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Perché sono stati bloccati i concorsi in Campania?

di Paola Licenziato

13 SET - Gentile Direttore,
mi inserisco nel filone aperto con gli articoli da lei gentilmente pubblicati sui tagli alla Sanità e circa la situazione della regione Campania. Faccio parte di un folto gruppo di Operatori Sanitari Campani (Medici, Infermieri, Tecnici di Radiologia ecc.) che, nel momento in cui è stato bloccato il “canonico” accesso concorsuale a tempo indeterminato al Sistema Sanitario della Regione Campania, è stato costretto, con enormi sacrifici personali ed economici, ad emigrare pur di raggiungere la stabilità economica e confidando, per un ritorno nella regione di origine, nelle regole dettate dai CCNL firmati dai Sindacati.
 
Purtroppo col senno del poi è stata una fiducia malriposta, visto che la situazione attuale è conseguenza anche dell’insistenza dei Sindacati che cercano di disapplicare le regole stabilite nei contratti da loro stessi firmati.
 
Le tesi utilizzate per giustificare la necessità di stabilizzazione sono la c.d.“professionalità acquisita”, ed il fatto che grazie al precariato il Sistema Regionale Sanitario Campano ha potuto erogare i LEA negli ultimi anni; questa è una palese offesa alla professionalità di tanti medici, infermieri e tecnici ed equivale a dire che chi lavora in altre regioni non è abbastanza “professionale” per lavorare negli ospedali Campani e che quindi se fosse attuata la mobilità i LEA sarebbero in pericolo.
 
Bisognerebbe capire come è stata fatta questa valutazione e se chi l'ha fatta si è mai chiesto il motivo per cui esiste la mobilità dei pazienti Campani presso strutture sanitarie di altre regioni, nelle quali operano centinaia di lavoratori campani che hanno sostenuto un concorso pubblico.
 
Come sappiamo la situazione attuale è conseguenza del blocco delle assunzioni il quale, nelle intenzioni di chi lo ha attuato, avrebbe dovuto portare a risparmi di spesa; nella realtà sono stati spesi gli stessi soldi abusando dei contratti a termine, utilizzati non per esigenze temporanee ed eccezionali ma per esigenze di carattere stabile e permanente; ora, visto che ormai i  fondi impiegati per il precariato sono ormai “storicizzati, si propone di utilizzarli per la stabilizzazione.
 
Ma se i soldi all'epoca del blocco c'erano e sono in effetti stati impiegati per pagare chi lavorava, per quale motivo sono stati bloccati i concorsi in Campania costringendo persone ad emigrare?
 
Personalmente sono dell’opinione che il lavoro è sacro e che tutti ne hanno diritto, ma pretendo anche che i contratti di lavoro vengano rispettati; con questo non voglio certo alimentare una guerra tra poveri, ma mi pare logico affermare che le regole non devono essere cambiate quando il gioco è già iniziato, soprattutto se è un gioco che tiene lontani dalla propria terra di origine centinaia di lavoratori.
 
Il governo avrebbe potuto utilizzare lo stesso metodo utilizzato per la scuola ed attuare prima la mobilità secondo il CCNL firmato dai Sindacati e successivamente stabilizzare il precariato per coprire i posti vacati in altre regioni. Per i docenti si e per infermieri e medici e tecnici no?
 
E' quindi un appello ai sindacati quello che dovrebbe essere lanciato dalle pagine di questo giornale, che si attivino affinché i contratti siano applicati ed in particolare le norme sulla mobilità e  sulle procedure stabilite dalle Aziende Campane, che non rispettano né i CCNL né le indicazioni dell’ ARAN.
 
La ringrazio per lo spazio dedicato a me e a chi come me non chiede altro che tornare a casa dai propri affetti e che negli anni ha acquisito una professionalità che non potrà che rappresentare un valore aggiunto a tutto ciò che oggi delinea il panorama sanitario Campano.
 
Paola Licenziato
Tecnico di Radiologia Medica - Asl di Bari

13 settembre 2015
© Riproduzione riservata

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