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Lo scippo della deontologia medica

di Giuseppe Lavra

31 OTT - Gentile Direttore,
vorrei condividere con lei e i suoi lettori alcune riflessioni su presente e futuro del Codice di deontologia medicaanche alla luce della recente presa di posizione degli Onorevoli l’On.le Vito De Filippo e l’ On.le Luca Rizzo Nervo che, in relazione alla recente controversia tra l’Ordine dei medici di Bologna e l’Assessore regionale di riferimento il cui merito qui non interessa,  affermano senza mezzi termini  che le regole contenute nel Codice di Deontologia Medica  sono state assorbite dalle norme nazionali e regionali  e dalla contrattualistica.
 
A tale proposito i due Onorevoli  affermano apertamente che “il Parlamento Italiano ha sancito il primato della Pubblica Amministrazione sia nella legislazione che nella contrattualistica dei doveri del medico dipendente o convenzionato rispetto alla vigilanza  deontologica esercitata dal sistema ordinistico”.
 
A sostegno della loro posizione i Parlamentari in questione invocano la parte finale dell’articolo 4 della legge 3/18  la quale, rispetto alle competenze degli Ordini professionali recita così “,,,,, vigilano sugli iscritti agli albi, in qualsiasi forma giuridica svolgano la loro attività professionale, compresa quella societaria, irrogando sanzioni disciplinari secondo una graduazione correlata alla volontarietà della condotta, alla gravità e alla reiterazione dell'illecito, tenendo conto degli obblighi a carico degli iscritti, derivanti dalla normativa nazionale e regionale vigente e dalle disposizioni contenute nei contratti e nelle convenzioni nazionali di lavoro”.
 
Questa legge, approvata dal Parlamento sciolto all’inizio del 2018, non dovrebbe lasciare tranquilli i cittadini italiani, in quanto non possono sentirsi tutelati dalle sole norme di legge e contrattuali in relazione ai profili deontologici dell’esercizio della Professione medica. Tuttavia,In punto di diritto, va preso atto che quelParlamento, ancorché abbia legiferato a fine legislatura, in costanza di dubbia legittimità costituzionale e in un clima fortemente condizionato dalla campagna elettorale in corso, è stato sovrano e, pur riconoscendo la legittimità formale  della legge, è necessario esaminarne la sostanza e i suoi effetti.
 
La volontà di quel parlamento di annichilire il Codice Deontologico e la funzione degli Ordini professionali, chiaramente espressa dai parlamentari sopra menzionati, era già manifesta fin dal  2013 quando ebbe inizio l’iter della legge in questione. Quando poi questa è giunta a poche settimane dalla sua approvazione, che fu ampiamente discussa nell’ambito di un Consiglio Nazionale della FNOMCeO cui, in rappresentanza del Governo in carica, partecipò la Onorevole Lenzi.
 
In tale occasione l’esponente politica si scontrò frontalmente con il Consiglio Nazionale della FNOMCeO in un acceso dibattito cui partecipai anch’io attivamente. Quel Consiglio si espresse all’unanimità contro questo e altri iniqui provvedimenti contenuti in questa legge che, di lì a poche settimane, sarebbe stata approvata da quel Parlamento… (Prosegui qui la lettura).
 
Giuseppe Lavra
Già Presidente dell’Ordine dei Medici e Odontoiatri di Roma e Provincia

31 ottobre 2018
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