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Lazio. Dove sono le sentinelle anticorruzione nella Asl Roma A?

di Antonio Travia

12 FEB - Gentile Direttore,
a leggere le dichiarazioni del governatore della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, si può stare tranquilli. Tutto, ma proprio tutto il sistema sanitario regionale è stato dotato dei responsabili anticorruzione e trasparenza.
Ed essendo scaduto per le Aziende Sanitarie (il 31 gennaio scorso) il termine per l’approntamento dei piani triennali per la prevenzione della corruzione, dovremmo stare tranquilli anche che tutti gli adempimenti previsti su anticorruzione e trasparenza siano stati ormai attuati.
Eppure così non è. Non per tutti.

Non lo è sicuramente per la Asl Roma A, per la quale invitiamo l’on Zingaretti a fare una cosa semplicissima: collegarsi al sito. Si accorgerà ben presto che il dr. Riccioni, a capo della Asl Roma A, non ha fatto ancora niente (ad oggi 11 febbraio 2014) o praticamente niente di tutto quello che andava fatto.

In primis non ha nominato (o comunque dal sito non si evince chi sia) né il responsabile dell’anticorruzione né quello della trasparenza. Nel sito non è infatti presente la sezione “Amministrazione trasparente” a cui collegarsi con facilità (così prevede la legge) per vedere tutto ciò che deve essere pubblicato.
Non ci sono gli stipendi dei vertici aziendali mentre  quelli della dirigenza sono fermi al 2010.
Non c’è l’organigramma aziendale  da cui sia possibile capire chi sono i dirigenti e quali incarichi svolgono.
Sono accessibili in formato aperto pochissime delibere aziendali, ma non quelle relative ad affidamenti di appalti, incarichi a dipendenti e collaboratori e perfino per il bilancio di previsione 2014 è pubblicato solo l’oggetto.

Eppure proprio questa Asl era stata già oggetto di rilievi da parte di Fedir Sanità, il sindacato che tutela la dirigenza gestionale, tecnico e amministrativa nelle Asl e AO, proprio per la opacità nella gestione  dei più importanti incarichi gestionali di vertice attribuiti senza che sussistessero i requisiti minimi di legge.

Su tutti si ricorderà il chiacchieratissimo caso di un biologo selezionato come idoneo per svolgere funzioni amministrative al quale è poi stato poi attribuito un incarico di vertice senza avere gli indispensabili 5 anni di anzianità da dirigente. Incarico per il quale la stessa Regione Lazio ha da quasi un anno (marzo 2013) chiesto al dr. Riccioni la revoca perché priva dell’autorizzazione all’assunzione, richiesta  finora caduta nel vuoto.
Ed ancora: la nomina del Direttore Amministrativo, capo di gabinetto della giunta Polverini, senza che lo stesso possieda la laurea in scienze giuridiche o economiche prescritte dalla legge per tale delicatissimo ruolo.
Fedir Sanità si chiede allora: chi controllerà questi incarichi nella Asl Roma A visto che non c’è neanche il responsabile dell’anticorruzione?
E poi: si deve aspettare la sentinella per verificare illegittimità tanto macroscopiche?
Non sarebbe stato più facile che la Regione avesse chiesto al dr. Riccioni di rispettare le leggi e prendesse i dovuti provvedimenti di fronte alla non ottemperanza?

Fedir Sanità da sempre combatte per la legalità, convinta che solo il rispetto profondo e vero della legge possa contrastare corruzione e corruption. Ed il rispetto della legalità parte innanzitutto dal selezionare i dirigenti da preporre alla gestione delle ASL su basi di legittimità e meritocrazia vera e non di mera appartenenza (come purtroppo   avviene quasi esclusivamente da 20 anni a questa parte) ed in secondo luogo dal far funzionare in maniera vera ed efficace i controlli.

La storia della Asl Roma A è un esempio purtroppo non isolato.

Antonio Travia
Segretario generale Fedir Sanità

12 febbraio 2014
© Riproduzione riservata

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