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Liberalizzazioni e servizi in parafarmacia. Nulla è perduto, interpellata l’Antitrust

di Dr. Ivan Giuseppe Ruggiero

01 AGO - Gentile Direttore,
in merito agli ultimi episodi che hanno visto protagonisti il Ministero della Salute e il Sottosegretario alla salute Vito De Filippo, quali le risposte negative alle liberalizzazioni dei farmaci di fascia c, prodotte a una interrogazione a firma dell’onorevole Galgano SC, allo stralcio di un punto della Mozione 1-01178, presentata dall’Onorevole Giulia Grillo M5s, che prevedeva sempre le liberalizzazioni dei farmaci di Fascia C nelle Parafarmacie, come anche le risposte negative del Ministero ai servizi che possono essere svolti nelle stesse Parafarmacie, le Libere Parafarmacie Italiane rilasciano la seguente relazione tecnica a mia firma, in qualità di presidente.

Nulla di definitivo. Sono opinioni che rispetto, ma non sono le posizioni definitive del Governo,di tutte le Forze politiche, né dell’Antitrust, né del Ministro dello sviluppo economico Calenda e né delle Associazioni dei Consumatori, come quelle di Categoria. Insomma sono posizioni che anche se al momento sembrano bloccare il Nostro Percorso, non sono definitive per diversi motivi che di seguito riporto.

Per quanto riguarda i Servizi, il Ministero della Salute ha espresso che gli stessi possono solo essere svolti unicamente nelle Farmacie, ma noi sappiamo che questa posizione è in contrasto con i recenti Pareri dell’Antitrust e nello specifico, quello recente AS1267 del 2 Marzo del 2016, che recita: “L’esclusione delle parafarmacie dall’esercizio di tali servizi, come Cup, ritiro referti, ecc. ecc. rappresenta, infatti, un comportamento idoneo a determinare per queste ultime un ingiustificato svantaggio concorrenziale rispetto alle farmacie”. Tale esclusione è idonea ad avere ricadute negative anche sui consumatori i quali vengono privati di un potenziale ulteriore canale di accesso ai suddetti servizi. Quindi le risposte pervenute alla nostra Associazione, di esclusione dei servizi alle Parafarmacie, sono lesive alla normale concorrenza. Per questo motivo L’Antitrust, interpellata, dovrà intervenire per fare chiarezza sui decreti del Ministero che non possono andare contro i principi di leale concorrenza e contro i cittadini stessi.

Il Ministero della Salute deve tutelare i Cittadini non metterli in difficoltà. Sicuramente ci saranno risposte da parte dell’Antitrust e ripeto la risposta del Ministero in tal senso non è definitiva ed è discriminante.
 
Inoltre le recenti sentenze ci danno ragione, come quella del Tar Regione Toscana N. 00520/2016 Rrg. Prov. Coll. n. 00855/2015 Rrg.Ric, sul caso istallazione della croce a bandiera di una Parafarmacia nel comune di Firenze. La Sentenza del Tar, in particolare nell’art. 8 comma 3, fa proprie le osservazioni del ricorrente, precisa che “i predetti esercizi erogano un servizio volto a soddisfare bisogni connessi alla salute che, per molti versi, è assimilabile a quello svolto dalle vere e proprie farmacie” e che “al pari di quanto accade per le farmacie, i predetti servizi non si esauriscono in un mero scambio di natura commerciale fra venditore e cliente ma, data la loro rilevanza per la tutela del diritto alla salute, hanno un contenuto strettamente professionale, potendo essere erogati soltanto da soggetti particolarmente qualificati come i farmacisti, che l’ordinamento nazionale, non a caso, considera come ‘persone esercenti un servizio di pubblica necessità’” (art. 359 c.p.). Nelle parafarmacie è, infatti, possibile reperire farmaci la cui dispensazione non necessità di ricetta medica, presidi per l’automedicazione, medicinali veterinari anche sottoposti a ricetta medica ad esclusione degli stupefacenti di cui all’art. 45 del DPR 309/90, servizi diagnostici come misurazione della pressione, esami delle urine etc, prenotazione delle visite specialistiche presso il SSN.

In poche parole il Tar della Toscana individua le Parafarmacie come esercizi che erogano servizi a tutela della salute pubblica. Il Ministero ne dovrà prendere atto, sia delle recenti sentenze sui servizi, come quella di Firenze, ma anche come quella di Taranto sul Cup in parafarmacia AS1141, e tante altre, come del parere Antitrust AS1267 e le numerose delibere che concedono i servizi alle Parafarmacie in diverse Regioni su tutto il Territorio Nazionale. Vedremo l’Antitrust come risponderà, siamo fiduciosi, nulla è perduto.

Per il discorso delle liberalizzazioni, sappiamo delle risposte pervenute dal Ministero e dal sottosegretario alla salute De Filippo, che sono contro alla crescita economica del nostro paese e contro agli interessi dei Cittadini, perché sono contro al processo di liberalizzazioni dei Farmaci di Fascia C. Facendo riferimento sempre a pareri della corte costituzionale e appellandosi sempre al principio di Tutela della Salute Pubblica. Discorsi vecchi: la sentenza parla di meno vincoli delle nostre attività di Parafarmacie rispetto alle Farmacie, ma si riferisce alle prescrizioni e quindi le Parafarmacie hanno meno vincoli, minori adempimenti, proprio perché lo stesso governo non ci ha concesso la possibilità, al momento, di poter vendere farmaci di fascia c , ma anche Farmaci di Fascia A (come Farmacia non Convenzionata). Il legislatore, quindi ci ha assoggettato a una quantità meno intensa di vincoli e adempimenti, proprio perché abbiamo meno farmaci, non per nostro volere.  

