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Radiazione Venturi. Prima il paziente, poi i ruoli e gli interessi delle parti

di Federico Semeraro

03 DIC - Gentile Direttore,
le società scientifiche italiane che ruotano intorno alla galassia complessa del sistema emergenza nel 2015 avevano già ribadito la preoccupazione per la posizione dell’Ordine dei Medici di Bologna. Le stesse organizzazioni avevano elaborato un Policy Statement comune sul “Trattamento farmacologico da parte dell’infermiere nell’emergenza territoriale”.

Il sistema di emergenza territoriale 118/112 è un sistema complesso che risponde alla necessità della popolazione con una dinamica proporzionata. Un intervento competente e organizzato in funzione della richiesta di aiuto. Un sistema complesso tempo dipendente in cui si integrano molteplici competenze e in cui ognuno ha il suo ruolo preciso.

Dal volontario soccorritore addestrato che si occupa di codici a bassa complessità fino alle alte complessità e alle alte competenze di operatori sanitari coinvolti negli interventi avanzati. Proprio per la delicatezza sociale e istituzionale di questo universo operativo non possiamo accettare che i primi lampi di una precoce campagna elettorale in Regione Emilia Romagna, oscuri la vera natura del problema.

Il sistema del soccorso è e deve essere patrimonio di tutti i cittadini, non può essere sottoposto allo stress dello sciacallaggio “politico”. Proprio chi lavora alla tenuta e al funzionamento di queste istituzioni sa quanto sia assai delicato l’orizzonte in cui ci si muove, in cui partigianeria, miopia corporativa e livore sociale non possono oscurare la dedizione generosa di migliaia di operatori impegnati e mossi da una deontologia pratica che aborre dalla superficialità, la partigianeria e il livore di corpi professionali separati e concorrenti.

Il dovere del soccorso è prima di tutto dovere di ogni cittadino e i professionisti del settore devono rendere armonico questo dovere con sapienza e conoscenza. La comunità degli operatori sanitari condivide questo obiettivo nel rispetto dei ruoli e delle professioni. Nelle condizioni di emergenza tale priorità richiede una declinazione organizzativa che può essere diversa da quella di altri contesti.

Le evidenze scientifiche e organizzative dimostrano che le emergenze tempo-dipendenti devono essere trattate fin dal primo operatore in grado di riconoscerle, che sia competente e autorizzato a farlo. E’ dimostrato ormai da anni che per aumentare la sopravvivenza dei pazienti affetti da un gruppo ben definito di patologie acute e gravissime è necessario il trattamento precoce sul territorio da parte di personale specificatamente formato e che opera, sotto il coordinamento delle centrali operative, sulla base di scelte basate sull’evidenza e condivise dalla comunità scientifica internazionale.

In Italia esistono numerose e collaudate esperienze che riguardano la gestione precoce sul territorio delle patologie tempo-dipendenti anche da parte di personale infermieristico addestrato e competente. Grazie all’integrazione tecnologica delle centrali operative 118, alle procedure standardizzate e al trattamento farmacologico precoce sul territorio da parte del personale infermieristico autorizzato è stato possibile salvare molte vite. Questo è il valore di fondo che ci deve guidare, il faro etico e professionale da cui devono dipendere le singole scelte operative.

Ogni altra posizione polemica si espone alla meschinità della strumentalizzazione e al cinismo della peggiore pratica politica. Come professionisti della salute ci dovrebbero stare a cuore principalmente la salute e la sicurezza dei cittadini; per questo adottiamo ancora una volta l’approccio multidisciplinare alle emergenze attraverso procedure standardizzate basate sull’evidenza e percorsi di formazione certificata condivisi con la comunità scientifica internazionale.

I cittadini in futuro diventeranno alleati nella gestione delle emergenze come l’arresto cardiaco. Un recente lavoro pubblicato su New England Medical Journal ha dimostrato come in Svezia, dove il tasso di sensibilizzazione e formazione della popolazione è molto elevato, la sopravvivenza da arresto cardiaco è altrettanto elevata. Il lavora dimostra come sia importante l’intervento dei cittadini addestrati alla rianimazione cardiopolmonare anche prima dell’arrivo dell’ambulanza. La sopravvivenza dei pazienti in arresto cardiaco raddoppia quando la rianimazione cardiopolmonare viene iniziata prima dell’arrivo dell’ambulanza.

Questa dimensione corale del soccorso, dal cittadino all’operatore sanitario, è il miglior parametro per valutare la bontà di un sistema. Non possiamo “spaventare” i cittadini italiani diffondendo la percezione che il sistema 118/112 non sia sicuro, che sia caotico, conflittuale, animato da dispute corporative che scambiano le professioni con le divisione di casta. Al contrario dobbiamo convincerli a diventare parte cooperante di un atteggiamento civile e responsabile per rispondere al diritto collettivo e costituzionale alla salute sicura e di successo.

Dovremmo tutti esprimere piena solidarietà all’Assessore Sergio Venturi colpito in modo sproporzionato e incoerente nella sua funzione politica e di medico. Spero che la comunità degli operatori sanitari e le istituzioni saranno in grado di ricomporre un conflitto poco comprensibile al di fuori di dinamiche locali e di scontro politico.

Prima il paziente, poi i ruoli e gli interessi delle parti. E’ un modo di voler reagire ad un’onda di oscurantismo che sembra investire il nostro paese diffondendo lacerazioni, frustrazioni e crisi di responsabilità. Un nervo sensibile della nostra vita sociale viene sollecitato violentemente da azioni sconsiderate, da chi invece dovrebbe avere come unica guida il bene comune, al di sopra di ogni considerazione e interesse di parte.

Federico Semeraro
Past President Italian Resuscitation Council


03 dicembre 2018
© Riproduzione riservata

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