Io vi dico, noi giovani siamo il presente!!!
Noi giovani non abbiamo un lavoro sicuro, un contratto che ci permetta di comprare una casa, un impiego per poter fare la gavetta una volta conseguita la laurea. Ma in cambio abbiamo la forza di credere e la consapevolezza di sapere che questa situazione non può più essere sostenibile.
Vogliamo vivere una sanità diversa. stando ai numeri, in base alla media Ocse spendiamo circa il 2% in meno del nostro Pil e non credo nel banale discorso mediatico in cui si spiega che “la sanità è da tagliare”, basta! Noi crediamo che questa sanità sia da rimodellare, sia da ripensare, ci sono tante persone piene di idee ed energia chesi occupano ogni giorno di mandare avanti strutture di ogni tipo (da quelle universitarie a quelle associative). quindi, spendiamo meno e dobbiamo tagliare non lo prenderò in considerazione. direi, non spendiamo di più ma reingegnerizziamo la sanità, diamo la possibilità al cittadino di esprimersi, diamo la forza ai professionisti di agire in sicurezza e senza dover ricorrere a stratagemmi di ogni sorta che possano recare danni alle persone che accedono alle cure.
Vi ricordiamo che la sanità italiana sta crollando signore e signori. E non troviamo un motivo valido per poter permettere a nessuno che questo accada. siamo in Italia, il paese dei grandi, dei pensatori, dei geni della scienza, della cultura, dell’arte. Pensiamo che non bisogna soltanto pensare ai servizi offerti, ma attraverso una attenta analisi dei bisogni tocca ripensare alle modalità in cui si permette al cittadino di accedere ai servizi. Penso all’anziano fragile, che si trova solo in casa, che contribuisce con le tasse ma che non può uscire per fare esami diagnostici o terapeutici perchè non ha chi lo accompagna. una soluzione noi giovani, che ascoltiamo voi grandi la avremmo: ci avete insegnato che 3 giorni di ricovero ospedaliero costano quanto circa 30 giorni di assistenza socio-sanitaria domiciliare integrata. Questo probabilmente non conviene a qualcuno ma, ai cittadini si, e questo è quello che conta!!!!
Siamo convinti che ci sia una sanità che si programma l’utilizzo di meno direttive, e in risposta a ogni sorta di problema risponde con prospettive scientificamente dimostrate. Una sanità basata sulle evidenze scientifiche. una sanità flessibile nel campo del management, una sanità che sfrutta l’organo azienda per rendersi eccellente agli occhi di chi usufruisce delle cure. Si deve pensare ad un sistema equo delle spese da sostenere al momento del bisogno. studiare un sistema di welfare sostenibile e vicino ai disagiati, che tenga conto delle diversita’ e si focalizzi sul fatto che senza salute una società non può ritenersi civile.
Al giorno d’oggi si parla tanto di spesa famigliare, ebbene sono convinto che si possa ottenere una sanita’ che faccia pagare il corrispettivo ticket in base al proprio reddito, ponendo un tetto minimo reddituale ed un tetto massimo di spesa annua. uno stato che sostenga meno le guerre attraverso le tasse sulla benzina e che invece protegga il cittadino che fa crescere ogni giorno questo paese dall’interno attraverso il diritto alla salute.
Si può pensare di avere una sanità che utilizza una rete di comunicazione che permette ai professionisti di avere le informazioni cliniche necessarie per poter prendersi cura della persona assistita in maniera olistica, senza tralasciare dati importanti. Una sanità che porta a casa del cittadino cartelle cliniche e referti attraverso l’utilizzo del computer o altri mezzi. una sanità sostenibile, che taglia meno alberi e crea servizi adeguati ai tempi odierni.
Siamo consapevoli che si possa creare una sanità alla portata di tutte le persone che si trovano nel territorio nazionale. che si avvale di percorsi di assistenza socio-sanitaria adeguati per gli immigrati attraverso un concreto programma di accoglienza sanitaria e sociale dell’immigrazione pensato in base ai bisogni delle culture altre. Pensato per rendere cittadini del mondo anche chi pensa di non esserlo più.
Pensiamo che si possano redistribuire le risorse sia economiche che umane in un ottica più territoriale. Ridefinire le competenze dei professionisti che si occuperanno di lavorare in aree diverse dell’assistenza socio-sanitaria. Programmando con ottica verso il futuro ogni passaggio ed ogni mossa, ponendo il cittadino al centro di ogni scelta, offrendo una sanità con carattere di sicurezza e trasparenza. Rendendo partecipe il cittadino nelle scelte che lo coinvolgono nel momento della malattia.
Siamo convinti che questo discorso debba ripartire dalle università, dai futuri professionisti e da quelli che spendono il proprio tempo in un percorso di arricchimento delle proprie competenze, una sanità in cui devono essere presenti coloro che ci lavoreranno dentro per i prossimi decenni. una sanità che favorisca la ricerca e lo sviluppo di nuovi modelli di cura in un’ottica di investimento che possa garantire il ricorso a diverse tipologie di percorsi.
La nostra visione di sanità tiene conto dei bisogni di ogni individuo, personalizza i piani di assistenza e ricorre ad un sistema sociale coinvolgendo direttamente la persona, i caregiver, le famiglie. Una sanità consapevole dell’importanza del ricorso alla collettività nel momento del bisogno.
Infine, “la sanità che vorremmo” è una sanità fondata sul lavoro, che tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività. Una sanità che si basa sul principio che tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero e quindi di scegliere dei percorsi assistenziali.
Matias Diaz
Segretario Associazione Salute&società, senatore accademmico Università di Tor Vergata-Roma
Francesco Scerbo
Presidente Associazione Salute&società, Consigliere di amministrazione Università di Tor Vergata-Roma
04 marzo 2013
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