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Assicurazioni professionali sanità. Luci ed ombre nella bozza di decreto del ministero


09 LUG - Gentile Direttore,
il Nursing Up ha partecipato anche all’ultima riunione presso il Ministero della salute , alla presenza del direttore generale Dott. Giovanni Leonardi e di altre sigle sindacali per discutere della bozza del Decreto Ministeriale che ha per oggetto l’istituzione di un fondo che consenta al professionista sanitario di dotarsi di una polizza in caso di difficoltà economica o di diniego da parte delle compagnie assicurative.
 
Più che di una discussione si è trattato di prendere atto di una bozza di decreto già pronta e predisposta da un tavolo tecnico al quale hanno partecipato vari interlocutori del mondo assicurativo e professionale (ciò prevedeva la Legge) ma non del mondo sindacale. Nonostante questo, il Ministero della Salute ha lasciato la porta aperta alle proposte e osservazioni dei Sindacati presenti che, a stretto giro, avrebbero potuto apportare il proprio contributo al miglioramento del Decreto Ministeriale.
 
Il Nursing Up, quale unico sindacato che stipula come contraente per tutti i propri associati la polizza RC professionale colpa grave (e non solo, ma qui interessa questa), da molti anni per garantire, gratis, a tutti gli infermieri associati un servizio per noi indispensabile, di esperienza in materia ne ha maturata parecchia e non esiste clausola giuridica di questi contratti che non abbiamo già affrontato, approfondito, discusso e migliorato.
 
In relazione alla complessità della materia si è voluto affrontare l’argomento anche al tavolo del Comitato Tecnico Scientifico del nostro Sindacato che ha discusso la questione nella seduta di ieri.
 
Facciamo un passo indietro, tutto comincia con il Decreto Legge 13 Agosto 2011 n. 138 , convertito con modificazioni (tipica anomalia italiana molto discutibile), dalla legge 14 Settembre 2011 n. 148 passando dalla cosiddetta “Balduzzi”, tali provvedimenti prevedevano , per quanto a noi interessa in questa sede:
 
1) che fossero disciplinate le procedure ed i requisiti minimi ed uniformi dei contratti assicurativi al fine di agevolare l’accesso alla copertura assicurativa agli esercenti le professioni sanitarie;
 
2) che fossero determinati i casi nei quali fosse previsto l’obbligo, in capo ad un fondo appositamente costituito di garantire idonea copertura assicurativa agli esercenti le professioni sanitarie.
 
3) che il fondo fosse finanziato con contributi a carico delle imprese assicurative e dai professionisti che ne chiedessero l’intervento (per questi ultimi doveva essere la contrattazione collettiva a stabilirne gli importi ma il Decreto Legge 90 Renzi Madia ha corretto il tiro escludendoli)
 
Bene, il Decreto Legge di cui in oggetto (con 2 anni di ritardo) dà seguito al dettato normativo dei tre obiettivi elencati qui sopra, ma ne rispetta le prerogative? E’ utile ai fini pratici per i professionisti sanitari? E’ dirimente di questioni per le quali il Nursing Up si batte da anni in ogni sede?
 
Facciamo ordine, il Decreto legge, finalmente, stabilisce (articolo 1) per chi, dal prossimo 13 agosto, sarà obbligatoria la polizza, e cioè solo per i liberi professionisti. Quindi non si è per il momento voluto imporre, a carico di una categoria già cosi pesantemente tartassata quale quella degli infermieri dipendenti del SSN, un altro costo obbligatorio (ciò non vale per gli iscritti al Nursing Up comunque coperti senza ulteriori costi); se nonché nello stesso articolo 1, appena terminato di definire il soggetto dell’obbligatorietà, il DM aggiunge che il presente regolamento si applica agli esercenti le professioni sanitarie tutte.
 
Che significa questo? Che un dipendente del Ssn in caso di colpa grave non risponde? Assolutamente no! Significa che, se non ha stipulato una polizza, risponde con i propri beni personali e ciò in virtù di una responsabilità che la legge (articolo 28 della costituzione e non solo) gli attribuisce al di là della facoltà di stipulare o meno la polizza qui prevista.
 
