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La legge Lorenzin e il silenzio dei sindacati

di Giuseppe Carbone (Fials)

13 GEN - Gentile Direttore
vorrei intervenire a seguito dell’articolo a firma di Daniela Volpato, già Segretario Nazionale della CISL FP inerente a “Ordini delle professioni sanitarie:il silenzio assordante del sindacatoriportato sul Suo Quotidiano.
 
Condivido pienamente tutta l’analisi sviluppata dalla Volpato collegata all’importanza del “risultato normativo sull’istituzione degli ordini delle professioni”, per il fatto che come FIALS lo abbiamo vissuto e condiviso ampiamente durante tutto l’iter legislativo ed anche espresso, ultimamente, con le mie dichiarazioni del 22 dicembre appena subito dopo l’approvazione della legge al Senato.
 
Con questa legge, dichiaravo, “si apre uno scenario differente e più qualificato nel negoziato del rinnovo contrattuale in atto all’Aran. Le professioni sanitarie dimostreranno ora ancora di più la loro professionalità e la loro capacità, come fanno ogni giorno nei luoghi di lavoro… perché sia riconosciuto  loro il valore della propria professione anche economicamente come quella dei professionisti della nuova area socio sanitaria che certamente non può finire in un limbo o in un articolato da rinviare al contratto del 2019 e dall’altra parte tutti gli altri dipendenti che attendono da oltre nove anni un riconoscimento pieno di un contratto economicamente dignitoso ed in ultimo, ma fondamentalmente importante, il ruolo manageriale dei coordinatori che non può e non deve essere certamente un incarico a tempo”.
 
Stesse considerazioni espresse in una mia recente nota al Presidente dell’ARAN del 30 dicembre, nella quale chiedevo espressamente che non ci fosse alcun rinvio alla ipotizzata Commissione paritetica per la riclassificazione dello sviluppo delle professioni in considerazione della recente legge Lorenzin sugli Ordini Professionali e la istituendo Area delle professioni Socio Sanitarie.
 
Ed ancora, proprio sul diritto alla libera professione per le professioni sanitarie di cui alla legge 251/00, un tassello mancante ricordava la Volpato nella sua lettera, nell’aprile del 2017 ho inviato una mia nota ai Presidenti delle Federazioni Nazionali dei Collegi IPASVi, Tecnici Sanitari di Radiologia Medica, Collegi Ostetriche e Presidente CO.NA.P.S., evidenziando come l’esercizio del diritto alla libera professione  “sia un valore aggiunto per la sanità pubblica e non una negatività e l’abbattimento delle liste d’attesa non passi per la negazione o il contenimento di questo diritto bensì serva una corretta politica programmatoria regionale, come le Regioni più avanzate insegnano. Anzi, affermavo, “ritengo che per offrire un miglior servizio ai cittadini e per valorizzare i professionisti interessati, il diritto alla libera professione debba essere esteso anche agli altri dipendenti laureati appartenenti alle professioni sanitarie infermieristiche-ostetrica, tecniche, della riabilitazione e della prevenzione: è una limitazione incomprensibile se non palesemente incostituzionale a professioni che hanno un ambito professionale specifico ed autonomo al pari delle altre professioni sanitarie alle quali la legge garantisce già questo diritto…”. Riteniamo, scrivevo nella nota, “che il Governo si faccia carico di questa esigenza proponendo uno specifico emendamento nel primo provvedimento legislativo utile che estenda il diritto all’esercizio della libera professione agli infermieri ed alle altre professioni sanitarie di cui alla legge 251/00 affidando la regolamentazione ad uno specifico istituto contrattuale. Come FIALS ci crediamo e riteniamo che sia un momento proficuo per spingere in tal senso in vista del rinnovo contrattale per il triennio 2016-2018”.
 
La Volpato è a conoscenza come la FIALS abbia rivolto diverse note ai Segretari Generali di  FP/CGIL, CISL/FP e UIL/FPL per un fronte comune proprio in vista del rinnovo contrattuale.
 
