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Competenze infermieristiche. L’evoluzione non riguardi solo gli infermieri

di Angelo Minghetti

15 GEN - Gentile direttore,
mi permetto di riprendere parola, leggo con interesse le elucubrazioni che vengono poste sulle competenze infermieristiche. Al momento attuale la federazione Migep ritiene che ognuno abbia il proprio ruolo sul quale le responsabilità sono evidenti anche in sede giuridica. La questione viene affrontata in modo superficiale senza mai parlare che nell’assistenza sanitaria non esiste solo l’infermiere e il medico ….o i 21 profili.
 
La questione della ridefinizione dei ruoli è un problema serio. Ribadiamo che il processo assistenziale non può essere una semplice sommatoria di atti professionali. Espressione che emerge nei soliti proclami da parte dei soliti “vassalli” dell’Ipasvi….. non vengono espressi in maniera esplicita le responsabilità ed il ruolo. Si nota una duplice posizione inappropriata con sovrapposizioni del ruolo di conflitti a colpi di asce.
 
Si parla di coevoluzione delle professioni che fanno da interfaccia tra sanità e cittadino, ma si è scelto politicamente di far evolvere solo una di queste figure (l’infermiere) Perché? Forse perché a confronto delle trenta professioni tra tecniche e sanitarie ha assunto un ruolo predominante in forza di qualche "trascendente indicazione superiore" tanto da apparire come una figura presente ed indispensabile nel panorama sanitario? Allora mi domando perché si continuano a formare OSS. se esiste l'onniscienza ed onnipotenza degli infermieri in ogni luogo e in ogni ambito lavorativo?
 
Molti infermieri non sanno neanche di cosa si sta parlando e di quale responsabilità dovranno acquisire, figuriamoci se dovranno valicare i confini che attualmente sono un peso enorme di responsabilità a costo zero.
 
Si parla di mansioni improprie che a causa di etica morale sono costretti a svolgere, ma dimenticano che il paziente lo si conosce umanamente e clinicamente anche tramite il contatto diretto anche attraverso l’igiene,  il rifacimento del letto, è l’urina nel pappagallo.  Si Continua a guardare a un futuro virtuale dove il paziente verrà gestito senza più un contatto umano.
 
Si parla molto del funzionamento della sanità a livello Europeo senza considerare che in Italia esiste un altro contesto gestionale.
 
Sarebbe auspicabile approfondire gli argomenti conoscendo tutte le sfaccettature che compongono l’intero mondo dell’assistenza intervenendo anche positivamente alle critiche che mi pare possano essere rilevate in un paese democratico e che richiedono delle risposte non vuote e sprezzanti ma almeno articolate.
 
Se tutti diventeranno Dott. Infermieri è normale che le corsie si svuoteranno, in concomitanza anche del turn-over o dei piani di rientro e degli standard ospedalieri che attualmente spadroneggiano a causa di una politica errata, con un sistema che persegue in maniera evidente un obiettivo solamente politico gestionale finanziario (riforma delle pensioni, riduzioni dei posti letti, chiusura degli ospedali, disoccupazione giovanile) non tenendo conto dell’effettivo impatto e del mantenimento di un livello sanitario soddisfacente per gli ammalati cittadini.
 
I dimenticati in tutto questo panorama, oltre agli infermieri Generici, Puericultrici sono anche gli OSS che sono anche loro divenuti negli ultimi anni -di fatto- (ma non riconosciuti come tali) perno centrale dell’attività assistenziale. Spesso nelle RSA – Ra – Assistenza Domiciliare - nelle Strutture Private gli oss in assenza degli infermieri effettuano tutta all’attività assistenziale anche attraverso la somministrazione della terapia, iniezioni intramuscolari, diluizioni dei farmaci in EV e l’onnipresente infermiere risulta solo sulla carta.
 
A volte nelle UO l’OSS è anche adibito al triage, all’assistenza globale del paziente, in alcuni casi effettua ecg, insulina, fluxum sotto cute, terapia orale, su indicazioni dello stesso infermiere che pur conoscendo che tali funzioni non entrano nelle competenze dell’OSS (poiché non previste nel suo breve percorso di formazione e non avendo ad oggi una obbligatorietà generalizzata e uniforme a livello nazionale di formazione permanente a continua) ma sentendosi “dottore” demanda tutto quanto anche senza super visionare.
 
Se si vuole portare ad una evidenza di cambiamento è importante ridefinire ruoli, responsabilità e mansioni tenendo conto anche delle figure attualmente discriminate dal collegio Ipasvi (infermieri generici e puericultrici).
 
Per non compromettere la qualità delle cure è importante che le competenze non si sovrappongano in quanto il rischio e la sovrapposizione di competenze e la duplicazione delle prestazioni rivolti ad più figure non danno risposte alla domanda di assistenza multidisciplinare creando conflitti tra gli stessi operatori con frantumazione delle responsabilità che metterebbero in pericolo la sicurezza degli assistiti nel loro percorso di cure. "Non è questa la conoscenza" …….  la conoscenza è un sentiero che ha un cuore……….
 
Angelo  Minghetti 
 
Federazione Migep 

15 gennaio 2014
© Riproduzione riservata

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