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Campania. Appello per lo sblocco del turn over

di Paola Licenziato ed altri

04 MAR - Gentile direttore,
mi chiamo Paola Licenziato, sono un Tecnico di Radiologia Medica e nei cinque anni di esercizio della mia professione ho lavorato presso diverse Asl in varie regioni, nello specifico Emilia Romagna e Piemonte.
Premetto che la mia storia personale e lavorativa, è comune a tutti gli operatori sanitari campani (medici, tecnici, infermieri) che, pur di lavorare, sono stati costretti a causa del blocco del turnover ad “emigrare” al centro-nord, dove, non senza sacrifici e sofferenze personali, attualmente lavorano dopo aver vinto con trasparenza e merito un regolare concorso pubblico nazionale.
Fatte le dovute premesse, vengo al nodo della questione.

Finito il Corso di Laurea ho iniziato a fare i conti con la realtà, ed ho compreso che per cominciare a lavorare ed accedere alla Pubblica Amministrazione l'unico modo era tranciare il rapporto con i miei familiari e cominciare la carriera lavorativa nelle regioni del Nord Italia, visto che in Regione Campania i concorsi erano bloccati e non sono mai state rese note e conoscibili alla massa dei non privilegiati le altre modalità con cui era possibile costituire, anche temporaneamente, un rapporto di lavoro con le Strutture Sanitarie Pubbliche Campane.

Bene, la scelta non è stata indolore, ma è stata resa più sopportabile dalla speranza di poter rientrare a lavorare nella mia Regione, la Campania, a casa mia, vicino ai miei cari e potermi servire delle regole che vigevano ed ancora vigono, sia a livello contrattuale, sia a livello normativo, di quello che dicevano e di quello che ancora dispongono (normativa sulla mobilità volontaria esterna ex art. 30 dlgs n. 165/2001).
Sono invece venuta a conoscenza del fatto che nel tempo la Regione Campania, pur sottoposta a piano di rientro e blocchi del turn over del Personale Sanitario ha utilizzato, per le figure professionali mancanti (Infermieri, Fisioterapisti, ecc.) contratti stipulati con Cooperative Esterne, che producono beni o servizi o ha dato corso a contratti a tempo determinato, creando una situazione di precariato, che adesso si tenta di stabilizzare ad ogni costo. Inoltre, com’è possibile, sempre in regime di blocco del turn over e di spending review, che la Regione Campania per poter sopperire alla carenza di organico, si possa permettere di pagare 60 euro l'ora dei dirigenti medici, provenienti da presidi ospedalieri esterni o da graduatorie di specialistica ambulatoriale e non permettere l'assunzione, invece, di medici a tempo indeterminato mediante mobilità extra-regionali?

A parte la ovvia considerazione che i costi che il piano di rientro si prefiggeva di evitare ci sono stati e ci sono tutt’ora, mi chiedo, per quale motivo non sono state attivate le procedure di mobilità o almeno semplici avvisi pubblici solo per titoli per consentire a coloro che già lavoravano presso una Pubblica Amministrazione e quindi in possesso della necessaria esperienza e competenza, di rientrare nella propria regione? Infatti, la mobilità volontaria è uno strumento fondamentale per giungere ad una migliore allocazione del personale nelle amministrazioni pubbliche; essa deve essere attivata obbligatoriamente prima della indizione di un concorso pubblico.

Quindi, a parte il fatto che la mobilità rappresenta un modo per fare economia (Circolare n.3/2006 del Dipartimento della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio e successive circolari del 2009), con tutto il rispetto per i colleghi cd. “precari” non trovo giusta la discriminazione che quotidianamente noi “esiliati” dobbiamo subire, soprattutto, se motivata dalla labile giustificazione che “il precariato ha contribuito a sostenere il Sistema Sanitario Campano”; mentre i Campani “emigrati” che hanno sostenuto il Sistema Sanitario Italiano in toto, debbono continuare a farlo per sempre nelle altrui regioni? Non potranno mai ricongiungersi ai loro affetti, perché nel frattempo una regione in deficit, che non poteva assumere con procedure chiare, ha preferito sostenere gli stessi costi con procedure oscure, la cui conoscibilità è stata limitata a pochi intimi?

