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Le Rems e “l’inutilità” delle competenze nella Sanità toscana

di Maria Antonietta Lettieri

28 NOV - Gentile direttore,
le vorrei segnalare l'anomalo "stile di selezione" con cui le Aziende Sanitarie della regione Toscana individuano, tramite Avvisi Pubblici il personale sanitario, nello specifico psicologi, a cui affidare incarichi di dirigente  a tempo determinato presso le REMS (Residenze esecuzione misure di sicurezza)  e le Strutture intermedie dove, proprio per la loro specificità, è richiesta un'alta professionalità e competenza.
 
Mi riferisco in particolare alle  strutture di ricovero per pazienti psichiatrici autori di reati, nate nell'ambito del percorso regionale  di superamento dell'Ospedale Psichiatrico Giudiziario, di cui alle deliberazioni della Giunta Regionale Toscana n. 231/2015 e n. 745/2015.
 
La selezione "discrezionale"  è ormai  una prassi abituale in Toscana,  condivisa e sostenuta dai Dirigenti Generali delle Aziende, certi di essere indenni da qualsiasi rivendicazione in quanto legittimati da una formale  selezione pubblica. Nel caso in questione   però l'Azienda Nord-ovest Toscana ha utilizzato criteri cosi palesemente "orientati" da destare validi sospetti.  E' accaduto infatti che   professionisti esperti, con un bagaglio ultra decennale di esperienza nel trattamento di pazienti psichiatrici autori di reato,  non siano  stati ritenuti  idonei all'incarico, mentre esso è stato affidato a  candidati la cui   limitata competenza nel campo è  diventata  improvvisamente un requisito ed un valore aggiunto.
 
Tale logica  nella specifica situazione può avere delle ricadute rischiose  in quanto la gestione sanitaria delle REMS e in generale l'intera applicazione della legge 81/2014, impone che il mandato di cura debba essere valorizzato al massimo  e per fare ciò è necessario, non solo condizioni ambientali di base che rispettino la dignità della persona, ma anche e sopratutto  la presenza di personale   qualificato in grado di offrire un servizio ad alta valenza terapeutica.
 
I programmi  psicoterapeutici e riabilitativi rivolti ai pazienti con gravi disturbi psichiatrici non si improvvisano, richiedono un paziente lavoro di accompagnamento e di confrontazione continua tra pazienti ed  operatori.
 
Vanno affermate  le buone prassi cliniche che per anni sono state mortificate dal contesto custodialistico dell' OPG.  Per  smontare il sistema-OPG non è sufficiente  chiudere gli istituti, è necessario anche non disperdere  il patrimonio scientifico e culturale di coloro che negli anni, pur tra mille ostacoli e contraddizioni, si sono adoperati per mettere in moto il processo di superamento a cui oggi assistiamo.
 
Pertanto una  Commissione che accetta supinamente di non  valorizzare le  competenze  e il merito,  di fatto non svolge il suo  mandato, ma risponde solo ed esclusivamente ad interessi individuali. Tutto ciò contrasta con gli obiettivi che formalmente la Regione Toscana si è posta  nell'ambito della Sanità pubblica quale trasparenza, professionalità e alta qualità dei servizi. Obiettivi che vediamo continuamente disattesi nella pratica quotidiana.
 
Se le Aziende sanitarie continuano ad essere asservite a tale  logica e i requisiti richiesti nei Concorsi pubblici sono orientati verso il basso, allora  avremo  servizi   sempre più scadenti, meno salute per tutti, allarme sociale, solitudine dei pazienti e delle loro famiglie. 
 
Tale incresciosa vicenda, non unica purtroppo nel panorama generale, è stata segnalata a tutti gli organi  preposti ed in particolare all'Assessore alla Sanità  della regione  Dr.ssa Saccardi alla quale  sono  state fornite dettagliatamente tutte le informazioni del caso. 
 
Purtroppo però  coloro che dovrebbero vigilare sulla trasparenza e correttezza delle operazioni concorsuali, sono volutamente latitanti e né si sentono investiti dalle sollecitazioni   dei   cittadini  ancor  più se esse provengono  da  voci isolate.
 
Dott.ssa Maria Antonietta Lettieri
Psicologa-Psicoterapeuta

28 novembre 2016
© Riproduzione riservata

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