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Scuola, riforma classi di concorso. Anche le professioni sanitarie potranno salire in cattedra

di Adriano Bottini

07 AGO - Gentile direttore,
il Consiglio dei Ministri pochi giorni fa ha dato il là all’approvazione del nuovo regolamento sulla revisione delle classi di concorso disciplinando i relativi titoli di accesso. Per i non addetti ai lavori, le classi di concorso sono un “contenitore” contraddistinto da un codice e da una denominazione ed individuano gli insegnamenti che i docenti impartiscono nella scuola del primo e secondo ciclo. Per accedervi è necessario possedere una certa laurea magistrale (ex DM. 270/04) - o titoli ad essa equipollenti - attinente alla materia oggetto di insegnamento.

In passato la categoria dei laureati magistrali delle professioni sanitarie cd. “non mediche” era stata sempre esclusa da questa possibilità di impiego giacché le loro lauree magistrali (LM-SNT/01, LM-SNT/02, LM-SNT/03, LM-SNT/04) erano di nuova istituzione e quindi non erano state mai contemplate dal normatore.

Con il nuovo testo licenziato pochi giorni fa dal CdM - che ancora deve compiere un lungo iter dovendo essere approvato dal Consiglio di Stato, dalle Commissioni Parlamentari e poi nuovamente dal CdM – le cennate lauree magistrali sono state invece contemplate come titoli di accesso per la classe A-15 “Discipline sanitarie” la quale accorpa le previgenti classi 2/A e 40/A.

Al requisito della laurea magistrale di ambito sanitario è stato aggiunto poi l’ulteriore requisito del possesso di una certa quota di CFU (crediti formativi universitari) in tre specifici SSD (settori scientifici concorsuali): MED/34, MED/42, MED/45. Tali crediti in ogni caso potranno essere acquisiti anche post-lauream attraverso l’iscrizione a corsi singoli, master o corsi di perfezionamento presso le Università.

Se da un lato questa inclusione rappresenta senz'altro un traguardo motivo di felicitazione – non solo perché se congiunta alla relativa abilitazione costituisce potenzialmente uno sbocco di impiego in più - dall’altro lato dispiace vedere come alla categoria professionali dei Dietisti – che pure ha la possibilità di conseguire la propria laurea magistrale LM-SNT/03 – è stata preclusa la possibilità di accesso alla classe di concorso A-31 “Scienze degli alimenti” – materia che si insegna prettamente all’istituto professionale alberghiero - alla quale manco a dirlo potranno accedere invece una eterogeneità di altre classi di laurea magistrali (Biologia, Biotecnologia, Ingegneria, Chimica, Farmacia, Agraria ecc.).

Ci auguriamo che l’Associazione maggiormente rappresentativa della categoria intervenga prontamente nelle sedi opportune affinché – nei passaggi che la riforma di revisione deve ancora compiere - tra i tioli di accesso a questa classe venga inserita pure la laurea magistrale LM-SNT/03 congiunta al possesso della laurea (e relativa abilitazione) in Dietista L-SNT/03.

Nel frattempo non possiamo che attendere che il Ministero delinei pure, oltre ad i titoli di accesso, le modalità con cui sarà possibile conseguire la specifica abilitazione per l'insegnamento di questa classe A-15.
 

Adriano Bottini
Fisioterapista 


07 agosto 2015
© Riproduzione riservata

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