La polemica sugli spot sulla malasanità. Manca ancora cultura del rischio clinico
di Vanda Carli-Rössl
28 DIC -
Gentile direttore,
in questi giorni ho visto in TV la pubblicità di Obiettivo Risarcimento e ho letto il
vostro articolo. Se non ricordo male, già
5 anni fa la stessa società aveva lanciato una campagna sui risarcimenti per danno da malasanità. Ricordo di averlo visto su vari canali televisivi italiani, forse anche sentito in radio.
A quello spot “fai sentire la tua voce” era seguito un
contro-spot dei medici con avvoltoi che rappresentavano la caccia al risarcimento.
A me questa vicenda fa pensare che in Italia manca una cultura intermedia. Sbagliare in medicina-chirurgia fa male al paziente e fa male al chirurgo.
Un giorno un mio conoscente chirurgo ortopedico anziano mi disse: “Quasi nessuno in Italia vuol più specializzarsi per fare l’ortopedico. Se ti curi un paziente che prima non camminava e lo rimetti in piedi, magari zoppicando un po’, quello ti denuncia perché ora zoppica. Si è passati da 0 a 9 ma lui ti denuncia perché non sei arrivato a 10/10!”
In un Paese dove prevale il servizio sanitario pubblico, il paziente deve essere messo al corrente dei propri diritti e dei canali istituzionali offerti a sua tutela, con informazioni chiare ed una educazione adeguata. I sanitari devono avere tempo e risorse per lavorare in sicurezza, e per valutare a fondo con i pazienti rischi e benefici.
I danni vanno prevenuti o contenuti, come vanno prevenuti e contenuti i contenziosi legali. Altrimenti si avranno sempre due piani: quello del sanitario (magari molto preparato ma non in grado di operare con serenità, quindi arroccato sempre più su posizioni di medicina difensiva) e quello del paziente (disinformato, danneggiato, frustrato, e preda dei cacciatori di risarcimento su commissione).
Non è mai facile mediare, ma i sanitari il dolore lo affrontano tutti i giorni. Bisogna trovare spazi e risorse per intervenire in sicurezza, e infondere nella popolazione un ritrovato senso di fiducia nella sanità. La sicurezza di chi sa di avere le giuste informazioni e le giuste tutele (senza arroganza e senza paura) e di chi sa di poter intervenire con tutta la propria competenza in sicurezza (di nuovo, senza arroganza e senza paura).
Vanda Carli-Rössl
Fisioterapista in pensione
28 dicembre 2018
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