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Legge Lorenzin e Codice deontologico. Siamo sicuri che la “legge” abbia sempre ragione?

di Umberto Quiriconi (Omceo Lucca)

19 GEN - Gentile Direttore,
ho seguito anch’io con vivo interesse il dibattito sulla cosiddetta Legge Lorenzin. L’Onorevole Donata Lenzi scrive che in democrazia prevale sempre la legge giustificando in tal modo il passo della legge in oggetto che recita: “Gli Ordini…. vigilano sugli iscritti agli Albi…irrogando sanzioni disciplinari…. tenendo conto degli obblighi in capo agli iscritti, derivanti dal rispetto della normativa vigente, nazionale e regionale e delle disposizioni contenute nei contratti e nelle convenzioni nazionali di lavoro”.
 
Tale proposizione rende estremamente difficile, se non impossibile, irrogare sanzioni disciplinari a colleghi che si attengono alle disposizioni sopracitate poiché queste verrebbero sistematicamente impugnate con successo dinanzi alla CCEPS ed alla Magistratura; nel testo, poi, non si fa riferimento a leggi, bensì genericamente alla normativa vigente e a disposizioni contenute nei contratti e nelle convenzioni nazionali.
 
Mi chiedo allora quale valore hanno le Sentenze della Corte di Cassazione come la 1783/2010 (sez. Penale “….a nessuno è consentito di anteporre la logica economica alla logica della tutela della salute, né di diramare direttive che nel rispetto della prima pongono in secondo piano le esigenze dell’ammalato”), la 36922/2012 (sez. Penale “…la posizione di garanzia che il medico assume nei confronti del paziente gli impone l’obbligo di non rispettare quelle direttive laddove esse siano in contrasto con le esigenze di cura del paziente) e la 4546/2017 del Consiglio di Stato (III Sezione “…le Regioni non possono limitare i livelli essenziali di assistenza nemmeno raccomandando ai medici l’utilizzo di alcuni farmaci rispetto ad altri valutati come meno conveniente nel rapporto costo-benefici).
 
Ebbene, tali sentenze stabiliscono unanimemente la priorità assistenziale su quella normativa quale essa sia.
Non credo possano essere ignorate o soppiantate da qualsivoglia disposizione; quindi il passo della legge che di fatto sancisce la non perseguibilità dei colleghi che si attengono al rispetto della normativa vigente e di contratti e convenzioni è assolutamente discutibile da un punto di vista etico e deontologico e certamente va a scapito della tutela del paziente.
 
Umberto Quiriconi
Presidente Omceo Lucca


19 gennaio 2018
© Riproduzione riservata

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