Imprese ed etica. Assobiomedica non teme il Sunshine Act, anzi...
05 LUG - Gentile Direttore,
in riferimento alla lettera “Sunshine Act: che si approvi subito”, pubblicata in data 3 luglio, devo esprimere la mia forte preoccupazione per il fatto che sia stato dato spazio a contenuti colmi di inesattezze e mi preme far chiarezza su questa stessa testata. Assobiomedica plaude all’iniziativa parlamentare dell’on. Baroni perché certa che andrà a rafforzare la nostra volontà di essere ancor di più trasparenti ed etici attraverso una legge dello Stato, ma al contempo difende la relazione tra l’industria ed i professionisti medici perché è da questa collaborazione che prende vita l’innovazione in medicina.
Gli investimenti delle nostre imprese in R&D (7%) sono di gran lunga superiori a quelli nel marketing. E’ altresì noto a tutti (forse) che investimenti nella formazione, nonché nell’utilizzo di dispositivi sempre più sofisticati e complessi, significa diffondere le conoscenze tecnologiche dei nostri prodotti, formare la classe medica per un ottimale utilizzo degli stessi e quindi garantire la salute del cittadino. E queste sono tecnicamente considerate spese di marketing.
La lettera contiene, altresì, un’altra inesattezza. Infatti,
il codice Etico non è affatto volontario. Volontaria è l’adesione alla nostra Associazione, ma per i nostri associati l’adozione del codice Etico è obbligatoria. Il Codice Etico definisce anche il sistema dei controlli, e ogni cittadino ha accesso, così come tutte le imprese, alle informazioni e ai dati contenuti sul nostro sito, in totale trasparenza.
Assobiomedica non ha mai, in alcuna forma, asserito l’inutilità di una legge che regolamenti i rapporti tra l’industria e gli operatori sanitari, anzi in assenza di una disposizione legislativa abbiamo sentito la necessità di dotarci di un codice di autoregolamentazione, a cui non siamo così ingenuamente presuntuosi da attribuirgli il valore di legge.
Massimiliano Boggetti
Presidente Assobiomedica
05 luglio 2018
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