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Radiazione Venturi. Siaarti: “La vicenda rappresenta un nuovo frammento di un cold case”

di A.Gratarola, F.Petrini

07 DIC - Gentile direttore,
la vicenda “Venturi” rappresenta un nuovo frammento di un cold case che ha portato alla radiazione dall’Ordine dei Medici di Bologna dell’assessore alla sanità per aver avallato una serie di procedure sull’emergenza territoriale in Emilia. Al dott. Venturi va la nostra solidarietà per la sanzione estrema, pesante che di solito si riserva a casi di comprovata gravità e recidività.
 
L’occasione serve anche a fare alcune riflessioni. Il sistema di gestione delle patologie tempo-dipendenti è complesso ed in esso si integrano molteplici competenze, dal volontario soccorritore, che si occupa di codici a bassa gravità, fino alle più alte competenze di medici ed infermieri coinvolti negli interventi avanzati. 
 
Nelle condizioni di emergenza la priorità di intervento richiede una declinazione specifica. Le evidenze scientifiche e organizzative dimostrano che le patologie tempo-dipendenti devono essere trattate fin dal primo operatore in grado di riconoscerle, che sia formato ed autorizzato a farlo.
È dimostrato ormai da anni che per aumentare la sopravvivenza dei pazienti affetti da un gruppo ben definito di patologie acute e gravi – come l’infarto miocardico, il trauma e l’ictus - è necessario il trattamento precoce sul territorio da parte di personale specificatamente formato e che operi, sotto il coordinamento del sistema di emergenza 118, sulla scorta di scelte basate sull’evidenza e condivise dalla comunità scientifica internazionale e che tenga conto anche del contesto culturale e geografico nel quale si applica.
 
Vi è un grande bisogno che i cittadini abbiano fiducia nel Servizio Sanitario Nazionale, tra i migliori del Mondo, così che – come in molta parte dell’occidente siano i grandi alleati del sistema di emergenza, a cominciare dalla gestione di eventi come l’arresto cardiaco in cui è nota l’importanza dell’intervento dei cittadini prima dell’arrivo dei soccorsi, tanto che la sopravvivenza raddoppia, quando la rianimazione cardiopolmonare viene iniziata dagli astanti.
 
Questa dimensione corale del soccorso, dal cittadino all’operatore sanitario, è il miglior parametro per valutare la bontà di un sistema, è necessario diffondere il senso di sicurezza ovvero che il servizio di emergenza è efficace, ben organizzato e non conflittuale.
 
Quando si dispone di un servizio sanitario nazionale solido, soprattutto per ciò che attiene all’emergenza è necessario immaginare modelli nuovi sempre attuali, sostenibili, controllati e confrontati ad esperienze nazionali ed internazionali, suffragati dalle linee guida aggiornate al fine di migliorare sempre e recuperare tempo e qualità di cura che rappresentano in ultima analisi la vita dei pazienti.
 
Viviamo in una società spesso ondivaga dove da una parte si vuole giustamente elevare il ruolo degli infermieri e al contempo si fa un passo nella direzione opposta etichettandola come illecita. Tornare indietro significa evocare il “mansionario” strumento del passato, rigido e di scarsa cultura che relegava le figure sanitarie non mediche ad un ruolo ancillare ed egemonicamente gestito.
 
Ci auguriamo che da vicende come questa si traggano gli auspici perché tutte le figure coinvolte nel soccorso extraospedaliero trovino la giusta combinazione di ruoli per garantire da una parte il rispetto delle regole e dall’altra la crescita e l’evoluzione scientificamente garantita del Servizio Sanitario Nazionale.
 
Angelo Gratarola
Comitato di Comunicazione SIAARTI
 
Flavia Petrini
Presidente SIAARTI

07 dicembre 2018
© Riproduzione riservata

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