E i colleghi che al Nord aspettano di accedere alla Pubblica Amministrazione che devono fare, spostarsi in altre Nazioni? I posti occupati dai Meridionali che aspettano di tornare a casa non si libereranno mai?
Ribadisco, io come tantissimi altri colleghi appartenenti anche a Profili Professionali diversi, abbiamo seguito un iter burocratico, abbiamo fatto le cose come dovevano essere fatte, abbiamo partecipato a concorsi, li abbiamo vinti, e pur di lavorare, pur di avere uno stipendio dignitoso che ci permettesse di vivere, abbiamo fatto la nostra valigia e non senza sacrifici e sofferenza siamo partiti!
Tutti questi migliaia di Precari, come hanno avuto accesso alle P.A.? Si pensa soltanto alla loro stabilizzazione, ed in che modo verrà attuata ? Parteciperanno come prevede la Normativa ad un concorso pubblico o per loro saranno attivate sanatorie e corsie preferenziali?
Noi non siamo figli di un Dio Minore, abbiamo gli stessi diritti con la differenza che loro non hanno mai dovuto allontanarsi dai loro affetti, cosa non da poco!
Chiedo dunque che vengano attuate le normative in essere, prima di emanare o mettere in atto decreti urgenti che, in larga parte, favorirebbero il becero clientelismo a spese di chi, ha scelto di lavorare senza favoritismi e nel pieno rispetto della normativa stessa.

Lo scopo di questa mia lettera/petizione, di questo nostro appello è quello di raccogliere il consenso sia di tutti i Campani che lavorano nell'ambito del Ssn che di comuni cittadini campani, affinché con il contributo di tutti, il Presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, ed il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, attuino finalmente lo sblocco del turn-over in Campania. Un turnover, che dal 2008 era limitato al solo 10 per centro del personale medico e al 25 per cento del personale infermieristico posto in quiescenza, ma che è diventato totale nel 2010, ad eccezione di deroghe motivate e condivise con il Ministero. Lo sblocco del turnover, tra l’altro, ridurrebbe il ricorso all’erogazione di pagamento straordinario, che costa allo stato attuale quanto, se non di più, l’assunzione di nuovo personale, che in quest'ultimo caso si gioverebbe, se non altro, del reclutamento e dell'immissione nel modo del lavoro di personale sanitario giovane e motivato.

Di conseguenza mettere la parola fine al blocco del turnover in Campania, consentirà anche di far ricongiungere i lavoratori campani, che lavorano fuori regione da tanti anni, ai propri cari. Facciamo in modo che le famiglie si possano riunire, le madri con i figli ed i mariti con le mogli. Bisogna tagliare laddove esistono i veri sprechi nella Sanità! Iniziamo a dare al malato un servizio di vera assistenza con personale presente ed efficiente. Dipende dal nostro Governo sbloccare questo turnover e ad esso vincolate tutte le Mobilità Extra-Regionali relative sia alla Dirigenza Medica che al Comparto Sanità! L'unione fa la forza, non è retorica. Uniamoci tutti insieme e rivendichiamo il nostro diritto di tornare a casa nostra. Ce la faremo!
 
Paola Licenziato, TSRM A.O.U. Maggiore della Carità di Novara
Serena Caprio, Dirigente Medico, ASL 9 Grosseto
Barbara Battipaglia infermiera presso A.O. Spedali Civili di Brescia
Antonio Fusco infermiere Policlinico di Bari
Annalisa Annunziata TSRM A.O.U. Maggiore della Carità di Novara
Maria Filomena Cirillo infermiera presso Ospedale Sant'Anna di Como
Felice Lippiello infermiere Policlinico di Bari
Antonio Di Lascio TRMIR Policlinico Tor Vergata – Roma
Magdalena Brajer infermiera Ospedale di Monselice (PD) ULSS 17
Salvatore De Masi cittadino campano
Giuseppe Chiusano cittadino campano
Francesco Marino cittadino campano
Lidia Bellucci cittadina campana
Antonio Aquino cittadino campano
Luigi Esposito cittadino campano
Liberato Pizza cittadino campano
Maria Laura Mustone studentessa in Giurisprudenza (Campania)
Giuseppina Bianco Infermiera A.O.U. Maggiore della Carità di Novara
Ruggiero Francesco TSRM A.O.U. Maggiore della Carità di Novara
Salvatore Tortora TSRM A.O.U. Maggiore della Carità di Novara
Antonella Salvati infermiera Policlinico “Niguarda-Ca Granda” di Milano 
Umberto Sicignano infermiere SERT USL 4 Prato.
Nicola Cofano Dirigente Medico Oncologia Brescia. 

04 marzo 2014
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