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Abolita attività professionalizzanti in MG. Gattopardesche manovre contro la formazione

di Luca Puccetti ed Emanuele Messina

14 LUG - Gentile Direttore,
hanno il sapore di dilatorie manovre gattopardesche le fumose motivazioni con cui è stato abolito Il comma 14 dell’articolo 5 del Patto della Salute che avrebbe introdotto le attività professionalizzanti retribuite per i corsisti di medicina generale, in ossequio a quanto stabilito dall’Art. 1 della Legge Balduzzi. Si cancella un provvedimento che avrebbe potuto costituire un concreto sostegno economico, integrativo della misera “borsa di studio” dei corsiti in medicina generale, una cifra con cui, tenuto conto delle incompatibilità, dei costi per la frequenza e di quelli assicurativi, è persino impossibile sopravvivere. Ma oltre all’aspetto economico si perde la possibilità di migliorare sul campo le abilità pratiche dei formandi, a fronte di vaghe promesse di “riqualificazione” e di riforma del processo di formazione post laurea, prospettive potenzialmente gravide di criticità se davvero si volesse affidare alle Università questo ruolo, dirottando i fondi propri della medicina generale.

Dovrebbe essere chiaro infatti che non si può insegnare quel che non si sa e quel che non si fa e dal momento che la medicina generale non è ancora stata inserita in modo strutturale all’interno dei Dipartimenti Universitari, come disciplina autonoma dalla ben precisa identità, il rischio è che essa venga insegnata da chi non la pratica affatto.  Ben venga l'insegnamento universitario, ma dopo aver inserito la Medicina Generale nei sei anni del  corso di laurea ed istituendo una scuola di specializzazione gestita da chi la medicina generale la pratica.

Se in alcune regioni ci sono criticità e disomogeneità nell’attuale processo formativo in medicina generale è anche vero che ci sono esperienze eccellenti. La formazione in Toscana, ad esempio, è molto strutturata con una Scuola ben inserita all’interno dei processi formativi regionali, con una solida struttura organizzativa e con una definizione di processi, metodologie, contenuti condivisa con i medici di medicina generale tutors, i docenti e i coordinatori. Nell’ambito del corso di formazione Toscano i corsisti possono acquisire, oltre alle tradizionali abilità proprie della medicina generale, competenze professionalizzanti nell’ambito delle principali diagnostiche di base ambulatoriali (ecografia, spirometria, doppler, ECG) validate proprio dalle società scientifiche della medicina generale. Tali abilità costituiscono il presupposto dello sviluppo delle future forme associative della medicina generale e del ruolo unico, che costituisce l’estensione, a livello nazionale, del AIR Toscano vigente.

La Scuola di formazione in medicina generale Toscana inoltre dedica un’attenzione particolare anche al critical appraisal e all’insegnamento metodologico e pratico della ricerca in medicina generale, con progetti cooperativi interclasse che consentono la realizzazione di ampi studi clinico-epidemiologici ed audit come quello su 700 pazienti affetti da fibrillazione atriale, i cui risultati sono in corso di pubblicazione, che hanno ottenuto riconoscimenti internazionali come nel 2012, quando la corsista Luciani Mirene Anna vinse il WONCA - VdGM Junior Researcher Award.  
 
Luca Puccetti ed Emanuele Messina
Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale della Toscana

 

14 luglio 2014
© Riproduzione riservata

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