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Formazione medica: le regole sono uguali per tutti?

di M. d'Arienzo e D. Montemurro

09 GIU - Gentile Direttore,
siamo rimasti alquanto colpiti nell’apprendere le recenti ordinanze del Consiglio di Stato, riguardanti i ricorsi di alcuni aspiranti specializzandi, inizialmente esclusi e poi incredibilmente riammessi in sovrannumero, ma “senza borsa di studio”. Stupiti perchè così facendo il Consiglio di Stato, volente o nolente, ha creato un importante vulnus del sistema delle specializzazioni, di fatto spianando ancor di più la strada al caos del già confusionario concorso nazionale. Insomma non si è mai “fuori” del tutto, cioè esclusi con ragionevole certezza, così come accade anche per l’altro famoso concorsone, quello dell’accesso al corso di laurea di medicina, già bersaglio di ricorsi e controricorsi (vinti) con numerose ammissioni in sovrannumero. E’ facile comprendere, Direttore, che la programmazione del numero di medici e di specialisti, in questo modo, va completamente all’aria.

La nostra più importante preoccupazione è però sull’espressione – “senza borsa di studio” – alternativa prima accettata dai ricorrenti e poi confermata dal Consiglio di Stato: non avere un compenso per il periodo della specializzazione cambia completamente le regole del sistema che abbiamo avuto finora. Come si manterranno i nostri colleghi ricorrenti? Il decreto legislativo 368/99 vieta al medico in formazione specialistica qualsiasi attività libero-professionale extramuraria (ad eccezione delle sostituzioni in ambito di continuità assistenziale e medicina generale) e stabilisce in 38 le ore minime di formazione settimanale. Tutto ciò varrà anche per i ricorsisti? Ci sembra di essere tornati indietro di 30 anni, quando la specializzazione non era pagata e un giovane medico si poteva specializzare senza frequentare obbligatoriamente la clinica. Un ritorno al passato dunque?

Così facendo il “nostalgico” Consiglio di Stato ha lanciato una sorta di proposta di riforma delle specializzazioni in stile “vintage”: una rispolverazione di un sistema che ben funzionava fino a tre decenni fa, ma che oggi forse mal si sposa con la vigente normativa europea. Nonostante questo limite, ha comunque di fatto strizzato l’occhiolino alle Regioni, alla ricerca disperata di una soluzione riguardante l’ex articolo 22 del Patto della Salute, ovvero quello dell’ormai noto “doppio binario” di formazione specialistica. Ora che questo vulnus è stato creato, cosa impedirà alle Regioni di proporre il doppio binario a costo zero, ovvero una specializzazione senza borsa nel SSN, al posto dell’invece contratto predirigenziale a tempo indeterminato con contribuzione, fino ad ora ventilato?
Se si vogliono cambiare le regole del gioco, sia! Ma lo si faccia una volta per tutte, insieme, senza offrire assist a ricorsi con macroscopiche falle del sistema, rispettando il diritto a una formazione specialistica adeguata, attuando un’attenta programmazione del numero di specialisti e permettendo al giovane medico un guadagno proporzionato al lavoro che svolge, così come sancito dalle leggi europee sulla formazione specialistica e attuato in tutti i Paesi del nostro Continente.

Dott. Matteo d’ArienzoResponsabile Anaao Giovani Emilia Romagna
Dott. Domenico Montemurro – Responsabile Nazionale Anaao Giovani

09 giugno 2015
© Riproduzione riservata

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