Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Venerdì 19 APRILE 2024
Lettere al direttore
segui quotidianosanita.it

Ddl Antiviolenza, minaccia reazione Stato da sola non basta

di Ciro Balzano

10 AGO - Gentile Direttore,
pare sia diffusamente ben accolto il recentissimo disegno di legge in materia di sicurezza gli esercenti le professioni sanitarie.
 
In effetti, al netto del testo definitivo che il Parlamento si spera licenzierà a breve, va il plauso al legislatore che ha preso coscienza dell'evento che affligge, e non da poco, gli operatori sanitari.

Ora, le opinioni sin qui espresse, e non solo sulla sua testata giornalistica, analizzano la faccenda da molte angolature e i pensieri posti rendono ben evidente l'emozione che questo fenomeno suscita.

Il disegno di legge, come è noto, introduce, o meglio integra, il concetto di tutela dell'esercente le professioni sanitarie affiancando alla “violenza”, in qualche modo già disciplinata dal codice, la “minaccia”.

In altre parole anche colui che minaccia un operatore sanitario nell'esercizio delle sue funzioni, potrebbe essere perseguito penalmente.
 
Se il legislatore, a quanto pare, ha fatto la sua parte, le istituzioni, le organizzazioni e le associazioni, devono cogliere l'occasione per analizzare e armonizzare questo fenomeno.

Qualcuno ha scritto che inasprire la pena è un buon inizio ma da solo non basta: è vero c'è poco da fare.

Minacciare la reazione della magistratura a colui che “minaccia” l'operatore sanitario, è solo il primo passo di un percorso che deve inevitabilmente essere intrapreso.

Vede, prima di cominciare a fare altre cose nella mia vita, ho lavorato in pronto soccorso di un grande ospedale milanese.

Al di à della grande esperienza professionale acquisita, non le nascondo che qualche “vaffa” in triage l'ho beccato anch'io; ricordo più di un “ti spacco la faccia”; un paio di schiaffi non me li hanno risparmiati e, non da ultimo, ho rimediato anche una frattura al quinto dito della mano sinistra nel mentre assistevo un paziente molto agitato.

Ovviamente non le scrivo per raccontarle le mie vicissitudini vissute da giovane infermiere, è solo un modo come un altro per sottolineare quanto anch'io sia appassionato da questa faccenda.
Dicevo che la minaccia della reazione dello Stato da sola non basta.

Ad essa, e qualcuno ha già brillantemente argomentato sulla faccenda, va affiancata una grande campagna di sensibilizzazione rivolta alla popolazione.
Una volta, e la riporto alla mia giovinezza, le persone che arrivavano al pronto soccorso sfogavano il proprio sentimento di frustrazione sul primo che capitava e il triage, col suo “povero infermiere”, era il luogo preferito per gli scontri.

Ora, anche se al triage nulla è cambiato, sono diventate pressoché endemiche le notizie di infermieri, medici, operatori socio sanitari e, in alcuni casi, anche forze dell'ordine, che vengono coinvolti in azioni deprecabili agite da pazienti e parenti che si rivolgono alle strutture ospedaliere.
In altre parole, sembra che in Italia non si guardi più in faccia nessuno: medico, infermiere, operatore socio sanitario, poliziotto, carabiniere e così via sono tutti a rischio.

Naturalmente, se non si vuole cadere in una superficiale generalizzazione, non tutti i casi sono uguali e qualche distinguo va fatto.

Noterà che nel proseguo del ragionamento terrò fuori la violenza che non merita alcuna giustificazione: va perseguita e repressa.

Ci sono, dicevo, due tipi di “minacce”: quelle agite in un momento di sconforto perché il proprio caro, ad esempio, si trova nelle sale di visita e l'angoscia prevale sulla razionalità e quelle poste in essere da soggetti che vivono la propria vita ai margini di una pur minima socialità e fanno della soverchieria il proprio modus vivendi.

Per i secondi ben venga il disegno di legge, per gli altri, e mi creda sono tanti, la sensibilizzazione, la conoscenza delle difficoltà che vivono i sanitari e la cognizione che l'operatore non è il nemico, potrebbero diventare strumenti preziosi e insostituibili per cambiare definitivamente le cose.
Quante volte lo stesso che mi minacciava è ritornato chiedendomi scusa appellandosi a un momento emotivo non controllato.
 
Ciro Balzano
Infermiere, Giurista e Consigliere OPI Milano-Lodi-Monza Brianza


10 agosto 2018
© Riproduzione riservata

Altri articoli in Lettere al direttore

lettere al direttore
ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy