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Lettera aperta a Lorenzin. “Non togliete le esenzioni per patologia e invalidità”

di Liberato Gioia

18 OTT - Gentile direttore,
sono un giovane invalido e malato cronico di 35 anni. ho chiesto, tramite email, al ministro Lorenzin una risposta e rassicurazioni in merito alla revisione della compartecipazione alla spesa sanitaria (ticket) che verrà effettuata nel nuovo Patto per la salute, insieme alle regioni. Non è chiaro se verranno interessate anche le esenzioni per patologia e invalidità, oppure soltanto quelle per reddito.  La prego gentilmente, se lo ritiene opportuno, di pubblicare la mia lettera al ministro, per aprire sensibilizzare ed aprire un dibattito tra gli 'addetti ai lavori' della sanità.
 
Liberato Gioia
 
Con molto piacere. Ecco la sua lettera.
C.F.
 
 
Gentile Ministro Beatrice Lorenzin,
mi chiamo Liberato Gioia, ho 35 anni e le scrivo da Avellino. Innanzitutto, le faccio i miei complimenti per aver evitato i tagli alla sanità, previsti dalla Legge di Stabilità. Ognuno di questi tagli ricade sulla salute di noi cittadini. Anche io sono d'accordo che bisognerebbe, per garantire la sostenibilità futura del Servizio Sanitario Nazionale, avviare un profondo cambiamento strutturale, che si traduca innanzitutto in maggiore efficienza e lotta agli sprechi.
 
Ciò che mi preme sottolineare è una questione molto importante, che riguarda molti cittadini e le chiedo dei chiarimenti/rassicurazioni a riguardo. Lei in più occasioni ha sottolineato l'esigenza di dover rivedere il sistema della compartecipazione alla spesa sanitaria (Ticket), poiché in Italia ci sarebbero molti esenti e pochi che pagano il ticket, legando per esempio il diritto all'esenzione al modello Isee e non al reddito.
 
Su questo si potrebbe essere anche d'accordo, perché ci sarebbe una visione più chiara della ricchezza effettiva di chi usufruisce di vantaggi economici (nel nostro caso l'esenzione del ticket). Magari il ticket potrebbe pagarlo ed è giusto che lo paghi. La questione cambia però se, nel Patto della Salute, c'è l'intenzione di eliminare l'esenzione per patologia o, ancora peggio, per invalidità. Chi ha una patologia cronica si ritroverebbe da un giorno all'altro a dover pagare il ticket, se supera i parametri stabiliti dall'Isee o da altra forma.
 
Ciò provocherebbe che l'ammalato cronico ridurrebbe le usuali visite di controllo ed esami per gestire la propria malattia, perché il ticket pesa economicamente. E il risultato sarebbe un peggioramento conseguenziale delle sue condizioni di salute e della sua malattia, che lo esporrebbe ad un maggiore rischio di ospedalizzazione, con un costo futuro ancora maggiore per il servizio sanitario nazionale. 
 
Le faccio l'esempio delle  mie malattie (il diabete giovanile e il glaucoma), dove le visite e gli esami periodici sono fondamentali e vitali, per ridurre il rischio delle complicanze. Tenga presente, che per la sanità, la prevenzione costa molto meno dell'ospedalizzazione futura.
 
In Regione Campania, anche alcune categorie di esenti pagano 5 Euro a prestazione, forse perché la Regione è in piano di rientro. 5 Euro sono accettabili ed è giusto contribuire, ma eliminare totalmente l'esenzione per patologia, sarebbe un grave errore, oltre che una scelta davvero impopolare, anche perché sono i malati e gli invalidi che hanno bisogno maggiormente di cure e visite, rispetto alle persone sane. Una cosa è mettere un ticket ad una persona sana che va a farsi una visita una volta all'anno, altro è metterlo ad un malato. Per quanto riguarda l'esenzione per invalidità, eliminarla sarebbe un errore gravissimo.
 
Le faccio un altro esempio concreto. Io sono a carico fiscalmente di mio padre e quindi, prima che mi venisse riconosciuta l'invalidità al 67%, pagavo il ticket per le prestazioni specialistiche e gli esami diagnostici non correlati alla mia patologia (il diabete). Essendo disoccupato, ero costretto a chiedere i soldi a mio padre (che non ha i miliardi e ha lavorato una vita intera per costruirsi una casa) per visite ortopediche ed esami diagnostici (ho una paralisi ostetrica, cervicobrachialgia), visite neurologiche, visite otorino ed esami (ho un'ipoacusia bilaterale), visita cardiologica ed esami, visita nefrologica ecc ecc. Se eliminate  l'esenzione per invalidità mi ritroverei a pagare nuovamente tutto, dovendo chiedere i soldi a mio padre, che lavora. Sarò costretto a ridurre veramente i controlli medici, perché la spesa non è sostenibile.
 
Ora invece pago per ogni prestazione 5 Euro, che sarebbe la quota regionale: va benissimo (anche se mi venisse richiesta per i presidi diabetici), ma non oltre, perché non ce la farei. Inoltre, è un'umiliazione dover chiedere i soldi a mio padre ogni volta che devo fare una visita o un esame. Mi creda, è davvero brutta come situazione. Pertanto, le chiedo gentilmente, nel Patto per la Salute, di impegnarsi (insieme alle Regioni) a non modificare o eliminare le esenzioni per patologia (almeno per quelle croniche e a forte impatto sociale) e quelle di invalidità, perché colpirebbe ancora una volta i malati e le loro famiglie. Spero di ricevere una risposta e delle rassicurazioni in merito.
 
La ringrazio per l'attenzione e le auguro un sereno lavoro.
 
Liberato Gioia, dalla provincia di Avellino

18 ottobre 2013
© Riproduzione riservata

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