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Il perché delle nostre critiche alla nomina di Alessio all’Ipab

di Elio Rosati (Cittadinanzattiva Lazio)

20 DIC - Gentile Direttore,
le scrivo in merito alla replica del Dottor Alessio circa le nostre critiche sulla sua gestione del Policlinico Umberto I di Roma. Critiche che sono legate principalmente alla tempistica della nuova nomina e al risultato economico dell’ultimo Bilancio.
 
Ricercando varie ultime interviste il Dottor Alessio spiega compiutamente che il deficit concordato con la Regione Lazio era di circa 107 milioni di Euro e 33 milioni di Euro sono invece il frutto di qualcosa che non era possibile prevedere.
 
Sintetizzo il concetto espresso dallo stesso Dottor Alessio in diverse interviste apparse nel mese di agosto: 33 milioni di Euro e 107 milioni di Euro: un rapporto di imprevisti pari al 30,8% circa.
 
Lascio ai lettori le valutazioni del caso.
Il Dottor Alessio ricorda in diversi passaggi la sua correttezza e l’aver agito secondo la legge. E ci mancherebbe, aggiungo. Ma non mi pare di avere scritto questo. Per queste fattispecie oltretutto servirebbero competenze specifiche di Guardia di Finanza, Carabinieri e Procura della Repubblica.
 
Cito un passaggio della lettera del Dottor Alessio “Tuttavia, nella Regione Lazio l'aggiornamento del sistema D.R.G. risulta fermo all'anno 1996 e pertanto risulta impossibile giungere al pareggio tra costi e ricavi, in quanto le prestazioni mediche hanno attualmente costi nettamente superiori rispetto a quelli riscontrabili oltre venti anni fa.”
 
E veniamo così al secondo punto. Il nostro riferimento del Comunicato a causa del quale veniamo citati dal dottor Alessio è la Regione Lazio e il Presidente Zingaretti, nonché Commissario ad acta, circa la tempistica adottata per le scelte e per le opportunità.
 
Mi sembrava chiaro. Non vorrei sembrare quello che deve spiegare una battuta. Ma lo evidenzio così siamo tutti edotti.
 
Alle elezioni regionali mancano tre mesi scarsi. Vista la situazione e per una sorta di rispetto istituzionale in questo periodo, a nostro giudizio, non si dovrebbe procedere a nessuna nomina in Enti pubblici.
 
Penso ad esempio alla Presidenza della Repubblica e al semestre bianco.
 
Riprendendo la citazione del Dottor Alessio chiedo come mai che il sistema dei DRG sia fermo nel Lazio al 1996 (21 anni fa)?
 
E come mai nessuno abbia mai provato a sollevare la questione?
 
Di questo ringrazio il Dottor Alessio di questo passaggio perché mi pare un elemento rilevante nella governance del servizio sanitario regionale.
 
Solo che noto criticamente che quanto stiamo verificando direttamente e cioè che l’elemento economico risulta predominante in un ambito come quello della salute e che, a seconda del bisogno, si diventa fautori del predominio del Bilancio economico rispetto alla erogazione di servizi per i cittadini o, se serve, si giustifica dicendo che è prioritario erogare prestazioni e dare servizi piuttosto che pensare troppo ai Bilanci.
 
Ora delle due l’una.
 
Cittadinanzattiva Lazio sta avviando interlocuzioni con i diversi candidati e forze politiche regionali, e non solo, proprio per affrontare le principali criticità del nostro servizio sanitario regionale.
 
