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Pap Test. Perché il Lazio sbaglia a prevederlo per le adolescenti in attesa di IVG

di Elisabetta Canitano

25 GIU - Gentile direttore,
le scrivo per difendere una categoria che, in quanto ginecologa, in quanto donna e, non da ultimo in quanto madre di una ragazza, mi sta particolarmente a cuore: le adolescenti. Sono uscite le linee guida  per l'attività dei Consultori familiari del Lazio firmate dal Presidente Zingaretti e dal sub commissario Botti. Fra le altre cose si dispone che venga offerto il pap test alle minori durante il percorso dell'interruzione di gravidanza.
 
Il Pap test (il nome deriva dal suo inventore Papanicolau) è un esame citologico che esamina le cellule di sfaldamento del collo uterino e serve per individuare delle cellule che abbiano subito una trasformazione indotta dalla presenza del papilloma virus, trasformazioni che potrebbero diventare a rischio per lo sviluppo di un tumore. Tutto bene quindi, sembrerebbe.
 
Ma invece quello che va bene per le donne di xxx anni in poi, fino agli YYY, è invece del tutto sconsigliato per le adolescenti, perché quando le  ragazze e i ragazzi cominciano a fare l'amore essi si infettano nella stragrande maggioranza dei casi con il papilloma virus, che è ubiquitario, un po' come succede con le malattie infettive all'asilo.
 
E la caratteristica principale di quest'infezione è di essere transeunte, cioè in parole meno altisonanti, di passare da sola.
Nella grande maggioranza delle ragazze infatti l'infezione semplicemente passa da sola, come l’influenza, come la varicella, come moltissime malattie di origine virale, attraverso in normali meccanismi immunitari fisiologici.
 
Potremmo dire quindi che sotto i vent'anni, considerato il numero di ceppi virali interessati, fra basso medio e alto rischio, è quasi più facile trovare il papilloma  virus nell'apparato genitale delle ragazze che non trovarlo.
 
Che cosa ci interessa quindi? Non la presenza in età adolescenziale dell'hpv, quasi scontata in una parte largamente maggioritaria, ma la sua persistenza nell'età adulta, segno di una scarsa competenza immunitaria nei confronti del virus nel tempo, e quindi, a questo punto sì, fattore di rischio per lo sviluppo del tumore del collo dell'utero.
Attenzione, quindi, alle parole.
 
Il rischio aumentato non è dovuto alla pura presenza momentanea del virus, che si può verificare anche da adulti (proprio come si può prendere la varicella anche da grandi) ma alla storia della relazione immunitaria fra la donna e il virus.
Insomma, se passa da solo in un tempo ragionevole, che si stima in un paio di anni, non succede niente. 
 
Se invece persiste nel tempo (cosa che nelle donne adulte bisogna controllare) la donna farà parte di un gruppo da considerare a rischio (attenzione!! Comunque ancora non malate!) e deve essere sorvegliata un po' più spesso, o alla fine trattata (ma nel frattempo di solito è cresciuta) per cercare di ridurre il rischio.
 
Cosa diversa invece sono le lesioni pretumorali (e sottolineo pre) o lesioni di alto grado che possono esordire come tali a un pap test di routine nel terzo decennio di vita, o insorgere durante una sorveglianza  attiva per una lesione di basso grado (la risposta più frequente in caso di infezione da papilloma virus). Le lesioni di alto grado infatti costituiscono il primo step di una trasformazione in senso tumorale (anche se non obbligatoria) e si trattano sempre.
 
Nelle ultime linee guida  per l'attività dei Consultori familiari del Lazio si dice invece di offrire il pap test alle minori durante il percorso dell'interruzione di gravidanza. Tralasciando la scelta di un momento un po' infelice per visitare una minore, che può fare un interruzione di gravidanza anche con il solo aiuto dell'ecografia, dobbiamo rammentare che in nessun paese del mondo e in nessun documento di nessuna società scientifica è prevista l'esecuzione del pap test alle adolescenti, anzi esso viene ovunque caldamente sconsigliato per la sua totale inutilità (il tumore del collo dell' utero, o le lesioni precancerose non esistono nell'adolescenza e abbiamo detto che l'infezione da HPV va controllata negli anni successivi).
 
E se ahimè ci siamo purtroppo abituati a pensare che un esame in più sia sempre meglio di uno in meno, questo è proprio uno dei casi in cui si dimostra quanto è sbagliato questo luogo comune.
Parlare con un'adolescente del suo futuro rischio di cancro dopo un aborto, a causa di un virus che però forse le passa da solo è infatti un esercizio di comunicazione che farebbe tremare le vene dei polsi anche ai consulenti di Obama.
 
Spiegarlo ai genitori non è da meno. Il tutto per aver fatto un esame che da completamente inutile rischia di diventare pernicioso per la salute fisica e mentale delle ragazze, se non punitivo.
 
Io spero che il Presidente Zingaretti che ha dato spesso segno di essere attento alla questione femminile in generale, e come è noto anche di recente, possa correggere questo errore
 
In ogni caso dovrebbe essere ben chiaro, in mancanza di meglio che le adolescenti e i loro genitori, ove presenti, cortesemente rifiutino l’offerta del pap test
Il nostro screening parte dai 25 anni, si può discutere la Linea guida americana che parte dai 21, ma per favore lasciamo in pace le ragazzine.
 
Elisabetta Canitano, ginecologa
Responsabile del II livello dello screening per il cervicocarcinoma della ASL RMD e del I e II distretto sanitario di Roma

25 giugno 2014
© Riproduzione riservata

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