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Ambulanze demedicalizzate. Il modello India funziona, ma c’è ancora chi rema contro

di M. Aurigi, G. Grasso, N. Draoli

10 LUG - Gentile Direttore,
un anno fa di questi tempi nella Azienda USL Toscana Sud Est, in particolare nell’area operativa di Siena, vedeva la luce il modello “ambulanza India”, peraltro già ben presente nella stessa Azienda sulle province di Arezzo e Grosseto, che andava ad affiancare l'automedica nel capoluogo come secondo mezzo di soccorso avanzato, sostituendo una “medicalizzata”.
 
Nonostante una campagna mediatica denigratoria, faziosa e strumentale nei confronti del nuovo modello, l’‘India’ vide la luce e mosse i primi timidi passi sotto i riflettori e la lente d’ingrandimento di chi forse attendeva un passo falso per potervi puntare il dito contro.

Non staremo a raccontarle di quello che dietro le quinte si è detto, fatto (o non fatto…); poco importa, poiché il monitoraggio costante dei dati ha dato un esito lapidario: il modello funziona.
Non una criticità, prestazioni in linea con la medicalizzata, mai un evento negativo “da giornale”.
Bene, Signor Direttore, penserà che stiamo raccontando una storia a lieto fine.

Invece no, non è così: anche se quel ‘passo falso’ non c’è stato, all’orizzonte si addensano nubi oscure sull’India di Siena. Sebbene totalmente immotivate e prive di ogni evidenza, pare vi siano pressioni politicamente rilevanti, per il ripristino del modello precedente.

Di fronte a questo certamente non ci arrendiamo, ma continueremo a lavorare come Enti sussidiari dello Stato portando nelle interlocuzioni politiche elementi di realtà sulla salute dei cittadini, e non faziose posizioni anacronistiche.

E ci chiediamo: quali evidenze devono portare le professioni sanitarie per veder correttamente riconosciute le proprie competenze?
La sostenibilità passa dalle evidenze o dal gioco di ‘chi urla più forte’, magari per interessi lontani dal ‘cittadino al centro’?
Sentiamo tutti i giorni parlare di un sistema sanitario in difficoltà, della necessità di ricercare appropriatezza, poi, alla prova dei fatti, nemmeno a fronte di risultati inequivocabili si ha la forza di sostenere i modelli virtuosi.  

Se i politici non riescono a comprendere è dovere degli addetti ai lavori, Aziende in primis, metterli in grado di capire e vedere oltre i luoghi comuni. Con la dovuta onestà intellettuale.

Michele Aurigi
Presidente Ordine Professioni Infermieristiche Siena

Giovanni Grasso
Presidente Ordine Professioni Infermieristiche Arezzo

Nicola Draoli
Presidente Ordine Professioni Infermieristiche Grosseto


10 luglio 2019
© Riproduzione riservata

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