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Radioprotezione. Italia in ritardo sulla direttiva UE

di Michele Stasi (Aifm)

06 FEB - Gentile Direttore,
nella giornata odierna l’Italia avrebbe dovuto recepire la Direttiva Europea 2013/59/Euratom, la quale comporta un passaggio cruciale per la radioprotezione sia in ambito medico sia in campo industriale e di ricerca.
 
Un’unica direttiva che affronta il tema della radioprotezione globalmente, in tutti gli ambiti e per i diversi destinatari, e che comporta fondamentali novità sia nelle esposizioni mediche, come l’obbligo di registrazione del valore di esposizione a radiazioni per ogni esame radiologico e di inserire tale informazione nel referto, nuovi profili di responsabilità sull’ottimizzazione e sulla formazione, un nuovo approccio allo screening, sia nelle esposizioni dei lavoratori e della popolazione come per esempio, nuovi limiti di dose sul cristallino, nuovi limiti per il radon nelle abitazioni e nei luoghi di lavoro, l’esposizione a radiazioni ionizzanti di soggetti asintomatici per problematiche legali, assicurative o ai fini dell’immigrazione.
 
Purtroppo, il 6 febbraio è arrivato, e abbiamo sentore che i termini di recepimento si allungheranno. L’Associazione Italiana di Fisica Medica ritiene importante e urgente stimolare al più presto la prosecuzione del recepimento. Infatti, come emerso chiaramente dalla direttiva, l’esigenza di una radioprotezione dei pazienti, dei lavoratori e della popolazione, in linea con gli standard proposti dalla comunità europea, è più che mai cogente e necessaria.
 
Se non possibile ora, in chiusura del governo attuale, benché operativo, sarà in futuro il nuovo governo a dover dare il giusto peso a tale recepimento, collocandolo tra le principali priorità del nuovo mandato.
 
Con questa lettera, infine, intendo non solo ricordare come cambierà la radioprotezione con la nuova Direttiva Europea ma anche, e soprattutto, come può cambiare la Radioprotezione in assenza del recepimento della nuova direttiva.
 
In linea di principio, la direttiva entra in vigore solo dopo il recepimento. Tuttavia, la Corte di giustizia dell’UE ritiene che una direttiva non recepita possa produrre determinati effetti direttamente nel caso in cui il recepimento nel diritto nazionale non abbia avuto luogo o non sia avvenuto correttamente. Tale situazione potrebbe essere seriamente pericolosa in caso, per esempio, si presentassero contenziosi legali in materia di radioprotezione. Tutto ciò causerebbe a ruota problemi per i pazienti e per i lavoratori esposti (la direttiva definisce nuovi limiti di dose per il cristallino, molto più bassi degli attuali).
 
Ritengo dunque opportuno chiedere che venga posta la giusta attenzione sulla Direttiva 2013/59/Euratom e che vengano chiariti i diversi aspetti da me esposti per poter prevenire possibili contenziosi legati al non recepimento.
 
Michele Stasi
Presidente Associazione italiana di fisica medica (AIFM)

06 febbraio 2018
© Riproduzione riservata

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