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Quante imprecisioni e generalizzazioni sui Tsrm

di Massimo Ferrandi

25 APR - Gentile direttore,
dopo circa 48 H di giusta e sana riflessione su quanto pubblicato su Quotidiano Sanità dal giovane Medico Radiologo crediamo sia arrivato il momento di esprimere pacatamente le nostre opinioni che, al di là di facili sentenze e gridi di "vendetta", speriamo siano condivise o perlomeno comprese dalla maggior parte dei colleghi.
 
Conosciamo e stimiamo  il giovane Medico che si è formato nei nostri Istituti e  in parte anche grazie a noi TSRM, siamo sicuri che darà grandi soddisfazioni alla SIRM e alla sua categoria e continuerà  per tutta la sua vita professionale a lavorare al nostro fianco collaborando nel rispetto dei ruoli e per il bene dei pazienti. Detto questo è fin troppo facile capire ed affermare che l'articolo pubblicato, pieno di imprecisioni errori e generalizzazioni, denota la scarsa conoscenza da parte del giovane Medico dei fatti e delle situazioni che cerca maldestramente di descrivere.

Per fare qualche esempio: chiunque lavori in una radiologia "normale" non può negare, per esempio, che se, ed evidenziamo il “se”, vengono raccolti dati anamnestici da parte di personale non medico (e non esclusivamente TSRM) è solo su richiesta e modalità espresse e decise dal Medico Radiologo o da prassi consolidata nell'ottica di una ottimizzazione dei tempi e del servizio...

Quando cita, banalizzando e soprattutto sbagliando, la programmazione didattica del Corso di Laurea in Tecniche di Radiologia Medica, per Immagini e Radioterapia, mostra ancora una scarsa conoscenza dei fatti, cosa ancor più strana avendo avuto un percorso di studi e specializzazione che lo ha portato non di rado a condividere lezioni e tirocinio a fianco di Studenti TSRM….

Ancora, se da qualche parte in Italia, e non certo a Siena, dove si è formato e lavora, è stato “avvistato” un TSRM con il fonendoscopio al collo si potrebbe trattare di un personaggio o di una situazione particolare e unica che occorre capire, contestualizzare ed eventualmente sanzionare ...
Ma dei comportamenti di alcuni Medici, ampiamente e frequentemente riportati dalle cronache giornalistiche, ben più gravi di quello poc'anzi citato, (è fresca la notizia di un Medico di base che rubava a casa dei suoi pazienti anziani) non si trova traccia nel lungo articolo scritto del giovane Radiologo.

Che dire poi quando viene tirato in ballo lo spreco di risorse in sanità. Da quanto scritto può sembrare che sia imputabile ad una sola categoria di professionisti, indoviniamo quale? Ma può essere possibile?

Anche il passaggio sui termini tradotti dalla lingua inglese relativi alla direttiva Euratom, le considerazioni sui Sonographer o sul sistema sanitario del mondo anglosassone denotano una palese non corretta informazione. Quando si intende portare al grande pubblico le proprie perplessità come puntualizzato più volte dallo scrivente, occorre documentarsi bene e citare fonti e situazioni certe verificabili e riscontrabili.

Avremmo maggiormente gradito se nella lettera si fossero affrontati temi ben più importanti per gli appartenenti alla “casa radiologica” come il controllo della dose e la radioprotezione di clienti/utenti/pazienti ed operatori sanitari, la risposta alla crescente richiesta di indagini radiologiche e relative liste d’attesa, l’esecuzione di atti radiologici da parte di operatori non specificatamente preparati ed autorizzati.

Ma non gettiamo altra benzina sul fuoco, non viviamo quanto pubblicato come un affronto, ma con la maturità, la consapevolezza e la compostezza propria di professionisti ormai appartenenti ad un Ordine quindi persone che devono saper anche capire, sopportare e perdonare una caduta di stile, un inciampo, un errore di valutazione nel quale il neo Radiologo è caduto, forse istigato, indotto o mal consigliato da altri.

Massimo Ferrandi
Presidente Ordine Tecnici Sanitari Radiologia Medica, delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione 
Siena 


25 aprile 2018
© Riproduzione riservata

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