Ddl Lorenzin. Il rischio che finisca su un binario morto
di Gianni Melotti
12 GIU -
Gentile Direttore,
mentre si è ancora in attesa che il ddl Lorenzin, appena approvato al Senato, approdi alla Camera per la discussione in commissione, ho avuto modo di leggere, su Quotidiano Sanità, un articolo nel quale si esprimevano preoccupazioni per eventuali ritardi all’approvazione del provvedimento che potrebbero arrivare da alcune lobbies interessate a modificarne il testo.
Nel dubbio, sollevatomi da alcuni colleghi, si stesse parlando di noi fisioterapisti, gli unici ad oggi che, sul Ddl 1324, hanno difeso la normativa vigente e nello specifico l’art 5 legge 43/06, nonché l'art 32 della Carta Costituzionale, mi sono attivato per chiedere spiegazioni al Segretario Generale della FIALS Giuseppe Carbone che di questo argomento aveva parlato in
sua lettera inviata al Presidente del Consiglio.
I chiarimenti richiesti non sono tardati ad arrivare e il sindacalista ha escluso che intendesse riferirsi ad una “lobby di fisioterapisti “ che legittimamente chiedono sia l’ordine proprio, già previsto dieci anni fa nella delega approvata con la legge n.43, e come ho già detto, il pieno rispetto dell’art 5, della stessa legge, sull’individuazione di nuove professioni sanitarie.
Chiarito questo e visto che il testo dovrà comunque essere rivisto e corretto, concordo sul fatto che lo si dovrà fare stando attenti a che non ci siano prese di posizione strumentali e non motivate.
D’altronde, come ha spiegato
il collega Gugliucciello, il rischio che il Ddl finisca su un binario morto è concreto.
Gianni Melotti
Fisioterapista
12 giugno 2016
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