Le riporto i punti in sintesi inviati con un Nota a diversi interlocutori.
“Le criticità presenti nel nostro territorio regionale non possono e non devono essere dimenticate o sottaciute e ci riferiamo ai seguenti temi che la politica regionale con i suoi diversi attori deve assolutamente prendere in carico per la prossima legislatura:
1. la salute non è un lusso: la gestione commissariale ha centrato la sua azione sul contenimento della spesa, sui tagli, sul blocco del turn over del personale, provocando di fatto in modo indiretto un impoverimento dell’offerta di servizi sanitari e creando le condizioni della fuga verso il privato o della mancanza di accesso alle prestazioni sanitarie;
2. l’assistenza territoriale è stata mortificata, e oggi i servizi sanitari territoriali sono allo stremo lì dove presenti, o del tutto insufficienti ai bisogni della popolazione. Tale quadro è più grave e pesante per i territori delle provincie (Rieti, Frosinone, ASL RM5, solo per citare alcuni esempi);
3. il tema del personale sanitario riveste un carattere centrale in una situazione che si può definire esplosiva, vista anche la proclamazione dello sciopero per il 12 dicembre prossimo e per le tantissime segnalazioni degli operatori sanitari. Numero di personale ridottissimo, orari massacranti, età media alta sono solo alcune delle situazioni emergenti che necessitano di soluzione immediata;
4. l’innovazione tecnologica al servizio della semplificazione deve essere un asse strategico di sviluppo e di sostanziale cambiamento del rapporto tra servizio e cittadino. Oggi il cittadino deve “viaggiare” tra uffici diversi, studi, ambulatori. La sanità che vogliamo mette il cittadino al centro, se ne fa carico e fa viaggiare i dati. E’ una sanità gentile, attenta, premurosa non quella che vediamo quotidianamente. E l’innovazione deve essere accessibile per tutti. Altrimenti siamo di fronte all’ennesimo privilegio;
5. la presa in carico e il governo delle patologie croniche e rare deve diventare la sfida della sanità del futuro. La popolazione invecchia, vive in luoghi con mobilità ridotta, con legami sociali sfilacciati. La politica, anche a livello locale, deve mettere al centro delle proprie azioni di governo delle politiche pubbliche come prioritario il tema dell’integrazione tra sociale e sanitario immaginando un nuovo sistema di welfare;
6. la governance del servizio sanitario: in questo ambito le organizzazioni civiche, nelle diverse forme associative, devono giocare un ruolo centrale. Ma qui va sottolineato che si parte anche in questo “campo” da una situazione che va culturalmente prima che politicamente modificata. In parole sintetiche è necessario per le organizzazioni civiche praticare l’autonomia del sociale dalla politica per evitare che le stesse siano o si pongano come cinghie di trasmissione tra interessi di parte e settori della PA. Autonomia del sociale dalla politica (partitica) significa dare dignità piena alle azioni che vengono realizzate, costruire un ambiente civico favorevole allo sviluppo del protagonismo dei cittadini, favorire la capacità dei cittadini, singoli e organizzati, di essere parte attiva nella promozione di percorsi di cittadinanza attiva;
7. ripensare criticamente due aspetti dell’attuale sistema: le ASL come aziende e la figura dei Direttori Generali. Nel Lazio, ma non solo, assistiamo ad una preminenza dell’aspetto economico su quello dei servizi, ad una deriva economicista rispetto all’erogazione di servizi che rispondono ai bisogni di benessere dei cittadini. Inoltre la figura del Direttore Generale presenta non pochi aspetti singolari: è nominato dal Presidente della Regione con la sua maggioranza e detiene di fatto più potere dei Sindaci del territorio di cui ha la responsabilità; detiene un potere “de facto” assoluto all’interno dell’Azienda verso i “lavoratori”. Questi due esempi credo dimostrino plasticamente che è necessario insieme aprire una nuova stagione per la salute e non solo in questa Regione”.
 
Come vede dai punti sopra riportati abbiamo l’ambizione di cambiare radicalmente l’approccio.
 
Mi aspettavo una risposta del Presidente Zingaretti, e continuo ad aspettarla, per affrontare compiutamente le rilevanti criticità del servizio sanitario.
 
Altrimenti anche la risposta del Dottor Alessio genererebbe la sensazione che nel Lazio, e al Policlinico Umberto I, tutto vada bene perché si è rispettato il concordato con la Regione Lazio di un debito di 107 milioni.
E la responsabilità sta sempre da un’altra parte.
Magari è colpa dei cittadini che si devono curare.
Chissà.
 
Colgo l’occasione per ringraziarla dello spazio che concede alle nostre comunicazioni e, con spirito costruttivo, le lancio una proposta: perché Quotidiano Sanità del Lazio non organizza un Forum con i Direttori Generali, anche con il Dottor Alessio dal quale sicuramente si possono avere informazioni e competenze utili per raggiungere gli obiettivi di cambiamento culturali prima che economici, professionisti, operatori, organizzazioni civiche per aprire un dibattito sulla figura del Direttore Generale e il sistema di governance della sanità?
 
A noi interessa risolvere i problemi e questo potrebbe essere un modo costruttivo per creare un ambiente di riflessione condiviso che porti tutti a lavorare per garantire quello che prevede la nostra Costituzione in merito a tanti diritti ma principalmente a incarnare nella pratica il diritto alla sua concreta realizzazione.
 
E anche, se mi posso permettere, a determinare le esatte responsabilità e a chiedere quindi di agire per migliorare tutti nell’interesse generale.
 
Elio Rosati
Segretario regionale di Cittadinanzattiva Lazio
 
PS. Domanda che ancora attende risposta: come mai un manager come il Dottor Polimeni dopo due mesi si è dimesso dall’incarico di Direttore Generale del Policlinico Umberto I?
La vicenda ci preoccupa, anche una volta lette le motivazioni ufficiali.
 
 
Gentile dottor Rosati,
buona la sua idea del Forum. Proveremo a realizzarla.
 
C.F.

20 dicembre 2017
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