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Turni di lavoro e contratti a termine. Dalla Regione Puglia soluzioni inadeguate

di Benedetta Mattiacci

26 NOV - Gentile Direttore,
è appena entrata in vigore la legge 161/2014 sugli orari di lavoro ed è effetto domino per la Sanità, costretta a fare i conti, a Taranto come nel resto del Paese, con organici decimati dal blocco del turnover in nome del contenimento della spesa sanitaria, organici costretti a turni massacranti di lavoro. Da oggi è stop, occorre un più regolare assetto a tutela della salute del personale sanitario e dei cittadini destinatari delle prestazioni; scatta l’obbligo di massimo 48 ore di lavoro settimanali - straordinario compreso -, turni di 11 ore consecutive di riposo per ogni 24 ore lavorative.

Le disposizioni contenute nella legge costringono le realtà territoriali ad un tour de force per la totale rivisitazione dell’organizzazione del lavoro nell’ottica di indirizzi urgenti che coniughino il lavoro con i diritti dei professionisti, la cui carenza è strutturale, non conosce soluzioni se non le assunzioni a tempo determinato. A tal proposito, la Commissione europea ha aperto una procedura di infrazione a seguito dell'utilizzo abusivo dei contratti a termine nel settore pubblico, con esplicito riferimento al settore sanitario.
Numerose sono state le sentenze della Corte di giustizia che hanno condannato lo Stato italiano per l'abuso dei contratti a termine.

Il 1 dicembre 2015 presso le Sezioni Unite della Corte di Cassazione ci sarà l'udienza proprio sulla questione dei contratti a termine in sanità, dovrà essere individuata la sanzione adeguata per la pubblica amministrazione che ha utilizzato in maniera illegittima lo strumento del contratto a tempo determinato, quindi a fronte del rischio di pesantissimi risarcimenti per le ASL a seguito delle centinaia di ricorsi pendenti presso la Magistratura del lavoro, perché non prevedere una stabilizzazione del personale, quindi, adempiere anche agli obblighi europei sul nuovo orario di lavoro?

Comunque vada l’udienza, rimane la latitanza del governo regionale che ha chiesto 10 giorni di tempo per la riorganizzazione della rete ospedaliera con la previsione di accorpamenti e chiusure - nella Asl Ta a rischio i Pronto Soccorso dello stabilimento ospedaliero “ Moscati” di Statte e “S. Marco” di Grottaglie- per risolvere la “questione Infermieri”, ovvero facendo confluire gli infermieri nei reparti a maggiore flusso di utenti. Basterà? No, a nostro avviso no, perché la pianta organica è decisamente sottodimensionata, per cui non sono poche decine a fare la differenza, a risolvere il problema.

Nel frattempo, anziché puntare sulla innovazione, sulla valorizzazione e sul sostegno del patrimonio umano esistente nel nostro territorio, si chiedono agli infermieri ancora sacrifici, proponendo turni di 8 ore, incuranti dei rischi-stress correlati, dell’appropriatezza delle prestazioni, degli incidenti, dei possibili errori, dell’aumento del rischio di morte dei pazienti, incidenti che in paesi come l’Inghilterra hanno spinto i governi ad adottare “misure di sicurezza urgenti” con l’assunzione di infermieri, anche stranieri tra cui italiani. Infatti, registriamo su Taranto l’esodo, l’emorragia, dei neo laureati, che ormai guardano sempre più all’estero come sbocco lavorativo, di fatto impoverendo di nuova linfa la realtà lavorativa territoriale.

Emerge, quindi, in tutta la sua drammaticità la carenza di infermieri strutturati, carenza che obbliga ad un surplus di lavoro peraltro da oggi vietato pena il pagamento per l’azienda di pesanti sanzioni. E’ nostra responsabilità vigilare per evitare che vengano disattese le norme di legge o che vengano interpretate in modo errato.

Benedetta Mattiacci
Presidente Collegio Ipasvi di Taranto


26 novembre 2015
© Riproduzione riservata

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