Questo è quello che il Nursing Up predica da anni e cioè che al di là del fatto che la polizza sia obbligatoria o meno, la responsabilità resta e ciò + confermato dallo stesso Legislatore che con questo DM regolamenta e istituisce un fondo che supporti l’infermiere nel dotarsi di idonea copertura in caso di difficoltà a reperirla sul mercato.
 
Insomma, il libero professionista senza polizza non può più nemmeno esercitare la professione ma il dipendente rischia comunque grosso, può esercitare senza obbligo di assicurarsi, ma a suo rischio e pericolo.
 
Il legislatore ha evitato sommosse da parte di Sindacati che non dotano gratuitamente i propri iscritti della polizza e che sarebbero insorti di fronte alla richiesta di un esborso ex lege infischiandosene allegramente del fatto che i propri associati restassero comunque scoperti di fronte alla responsabilità colpa grave; infatti, come la mettono con l’articolo 28 della costituzione? La responsabilità resta!
 
Entrando nel merito del decreto, lo stesso regolamenta un fondo che non risolve alcun problema perché non garantisce idonea copertura assicurativa al professionista cosi come era nel dettato normativo della norma di rango superiore ma semplicemente “cerca sul mercato” e poi se non risolve il problema pazienza, lasciando aperti decine di interrogativi sul funzionamento del fondo, il premio minimo, i tempi i modi, i costi, la scelta del rappresentante legale ecc.
 
Su un altro punto invece crediamo utile, anche se insufficiente questo decreto: ha tentato di regolamentare il mercato assicurativo che fino ad oggi, su questo tema, si presenta come una giungla di condizioni diversissime da Compagnia e Compagnia e nella quasi totalità dei casi, le polizze non risultano orientate a coprire un rischio , quello dell’infermiere, ma semplicemente a fare cassa in quanto il combinato disposto delle clausole di molti contratti, non copriranno alcun sinistro, anzi spesso non consentiranno nemmeno di aprirlo , per evitare di accantonare riserve finanziarie imposte dall’ordinamento.
 
La costituzione di questo fondo infatti, se da un lato e’ vero che si applica solo alle polizze che saranno obbligatorie, dall’altro non si puo’ negare che fornisca un quadro di insieme alle compagnie assicurative di quelli che saranno i requisiti minimi che una polizza in questo settore deve possedere, imponendo cosi’ dei paletti.
 
Certo 1.000.000 di massimale non sono i 10.000.000 che garantisce la polizza agli iscritti Nuring Up, la retroattività che all’inizio può anche non esserci non sono gli oltre 3 anni di quella fornita ai nostri iscritti gratuitamente, la franchigia non è azzerata come da noi, ma è già tantissimo ed è più che apprezzabile; gradiamo soprattutto che si sia escluso lo scoperto, limitata la facoltà di recesso, introdotto il bonus malus, obbligata l’azienda sanitaria di competenza a informare formalmente il libero professionista sulle richieste di risarcimento ricevute e soprattutto che si sia imposto alle Compagnie di ampliare e chiarire una volta per tutte  la definizione di apertura di sinistro.
 
Certo, tutti obiettivi già incorporati, e meglio, nella polizza Reale assicurazioni – Nursing Up, ma giudichiamo positivi questi passi in avanti pur non potendo assolutamente assecondare alcuni articoli sparsi qua e là per il decreto che tutelano palesemente le Compagnie (ad esempio la previsione di una retroattività massima ed il combinato disposto di norme sul recesso , sul bonus malus e sull’intervento del fondo che cosi formulate potrebbero portare, paradossalmente,  ad una lievitazione dei premi).
 
Nei prossimi giorni Vi informeremo sugli sviluppi ma teniamo a sottolineare l’importanza trasversale di questo provvedimento perché si parla di tutela professionale, si parla di responsabilità dell’infermiere ed anche di rischi e di regolamentazione del mercato assicurativo nel settore del professionista sanitario  e si parla soprattutto  di un tema sul quale in Nursing Up investe tanto da anni per tutelare i propri associati,  perché troppo spesso e sempre più frequentemente gli infermieri ricevono comunicazioni o avvisi di garanzia per indagini o richieste di risarcimento milionarie e questo perché,in un giorno qualunque, svolgendo il proprio lavoro, qualcuno sospetta abbiano commesso un errore.  
 
Antonio De Palma
Presidente Nursing Up

09 luglio 2014
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