Ribadisco che i criteri strutturali, tecnologici ed organizzativi, però, sono identici con le Farmacie. Il decreto ministeriale del 9 marzo 2012 (Gazzetta Ufficiale n. 95 del 23 aprile 2012) ha stabilito i requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi degli esercizi commerciali, e quindi i nostri locali sono idonei a garantire la buona distribuzione e conservazione dei Prodotti, sono idonei, sicuri insomma, e per lo stesso motivo il Ministero della Salute ci ha fornito di un codice univoco Ministeriale.

Dallo stesso decreto Ministeriale, 9 marzo 2012, emerge in tutta evidenza che “la presenza del farmacista nelle parafarmacie è obbligatoria come garante del servizio offerto e quindi garante della salute pubblica” e per questo abbiamo comunicato, come requisito fondamentale, al Ministero, all’ordine dei Farmacisti e alla Regione, i nominativi dei Farmacisti che lavorano nelle Parafarmacie, a garanzia del servizio offerto. Credo che con i decreti ministeriali e con le garanzie che abbiamo dimostrato e che sono accertate dal Codice Univoco Ministeriale, le Parafarmacie hanno i vincoli e gli adempimenti giusti per esercitare nel massimo della garanzia per la salute del cittadino.

De Filippo, poi, guarda i dati Aifa, sulla crescita dei consumi dei farmaci di libera vendita e non specifica che questi dati sono da considerarsi “normali”, visto che l’Aifa aveva individuato attraverso il “delisting” una lista di farmaci che da fascia c sono passati a libera vendita. Delisting che tra l’altro non avviene da diversi anni, andando contro alle decisioni in merito deliberate dal governo.

Insomma, bisogna rivedere la legislazione individuata da De Filippo, che secondo il mio avviso è superata, datata, e che non considera i Decreti e le sentenze menzionate, forse perché le Parafarmacie sono realtà nuove e il legislatore fa fatica ad inquadrarle. Invito il Ministero della Salute di fare un passo indietro favorendo le liberalizzazioni, nell’interesse in primis dei cittadini. De Filippo dimentica, infatti, di menzionare i dati di Altroconsumo che certificano con la liberalizzazione dei farmaci di fascia C un risparmio per 600 milioni‬ di euro/anno per le Famiglie.

E ancora: serve una forte azione riformatrice che sia in grado di liberare energie inespresse da anni di politiche protezionistiche in favore delle posizioni dominanti in tutti i settori economici del Paese.

In questa situazione difficile, di crisi del nostro Paese, chiedere al Governo di liberalizzare i farmaci di fascia C è un dovere civile. Federconsumatori‬ afferma che “siamo davanti ad una grave situazione economica dove dalla contrazione dei consumi al tasso di disoccupazione, dai dati sulla povertà a quelli relativi alla produzione industriale, rappresentano tutti i segnali che certificano una situazione di stallo, di crisi e la politica non può ignorare, ma deve agire”.

Non si può far finta di niente quando Altroconsumo certifica che con la liberalizzazione dei farmaci di fascia C si avrebbero risparmi per  600milioni ‬di euro/anno. Da qui, i parlamentari con coraggio e senza badare alle  ‎lobby‬, devono approvare la liberalizzazione‬ dei farmaci di fascia C, quelli con ricetta e pagati direttamente dai cittadini.

Abbiamo un ordine del giorno ODG‬ che va in questa direzione, accolto dal governo, e un Ddl concorrenza non ancora concluso e quindi ci aspettiamo un atto di responsabilità verso i cittadini e l'Italia intera, senza farsi influenzare da azioni di disturbo di natura corporativistica a difesa di interessi di pochi.

Il Ministro Beatrice Lorenzin e il sottosegretario De Filippo, dovrebbero, a mio avviso, dare un significato diverso alla parola “tutela della salute pubblica”. Secondo il mio modesto parere, andrebbe intesa come miglioramento e garanzia dei Lea (Livelli Essenziali di Assistenza), ‬ lasciando le questioni di economia‬ e sviluppo‬ del nostro Paese, come la concorrenza, al Ministro di sviluppo Economico Calenda‬,  Antitrust‬, ‎Associazioni di consumatori‬,  Associazioni di Categoria‬, che sempre secondo il mio avviso, non offendendo nessuno, hanno competenze da vendere in merito ai temi trattati e che, non a caso, più volte hanno relazionato al governo, da diversi anni, la necessità di ‎liberalizzare‬.

Gli interessi di pochi non possono bloccare l'esigenza del nostro Paese di ‎ripartire‬, abbiamo gli strumenti adatti per uscire dallo stallo‬, ora serve un atto di responsabilità forte, non solo verso i titolari Farmacisti di Parafarmacie, ma verso il Paese intero, un atto di responsabilità civile‬.
il Governo faccia la sua parte.

Dr. Ivan Giuseppe Ruggiero
Presidente LPI – Libere Parafarmacie Italiane


01 agosto 2016
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