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Rete ospedaliera siciliana. Luci ed ombre sulle assunzioni

di Salvatore Vaccaro (Nursind)

16 GEN - Gentile direttore,
finalmente ci risiamo. Dopo la debacle dell'ultima volta, l'assessore alla salute della Regione Sicilia Baldo Gucciardi ci riprova con il nuovo piano di riordino della rete ospedaliera. La Bozza stavolta vanta una larga condivisione sia politica sia sindacale ed è stata presentata qualche fa giorno unitamente alla dichiarazione: "Non chiuderà nessun ospedale, questo è certo", parola di Gucciardi, a proposito del documento che stabilisce i criteri sulla base dei quali gli ospedali manterranno o meno dei reparti.

Vale la pena ricordare che l’ultima volta ci fu una levata di scudi sia di parte sindacale che di parte politica che ne causò il ritiro e un'ulteriore revisione che ha ritardato, e non poco, tutto l'iter procedurale. I soliti Pasticci alla Siciliana.

Ancora una volta è stata rivista la mappa dell’assistenza sanitaria, ospedale per ospedale. Il piano prevede il riconoscimento di ospedali di secondo livello, dunque più completi, che dovrebbero essere almeno tre, uno per ciascuna delle tre città metropolitane: Palermo, Catania e Messina. Un gradino sotto ci saranno gli ospedali di primo livello, quindi i nosocomi di base, che rischiano di subire la riduzione di alcuni reparti e l’istituzione di altri. Una grande differenza di sostanza rispetto alla bozza precedente.
 
L’ultima volta, infatti, il taglio di circa 150 unità operative ha scatenato un coro di proteste da ogni parte che si sono placate solo con il ritiro della bozza “incriminata” a cui il Ministero tra l'altro aveva dato il via libera.

"Ormai è questione di giorni – a detta di Pippo Di Giacomo, presidente della Commissione Sanità all’Ars – siamo pronti a esaminarlo, contiamo di farlo entro gennaio". Poi toccherà al ministero valutarlo e dare il via libera finale.

Capitolo rovente invece è quello delle assunzioni, che ad oggi non hanno date definite ma soltanto presunti periodi più o meno dilazionati. E dire che di mese in mese, di rinvio in rinvio, si sta continuando a sguarnire di professionisti gli Ospedali. Dalle aziende oramai non esce più nessuno. Le aspettative a carattere discrezionale agli infermieri non sono concesse, ma neanche quelle per incarico presso le altre aziende, i part-time poi neanche a discuterne. Tutta questa rigidità sta esasperando gli animi e i lavoratori sono allo stremo.

Nei Pronto Soccorso si rischia tutti i giorni di essere aggrediti fisicamente, giacché le aggressioni verbali sono la regola. Si comincia ad avere timore di andare al lavoro e questo è veramente grave. Bisogna sbloccare le assunzioni, almeno 2000 operatori nell'immediato nel settore emergenza urgenza, per mettere in moto un circolo virtuoso che permetta di riprendere fiato.

"Qua ci stiamo ammalando"... più volte mi sento ripetere. Trovo assurdo che ancora non s’invochi l'articolo 32 della Costituzione per assumere infermieri e salvare vite. Sì, salvare vite, poiché è scientificamente provato, dallo Studio della professoressa Sasso (RN4CAST Italia finanziato anche da NurSind) che senza infermieri, si muore.

Allora non c'è più burocrazia che tenga, non ci sono ritardi che possano essere giustificati. Un pasticcio politico trasversale iniziato dal Governo Lombardo e proseguito con l'On. Crocetta, che ha messo in ginocchio gli ospedali siciliani. L'offerta in quantità è migliorata, ma la qualità dei servizi è decaduta e noi lo tocchiamo con mano tutti i giorni.

Personalmente ormai trovo ridicolo qualsiasi comunicato che non riporti lo sblocco reale del turnover del personale del SSR. Già l'allora assessore Borsellino, al fine di garantire "una boccata d'ossigeno" per i servizi di emergenza urgenza, nonostante il blocco del turnover, con la Circolare del 29 giugno 2013 sbloccò 1000 assunzioni. Ogni giorno di ritardo può costare la vita a molti pazienti. La politica nazionale e regionale non può essere sorda di fronte al rischio di non poter garantire ciò che è costituzionalmente tutelato: la Salute.
 
Salvatore Vaccaro
Dirigente Nazionale NurSind 


16 gennaio 2017
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