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Sciopero della dirigenza. Gli infermieri hanno gli stessi problemi e obiettivi

di Giuseppino Conti

11 LUG - Gentile direttore,
stante la forte sovrapposizione di intenti ed obiettivi tra le Aree della Dirigenza e del Comparto, potrebbe essere questo il momento di ritornare ad una condivisione di progetti e di percorsi, per un cambiamento che interessa tutti, in primis i cittadini (utenti/committenti/pagatori).
 
I medici dicono che “non è un problema di soldi...” … ma sono altre le variabili di grande rilevanza che devono essere prese in considerazione.
Possiamo essere d'accordo anche noi (anche se poi, inevitabilmente, dovremo parlare anche della componente stipendiale).
 
Ci piace l'idea di cercare i parallelismi sulle stesse questioni poste dall'Area della Dirigenza, con un ulteriore “approfondimento” pensandoci sia come infermieri, sia come cittadini.
 
Le questioni più rilevanti riguardano:
 
La difesa di un sistema sanitario pubblico e nazionale
per una risposta equa e adeguata ai bisogni di salute della popolazione, tenuto conto delle mutate situazioni demografiche, epidemiologiche, sociali ed economiche;
per una distribuzione uniforme su tutto il territorio nazionale, con una forte attenzione agli standard di risposta;
per il rispetto dei diritti costituzionali dei cittadini.
 
La stabilizzazione dei precari e la occupazione dei giovani
perché il precariato non consente quella tranquillità indispensabile per la presa in carico delle persone (e dei relativi problemi di salute);
perché il problema vero è che (almeno per gli infermieri) i giovani non vengono assunti non certamente perchè sono migliorate che condizioni di salute delle persone e/o perché è diminuita la domanda della popolazione. Semplicemente non vengono assunti perchè c'è una diversa compatibilità economica rispetto al passato  (e forse è giunto il momento dell'assunzione delle proprie responsabilità da parte della politica);
perché è necessario rivedere gli standard di riferimento per la determinazione delle dotazioni organiche (tipologie e numerosità di operatori), tenuto conto della mutata complessità clinico-assistenziale (gravità di patologie e severità di cure e assistenza), dello sviluppo scientifico e tecnologico.
 
La riforma della formazione infermieristica  (I e II livello – specialistica – continua)
per adeguare i saperi (conoscenze e competenze) ai nuovi bisogni dei pazienti e alle nuove necessità di funzionamento del sistema;
per le nuove necessità di integrazione (multi-professionalità e multi-disciplinareità)
per l'adeguamento e la manutenzione continua dei saperi;
 
Una legge specifica sulla responsabilità professionale
per la garanzia e la sicurezza dei pazienti;
per la garanzia e la sicurezza degli operatori.
 
 
Un sistema di emergenza urgenza efficace, dignitoso, sicuro
con la chiarezza del progetto, dei percorsi e dei processi;
con la chiara definizione dei ruoli e delle responsabilità.
 
La definizione di livelli essenziali organizzativi
perché i cambiamenti nella formazione obbligano dei cambiamenti anche nell'organizzazione e, di conseguenza, anche nei ruoli e nelle responsabilità;
perché l'evoluzione scientifica e tecnologica obbliga la riorganizzazione dell'intero sistema, con particolare riferimento agli aspetti riguardanti i principi della multi-professionalità,  con la conseguente necessità di definire nuove forme di collaborazione, integrazione, interazione, comunicazione, condivisione, etc., per una corretta e completa presa in carico e una accettabile risposta ai bisogni di salute delle persone;
perché le esigenze della popolazione richiedono modalità organizzative diverse, soprattutto per garantire l'adeguatezza e l'appropriatezza degli interventi, in particolare nelle situazioni di cronicità / disabilità / fragilità.
 
 
Una progressione di carriera sottratta alla politica
per il giusto riconoscimento dei curricola;
per il riconoscimento dell'impegno dei singoli;
per la giusta motivazione e gratificazione in tutti gli operatori;
per la garanzia nelle “pari opportunità”;
per guardare avanti, con fiducia e serenità.
 
Uno stop ai tagli lineari
perché il “taglio lineare” è un razionamento e non una razionalizzazione;
perché il “taglio dei servizi e delle persone dedicate all'assistenza” è una diminuzione della risposta ai bisogni della gente, cui corrisponde un aumento del rischio di malattia e/o condizioni di cronicità …e non è detto che il costo sia inferiore!
 
In ultimo, come anticipato in premessa, per gli infermieri è necessario un pensiero anche alla parte stipendiale:
serve un adeguamento / avvicinamento alle condizioni tabellari Europee;
serve un nuovo e più moderno modello di remunerazione delle condizioni di complessità / cronicità / rischio, più in linea con le esigenze di oggi;
serve una diversa considerazione nei confronti di tutti coloro che – a vario titolo – si prendono carico della persona, con ruoli e responsabilità proprie.
 
Relativamente allo sciopero del prossimo 22 luglio, certamente i ruoli e le afferenze di area sono diverse ma le sovrapposizioni di contenuto sono talmente forti da farci lanciare la proposta di “correre insieme”.
 
Ci vogliamo provare? Ci vogliamo provare, tutti insieme?  (abbattendo quei steccati “antichi” e anacronistici)
 
Giuseppino Conti
Segretario NURSIND Ancona

11 luglio 2013
© Riproduzione riservata

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