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Osteopatia nuova professione sanitaria? Per la maggioranza dei fisioterapisti è insostenibile

di Daniele Sacca

10 MAR - Gentile direttore,
la ringrazio per lo spazio sulle pagine di QS che utilizzo per rispondere all'invito a "dire la propria" proveniente dalla "lettera aperta ai fisioterapisti" di ieri con la quale alcuni Fisioterapisti sostengono, parlando di osteopatia,  che sia"giusto riconoscerla".  Ebbene, dico la mia, da Fisioterapista: il nocciolo della questione non mi pare sia questo.
 
Non è l'osteopatia ad essere in discussione nel dibattito alimentato attorno all'emendamento presentato al DDL 1324, in discussione presso la XII Commissione del Senato.
 
Il tema è che si prova, con quell’emendamento, ad istituire una nuova professione sanitaria che sarebbe quella di "osteopata". Per rispondere all'invito contenuto nella lettera, ritengo che la stragrande maggioranza dei Fisioterapisti italiani non sostengono questa proposta, perché "banalmente" insostenibile, nemmeno dal punto di vista normativo.
 
Infatti, per l'istituzione di nuove professioni sanitarie ho imparato che la Legge (43/2006) prevede che si debba seguire un certo iter, che probabilmente nelle intenzioni del Legislatore ha l'obiettivo di verificare la solidità scientifica delle basi di una aspirante "disciplina", l'utilità sociale di una aspirante "professione", la necessità delle risposte sanitarie che questa aspirante "professione" mira ad offrire e che le competenze di questa "professione" siano effettivamente nuove e non già possedute ed agite da altre professioni già esistenti.
 
Ad un Fisioterapista "datato" come me pare che proprio questi siano i contenuti della posizioni di AIFI e persino di CONAPS, che, caso strano in Italia, per una volta rappresentano correttamente il pensiero non solo della Professione ma anche della comunità scientifica, condiviso poi da un bel numero di professioni sanitarie, mica solo dai Fisioterapisti!
 
Fra l'altro, le modalità dell'individuazione di "nuove" professioni non potranno certo prescindere dal fare un "punto zero", il momento dal quale quella professione esisterà, sarà formata, verificata, organizzata, regolamentata.
 
E quelli di prima"? E già, il "prima" dovrebbe forse destare più preoccupazione in chi dovrebbe avere a cuore la salute dei Cittadini.
 
Ad oggi, chi pratica osteopatia senza essere un professionista sanitario è da considerarsi un abusivo.  Questo è il messaggio che il Ministero della Salute, per bocca del Sottosegretario, ha dato al Parlamento nella "famosa" risposta all'interrogazione parlamentare dell'On. Binetti 
 
E quindi? Che facciamo, una bella "sanatoria all'italiana"?
 
Ancora una volta, si rischia di scambiare il problema con la soluzione.
Siccome questi praticano abusivamente una pratica sanitaria, invece di perseguirli come la Legge prevede, inventiamo una nuova "professione" e li saniamo. Insomma se una roba è illegale, facciamo una norma che la renda legale. Possiamo davvero sentirci sicuri in un sistema fatto così?
In ultimo vorrei condividere una riflessione, sul delicato tema degli "interessi" in campo: leggendo la "lettera aperta", uno si chiede: "ma se questi sono Fisioterapisti, che glie importa che venga riconosciuta la professione sanitaria di osteopata? Che la pratichino nell'ambito delle loro competenze, come già possibile, o no?".
 
Beh, come diceva Andreotti, forse a pensare male si fa peccato ma....Forse interessa, se sei docente di scuole di osteopatia e, in barba a quanto sostiene il Ministero della Salute, insegni a chiunque una pratica sanitaria.
 
Noi Fisioterapisti, se guardassimo più approfonditamente all'interno della nostra stessa categoria, scopriremmo (che novità?!) che non siamo diversi dagli altri, che non siamo dei santi e che per molti l'interesse economico muove anche le dita sulla tastiera spingendo a scrivere "lettere aperte".
 
Meglio sarebbe tirar fuori dal pantano in cui è stato cacciato il DDL 1324 che, non dimentichiamolo, contiene in realtà la riforma ordinistica, che permetterebbe a tutti i Cittadini di identificare chiaramente i professionisti che hanno di fronte e darebbe un bel "colpo" all'abusivismo in sanità.
 
Sono gli utenti che incontro ogni giorno lavorando che chiedono come si fa a riconoscere un Fisioterapista vero, in assenza di un albo.
 
E' dal 2006 che il Parlamento, praticamente all'unanimità, aveva delegato il Governo (di allora, almeno) ad istituire albi e ordini professionali.
E invece siamo ancora qua, con un ddl che li prevede e che si è (i maligni direbbero "a bellapposta") bloccato con emendamenti che vorrebbero istituire nuove professioni. Che il permettere ai Cittadini di riconoscere i professionisti veri faccia  troppa paura a chi deve "smanare"?
 
Daniele Sacca
Fisioterapista

10 marzo 2016
© Riproduzione riservata

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