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Formazione post laurea. Il punto sull’incontro promosso da Anaao e Als 

di Antonella Draghessi

14 GIU - Gentile Direttore,
ho partecipato con grande entusiasmo all’incontro promosso l'altro ieri a Roma da ANAAO Assomed e ALS sulla formazione post laurea dei medici italiani. Anni e anni di silenzi, programmazioni inesistenti e scelte scellerate stanno irrimediabilmente minacciando la sopravvivenza dell’erogazione e della qualità di servizi e cure mediche che i cittadini italiani meritano.

Da una parte i sempre più affollati test di ammissione al corso di Laurea in Medicina e Chirurgia, che viene da chiedersi se gli aspiranti colleghi abbiano un’idea concreta di ciò che li aspetta una volta raggiunto il faticoso traguardo della laurea. Il famigerato imbuto formativo è destinato ad infoltirsi sempre più se non si pone subito la parola fine a questa miope e scriteriata situazione di stallo, tema sul quale è tornata a discutere il nostro ministro Giulia Grillo che, intervenendo personalmente nel corso del dibattito, definisce l’attuale assenza di specialisti come un insopportabile “paradosso” in cui, se è vero che i laureati in medicina non mancano nel nostro paese, è altrettanto vero che non a tutti quanti viene concesso il privilegio di specializzarsi e ottenere i titoli idonei all’ingresso nel mondo del lavoro.

 

Tutti coloro che, nel corso del pomeriggio, hanno preso la parola, lo hanno fatto in un clima di grande condivisione di intenti e di vedute, ben consapevoli di vivere in un’anomalia tutta italiana in cui il mondo cattedratico e le gremite sale d’attesa dei reparti e dei pronto soccorsi, da nord a sud, non sono mai stati cosi distanti.

A colmare l’immenso gap tra le Università e la medicina degli ospedali del Territorio ci sono loro: gli specializzandi e i medici in formazione della Medicina Generale.

Il dottor Pierino Di Silverio, responsabile nazionale Annao Giovani, ha aperto le danze ponendo l’accento sul fatto inequivocabile che in passato non sia stato mai affrontato seriamente e strutturalmente il problema della formazione medica post laurea, con il susseguirsi di tutte le gravose conseguenze che si ripercuotono sulla qualità del SSN. Ha affrontato anche le problematiche relative agli aspetti più personali della vita dei medici stessi, il cui frustrante esilio dall’Italia verso paesi pronti e disposti a valorizzarne le competenze, è indubbiamente in grado di offrire condizioni di lavoro competitive garantendo così la giusta gratificazione delle eccellenze specialistiche italiane sì, ma all’estero.

Appassionato sostenitore della necessità di effettuare una programmazione seria e puntuale il collega Giammaria Liuzzi, del direttivo ALS, che propone, una volta per tutte, di associare ad ogni laureato in Medicina (e non ad ogni studente che si iscriva alla facoltà), una relativa borsa di Specializzazione, auspicando che venga così ad esaurirsi, l’odioso problema ‘squisitamente’ (si fa per dire) italiano, dei medici fermi nel limbo della formazione e nello stesso tempo prevedere e studiare, dati alla mano, le carenze e i fabbisogni degli anni prossimi venturi.

Il dottor Massimo Minerva di Als si è poi soffermato ad elencare dettagliatamente tutte le anomalie del panorama delle Scuole di Specializzazione, che per quanto sulla carta rappresentino un sistema formalmente ineccepibile, poi tradotto nella realtà di tutti i giorni fa acqua da tutte le parti, o meglio da tutti i reparti, con problemi di accreditamento relativi ad alcune Scuole definite addirittura “fuorilegge”, in quanto figurerebbero scuole di emergenza e urgenza sprovviste dei Pronto Soccorsi, non idonee pertanto a formare i propri specializzandi. Minerva ha poi presentato dei dati estrapolati da questionari somministrati ai giovani chirurghi: ebbene molti di loro ritengono non adeguato il sistema formativo italiano; e ancora borse abbandonate e finanziamenti fantasma di oltre 100 milioni di euro andati perduti sono stati i temi affrontati in seguito.

È la volta di Alessandro Conte, Vice Responsabile Nazionale di Anaao giovani, che dopo una attenta analisi va alla più che razionale ricerca di strategie plausibili che possano riportare un dialogo tra gli attori protagonisti, da una parte gli universitari, ben coscienti dell’indubbia rilevanza rivestita dal mondo accademico nella formazione post laurea dei medici, che si scontra dall’altra con la realtà nuda e cruda del territorio, costituito dal mondo degli ospedali di provincia, che continua a lavorare h 24 e a resistere con tutte le sue imperfezioni e i suoi mille problemi. Conte auspica pertanto un percorso di formazione condiviso tra mondo accademico e strutture che già fanno parte delle reti formative, strutture già selezionate e saggiate, che siano idonee a completare e migliorare la formazione dei giovani medici. 

Manuel Tuzi, componente della Commissione Cultura alla Camera, ribadisce quanto sia complesso il lavoro che attualmente si sta svolgendo per cercare di risolvere tutti i vari aspetti di una realtà che è stata abbandonata a se stessa così tanto tempo; le sue proposte si traducono in proroga ulteriore delle graduatorie della MMG e l’auspicabile aumento del numero di concorsi annui per gli aspiranti specializzandi.
 
Necessario quindi un rinnovamento dalla A alla Z di tutto il percorso di studi prima e di formazione post laurea successivamente, nell’interesse di migliorare nella sostanza e nei contenuti la formazione dei giovani medici. Anche Carlo Palermo, segretario nazionale Annao Assomed, concorda sulla necessità di compiere scelte condivise e coraggiose, così da poter andare verso l’unica direzione volta a mantenere in vita il nostro SSN, che deve poter contare sul lavoro e sulla professionalità dei colleghi più giovani, guidati e sostenuti dalla volontà comune, di vedere applicate nella pratica quotidiana la migliore espressione della cultura medica italiana.

E’ stato ribadito più volte nel corso dell’incontro come questo tema riguardi non una sola istituzione ma chiami a rapporto sia il mondo cattedratico, quindi le Università, così come i Ministeri del Lavoro, quello della Cultura e degli Affari Sociali, che necessariamente devono interfacciarsi tra loro.

Un gran lavoro di squadra da fare in concerto con le regioni, come afferma il Ministro della Sanità Giulia Grillo, che interviene come sempre, ferma e decisa più che mai ad andare avanti nel suo mandato. Ribadisce infatti la necessità di interventi sostanziali e, nel mentre, anche emergenziali, non più procrastinabili, per garantire l’erogazione dei servizi sanitari di qualità e consentire l’accesso ai reparti, oramai sguarniti di personale medico e depauperati da tagli ‘sanguinari’, ai giovani colleghi il prima possibile, pur avendo coscienza di preservare il loro diritto alla formazione. Un modello “anacronistico” quello adottato fino ad oggi, che ha costretto moltissimi giovani colleghi a fuggire in altri paesi pur di non dover “barattare” la propria dignità professionale per un lavoro precario e poco formativo mentre si fa fatica a trovare professionisti già formati da inserire nelle strutture pubbliche.

Persino il Pontefice, riconoscendo gli sforzi e la difficoltà degli operatori del settore, si è espresso a sostegno dei diritti del personale medico e sanitario e ne ha denunciato le pesanti condizioni lavorative… Papa Francesco ora pro nobis!

Dott.ssa Antonella Draghessi
Porto San Giorgio (FM) 


14 giugno 2019
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