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Osteopata, una professione auto referenziata con la strana voglia di essere riconosciuta sanitaria

di Mario Stefanelli

16 MAR - Gentile Direttore,
intervengo in merito ai numerosi articoli che si susseguono all'interno del Quotidiano Sanità aventi come oggetto il riconoscimento dell'Osteopatia quale nuova professione sanitaria e vorrei in questa piccola descrizione far sorgere dei dubbi non solo al nostro Ministro Lorenzin ma anche alla Sen. De Biasi la quale risulta firmataria degli emendamenti a favore del riconoscimento di suddetta nuova professione.
 
Dunque da semplice cittadino mi sorgono delle riflessioni che mi fanno ben capire quale Italia stiamo costruendo, dove sempre più, vengono premiati i furbetti e dove sempre meno vi è il senso di legalià che dovrebbe essere pilastro di uno stato civile regolato da delle leggi che salvaguardino il semplice principio di giustizia e di coerenza.
 
Che dovrebbero far riflettere non solo il mondo della politica ma anche il mondo sanitario e quello della pubblica istruzione.
 
Mi chiedo dunque in data odierna senza fare disquisizioni su chi fosse il fondatore della osteopatia, in quali paesi essa venga utilizzata, sulla sua efficacia presente in qualche remoto angolo di questo pianeta, poichè di Italia qui si parla, se sono tollerabili queste basi sulle quali si vuole creare una professione sanitaria che scopriamo adesso presente nel nostro paese senza essere elencate fino ad oggi né sul sito del Ministero della Salute né su quello del Ministero della Pubblica Istruzione.
 
Abbiamo forse dimenticato qualcosa, vi é stato un refuso nei vari opuscoli pre informativi pre università,oppure non eravamo a conoscenza di un corso di laurea che ci facesse accedere alla professione di osteopata?
 
La risposta ci lascia stupiti facendoci chiedere come delle scuole private riunite potessero creare formazione per operatori con aspirazioni sanitarie in modo parallelo alle università di medicina e chirurgia creando figure atte alla cura dei pazienti, che secondo gli esercenti di questa professione sarebbero perfino numerosi, evidenziando un' attività fantasma e dunque abusiva, se privi dei requisiti indicati?
 
L'osteopatia fino ad ora era solo considerata un'insieme di tecniche che potevano esser eseguite dal professionista sanitario, riportando le parole dell' On. Binetti, dunque noi professionisti sanitari, medici inclusi, per questo ci dovremmo davvero sentire stupiti perché non abbiamo avuto una giusta informazione su questo doppio canale formativo, e dobbiamo chiedere scusa perché abbiamo fatto abuso di una professione che "esiste ma non esiste" e che si vuole regolarizzare dal nulla senza che passi al vaglio di una commissione fatta da esperti e senza esser inserita in percorso universitario. Dunque mi pare che lo sconcerto possa assalirci in questa Italia..Perché tra poco anche il santone che cura con onde energetiche aprir‡ la sua scuola di medicina, senza considerare la pretesa di sanare gli operatori i quali si trovano in mano una professione abusiva se sprovvisti dei requisiti che ha evidenziato l'onorevole Binetti.
 
Vogliamo per una volta esser seri? Vogliamo rilegare a meri esecutori coloro sprovvisti dei requisiti universitari atti all'esercizio di queste metodiche? Oppure saremo la solita 'Italietta' che premia i furbacchioni?
 
Io non sono un politico ma sono un sanitario e faccio parte di una famiglia alla quale ho avuto accesso che comprende i medici e le professioni sanitarie per la quale, cari i miei osteopati, vi è selezione..troppo facile esser scartati e crearsi una professione sfruttando l'incapacità del nostro stato di vigilare con adeguati controlli. Ora la risposta passa per le mani della politica, la quale non si voglia macchiare di questo abuso,che dovrebbe essere in violenta antitesi con i valori politici che li hanno fatti scegliere e cosÏ sono divenuti protagonisti di quanto succede, poiché di violenza si tratta per tutti quei ragazzi che scelgono la legalità, che si alzano la mattina, che fanno tirocinio ed esami e che si contrappongono agli altri che non riuscendo ad accedere per meriti alle professioni sanitarie, frequentano costosissimi corsi pseudo para universitari e dunque elitari di formazione privata, dove i professori vengano pagati dagli stessi alunni... mi sbaglio,oppure vi è qualcosa che non si può dire?
 
Non so come andrà a finire ma se solo un' po di dignità rimane ai rappresentanti di questa politica, si neghi un diritto nato dalla violenza di chi ha percorso ciò che non esisteva e che basandosi sul numero dell'illegalità e creandosi da soli norme interne che prevedevano numero di anni, tirocini e tutte quelle attività che vengono normate dal MIUR, pretende inoltre di non frequentare l' università di medicina e chirurgia, senza supervisione dei medici e di essere formato dagli stessi professori privati e dalle stesse scuole che fino ad oggi formavano abusivamente soggetti sprovvisti di pre requisiti ovvero di un titolo sanitario, creando un doppio canale d'istruzione privata. Questo significa dunque avanzare diritti non guadagnati, ambendo direttamente ad un albo professionale, che pare gli sia stato addirittura promesso, leggendo l'emendamento, il quale rappresenta un agognato sogno delle professioni sanitarie da ben un ventennio.
 
Abbiamo bisogno di un senso di legalità che questo governo deve darci poichè è stato scelto proprio per far cambiare rotta a questa Italia, basandosi sul rispetto delle regole per far ripartire il paese.
 
E' intollerabile che in barba alle professioni normate coloro sprovvisti dei requisiti compissero atti sanitari; vi sembra lecito chiedere ad una paziente di spogliarsi senza un codice deontologico?
 
O leggere gli esami medici senza essere professionisti sanitari violando la privacy del paziente? Spero che questa lettera caro direttore possa giungere ai piani più alti e che l'orecchio del ministro dell'istruzione, la quale garante dei percorsi formativi che devono essere eseguiti al fine di praticare qualsiasi attività intellettuale si sensibilizzi ed ascolti l'urlo di chi ha seguito come me le regole che ci erano state imposte e che abbiamo rispettato facendo accessi programmati ed esame di abilitazione e che questo urlo di disagio investa tutte le professioni sanitarie le quali devono unirsi contro l' abuso dei pochi sui molti, dei ricchi contro chi non ha altre opportunità. Vi ringrazio dell' attenzione come un orgogliosissimo fisioterapista il quale ha nel suo percorso formativo, un esame di selezione e gli anni che sono previsti per la sua formazione nel rispetto del ministero della pubblica istruzione.
 
Questa lettera è dedicata a tutti i compagni delle professioni sanitarie e a tutti i medici che si devono unire intorno a questo pericoloso avvenimento,gridando contro l'ingiustizia di chi continuamente dice che la loro formazione è superiore a quella che è stata prevista dalla legge statale, le cui lezioni frontali hanno come docenti i medici e dunque infangando la preparazione offerta dagli stessi e creando un pericoloso presupposto che potrebbe essere l'inizio di un abusivismo ancora più dilagante a causa di un polso troppo morbido che accoglie invece di punire in un paese di furbetti.
 
Riflettete uomini della politica e premiate la legalità.
 
Dott. Mario Stefanelli
Fisioterapista

16 marzo 2016
© Riproduzione riservata

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