I nuovi Lea e quel ruolo ‘marginale’ attribuito agli infermieri
di Domenico Antonelli (Siicp)
22 AGO -
Gentile Direttore,
“Garantire davvero uniformità. Si coinvolga infermieri anche in prevenzione” dice la presidente della Federazione nazionale dei Collegi Ipasvi
Barbara Mangiacavalli, in seguito all’ultimo testo del Dpcm reso noto dal ministro Beatrice Lorenzin sui nuovi LEA.
Un documento che sostituisce i vecchi LEA del 2001 e quindi propone tante novità soprattutto nell’ambito delle cronicità dove nel Capo II della Prevenzione collettiva e sanità pubblica, nell’allegato 1, c’è una migliore specificazione dei programmi e delle prestazioni garantiti dal Ssn, quale la sorveglianza e prevenzione delle Malattie Croniche, inclusi la promozione di stili di vita sana ed i programmi organizzati di screening; la prevenzione delle malattie croniche epidemiologicamente più rilevanti, promozione di comportamenti favorevoli alla salute, secondo priorità ed indicazioni concordate a livello nazionale, attraverso l’individuazione di condizioni di rischio anche individuali e verso un’adeguata presa in carico del Sistema Salute, prevenendo e contrastando il tabagismo e il consumo di alcol, promuovendo l’attività fisica e una sana alimentazione.
Inoltre tale documento prevede un aggiornamento delle malattie croniche esenti dal ticket. E’ prevista l’introduzione di 6 nuove patologie esenti: BPCO medio/grave, Rene policistico autosomico dominante, Osteomielite cronica, Malattie renali croniche, Sindrome da talidomide, Endometriosi medio/grave; la revisione delle prestazioni esenti per le patologie individuate, alla luce delle evidenze scientifiche e delle Linee guida e a seguito dell’aggiornamento del nomenclatore della specialistica ambulatoriale.
La società italiana Cure Primarie esprime condivisione e vicinanza alle preoccupazioni della Presidente della Federazione Nazionale dei Collegi IPASVI Barbara Mangiacavalli, quando evidenzia che gli infermieri nei Lea sono un livello poco citato, soprattutto nella funzione di educazione sanitaria e prevenzione, dove giustamente l’infermiere care manager rientra a pieno titolo nella gestione della cronicità.
E’ ormai consolidato il consenso sul principio che la sfida alla cronicità è una “sfida di sistema”, che deve andare oltre i limiti delle diverse istituzioni, superare i confini tra servizi sanitari e sociali, promuovere l’integrazione tra le differenti professionalità, attribuire una effettiva ed efficace “centralità” alla persona e al suo progetto di cura e di vita.
Dott. Domenico Antonelli
Coordinatore Nazionale della SIICP (Società Italiana Intedisciplinare Cure Primarie)
22 agosto 2016
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