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Ma quale H16, la continuità assistenziale funziona già adesso

di Pierpaolo Liberatore

19 APR - Gentile direttore,
sono un medico di famiglia di Rieti; faccio parte di una UCP complessa a sede unica e svolgo attività di Guardia Medica in un paese in provincia. La nostra Ucp è aperta dalle 10 del mattino alle 19 di sera: ora, aprendo due ore prima e chiudendo un’ora dopo, cosa potrebbe cambiare? Ci saranno meno accessi a PS tra i nostri pazienti  in totale circa 10.000? Oppure quello che più probabilmente otterremo sarà ritrovarci a fare ricette verso le otto del mattino o le venti ai pazienti mattinieri o ritardatari?
 
I politici, i ministri e tutti quanti si stanno affaticando a fare questa “rivoluzione” si sono chiesti: perché ci sono tanti accessi impropri al PS? La risposta è semplice: perché è da tempo radicata nella testa dei pazienti l’idea che tramite pronto soccorso, seppur aspettando, si possa ottenere una radiografia, un’ ecografia o una consulenza specialistica il giorno stesso e gratis. L’alternativa è passare dal proprio medico che, nei casi nei quali non può indicare l’urgenza, rilascia un’impegnativa al paziente che si ritroverà con la prospettiva di fare gli esami sopracitati dopo parecchi mesi ( a meno che non paghi un collega privato..).
 
Quindi, per me, il problema sta altrove: gli accessi a PS non si ridurranno. Qualcuno ha detto: “di notte è sufficiente il 118 in quanto gli accessi a PS sono minori”.
 
Anche in questo caso chi parla, evidentemente, non ha chiara la situazione. Ogni santa notte i colleghi che stanno a farsi massacrare in Centrale d’ascolto della Guardia Medica rispondono a decine (centinaia?) di telefonate risolvendo al volo problemi anche complessi, rassicurando, proponendo terapie e, quando non è possibile, ci inviano al domicilio dei pazienti.
 
Nel momento in cui io arrivo a casa del paziente e lo visito, gli faccio una terapia ed evito che vada a PS (nove casi su dieci), ho reso un servizio al paziente, ai colleghi di PS e allo Stato ad un costo irrisorio.
 
Immaginatevi le persone che dopo la mezzanotte chiameranno il 118 (già in difficoltà di suo..) per una colica renale, un attacco d’ansia, un vomito banale, oppure una madre preoccupatissima per il figlio con la febbre alta...che fa il 118? Gli manda l’ambulanza con l’infermiere ed il barelliere? Non  credo.
Queste persone, ogni notte, tutte, allegramente insieme si recheranno al pronto soccorso. Oppure resisteranno tutta la notte in attesa che prenda servizio il proprio medico correndo dei rischi quando il problema è solo apparentemente banale. Il servizio di Continuità Assistenziale, se pur tra mille difficoltà, funziona. E’ per questo che di notte solo poche persone vanno a PS. E questo servizio andava mantenuto, a mio modestissimo parere, dalle 20 alle 8, prefestivi e festivi. Queste sono le mie previsioni, spero di sbagliare.
 
Dr. Pierpaolo Liberatore
Medico di famiglia

19 aprile 2016
© Riproduzione riservata

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