Cito sole le note dell’ ottobre 2015  “condividendo le preoccupazioni relative all’impossibilità di garantire un rinnovo contrattuale dignitoso per gli oltre 3 milioni di lavoratori della pubblica amministrazione … ritengo utile in questo delicato momento provare a raccogliere insieme le forze di tutte le OO.SS. maggiormente rappresentative al fine, di fare fronte comune contro quella che riteniamo un’offerta offensiva della dignità dei lavoratori della P.A. Per queste motivazioni Vi chiedo di valutare l’opportunità di convocare un incontro unitario, per decidere insieme una strategia comune di mobilitazione a difesa del diritto ad un rinnovo contrattuale adeguato al recupero del potere di acquisto dei salari dei dipendenti pubblici….; quella successiva sempre ad ottobre 2015 con la quale sollecitavo il riscontro alla nostra comunicazione “Sono ancora a sollecitare l’opportunità di convocare un incontro unitario per decidere insieme una strategia comune di mobilitazione a difesa del diritto ad un rinnovo contrattuale adeguato al recupero del potere di acquisto delle retribuzioni dei dipendenti pubblici. Comunico ancora una volta la nostra massima disponibilità a qualsiasi tipo di manifestazione ed azione unitaria, non escluso lo sciopero generale, perché convinto che solo uniti si può vincere, solo insieme rimane possibile dare segnali forti al governo e indurlo a mettere risorse più sostanziose per i rinnovi contrattuali; ed ancora la mia lettera del maggio 2017” Si sta, realisticamente, avvicinandosi la ripresa della contrattazione per il rinnovo dei CCNL del Pubblico Impiego e quindi anche per il comparto sanità, però in uno scenario politico quanto mai problematico ed incerto… Per questo riterremmo quanto mai opportuno un comune incontro per un confronto sulle iniziative da intraprendere, ci auguriamo insieme o comunque in sintonia, per richiedere quanto prima l’apertura del tavolo contrattuale e sui contenuti programmatici e rivendicativi da proporre; senza mai fermarmi ancora una lettera nell’Ottobre 2017 “siamo convinti che occorra ormai chiudere il contratto nazionale di lavoro per il personale del comparto sanità perché non vi sono, a nostro parere, ulteriori ragioni per rallentare il negoziato. Una trattativa che doveva riprendere il 10 di settembre e siamo quasi a fine di ottobre. Per questo riterremmo quanto mai opportuno un comune incontro per un confronto sulle iniziative da intraprendere, ci auguriamo insieme o comunque in sintonia, per richiedere quanto prima la riapertura del tavolo contrattuale e sui contenuti programmatici e rivendicativi da proporre”.
 
Ma ancor di più, in una mia nota il 21 dicembre 2017 al Governo, ai Segretari e Capi Gruppi dei Partiti Politici, ai Componenti la commissione bilancio, ed anche ai  segretari generali di FP/CGIL CISL/FP e UIL/FPL, come anche ai Presidenti delle Federazioni Nazionali dei Collegi IPASVI, Tecnici Sanitari di Radiologia Medica, Collegi Osteriche e Presidente CO.NA.P.S., riportata come comunicato anche sul Suo quotidiano, affermavo che  “Se lo sciopero dei medici, supportato dalla lobby parlamentare della categoria che siede in parlamento ha avuto l’effetto preponderante di un aumento di 200 milioni di euro, se pur solo dal 2019 sui fondi accessori, allora che sciopero nel comparto sanità sia e su questo un invito pressante rivolgo a CGIL, CISL e Uil categoria della Sanità per far fronte comune e pretendere i giusti diritti economici per le altre professioni sanitarie e tutti i dipendenti del comparto sanità coinvolgendo anche nelle manifestazioni le Federazioni Nazionali degli Infermieri, dei Tecnici di Radiologia, delle Ostetriche ed altre professioni sanitarie”.
 
A dire il vero, ad oggi non mi è mai pervenuta alcun riscontro delle nostre diverse note da FP/CGIL CISL/FP e UIL/FPL.
 
Se il richiamo o monito della Volpato circa la ricerca di un percorso comune di tutte le OO.SS., per rivendicare da subito il riconoscimento necessario per le responsabilità che i professionisti sanitari agiscono ogni giorno, si riferisse agli ex suoi colleghi segretari generali  di FP/CGIL CISL/FP e UIL/FPL, potrebbe anche starci ma affermo subito alla Volpato che da  parte della FIALS non vi è stato alcun “silenzio assordante” non solo sui diversi temi che coinvolgono lo sviluppo delle professioni sanitarie e sul rinnovo contrattuale ma anche sulla annosa ricerca di un percorso comune  con gli altri sindacati.
 
Giuseppe Carbone
Segretario generale Fials

13 gennaio 2018
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