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Medicina generale: 666 posti sovranumerari? Pure troppi

di Claudio Cappelli

26 SET - Gentile direttore,
imperversa la polemica dopo la recente decisione in sede di Conferenza delle Regioni, di destinare ai costi di organizzazione dei corsi la cifra di 1000 euro a corsista sovranumerario ad anno di corso. Il calcolo è quindi presto fatto, con 1000 euro ad anno pari a 3000 euro a triennio per ogni corsista che verrà inserito nel sistema di formazione della Medicina Generale in quota sopra numeraria, ovvero senza borsa di studio, nel limite di quelle risorse disponibili del Decreto Calabria pari a 2 Milioni di euro per 3 annualità.

La decisione ha scatenato l’indignazione dell’ Ex Ministro Grillo, la quale ha parlato di una diminuzione del numero atteso di corsisti in base a quanto “stabilito precedentemente”, ovvero nelle Linee Guida delle regioni del 19 Luglio, di 2000 medici a triennio con costi di organizzazione dei corsi, e qui viene del bello, che “secondo il dato storico” del Ministero essere di 1000 euro a TRIENNIO (333 euro ad anno quindi).

L’uscita dell’ex Ministro, con quella cifra ben chiara in mente del dato storico di organizzazione dei corsi, mi lascia estremamente perplesso.
Nel recente studio che ho portato alla luce sul finanziamento della formazione in medicina generale, ho studiato elaborato ed analizzato le Delibere del Cipe dal 2000 al 2018 e ho pubblicato qui sul vostro giornale il risultato dello studio.

Tra i tanti meccanismi di definanziamento venuti alla luce che allego riepilogandoli in una nuova ed inedita flowchart, i costi di organizzazione dei corsi era quelli con maggior criticità e che aveva suscita in me la maggiore indignazione.

In primis perché, come per il decreto calabria, i costi amministrativi risultano essere dei meccanismi di vera e propria programmazione delle risorse umane. Ovvero prima decidiamo quanto costa formare un corsista (con o senza borsa che sia) e poi vediamo quanti soldi avanzano per formare un numero imprecisato di corsisti.
 
 
In secondo luogo perché appunto questo “fondo per i costi di organizzazione dei corsi” è un costo variabile.
Il “dato storico” di 1000 euro a triennio espresso dall’ex Ministro è semplicemente un dato falso.
Nella figura sotto si può vedere come il finanziamento degli ultimi anni sia stato variabile e sia sceso dai 2650 del 2016 ai 1100 del 2017 per poi scendere vertiginosamente a circa 250 euro a corsista e risalire a 3200.
 

 
Se andiamo a vedere la delibera che ha allocato 40 milioni aggiuntivi di risorse (fortemente voluti dallo stesso Ministro Grillo) possiamo vedere infatti come nella prima delibera dei 38.735 milioni di euro venivano destinati solamente 790 mila euro di costi di organizzazione (pari a 250 euro a corsista per quell’anno) mentre nella seconda delibera venivano destinati 8 milioni a fronte dei 40 extra per 2520 borse (per quelle 840 borse aggiuntive – ovvero 8 milioni di euro per l’intero triennio – ovvero quasi 1100 euro ad anno per ogni corsista.
 
Negli ultimi 6 anni quindi, abbiamo avuto una media dei costi di organizzazione di 1700 euro ad anno per ogni corsista, che avrebbero dovuto finanziare solamente 392 borse aggiuntive per sopra numerari a fronte dei 666 stabiliti nella recente conferenza.
Volendo poi andare anche a prima del 2013 ovvero cominciare a guardare il rapporto fra finanziamento delle borse di formazione e costi di organizzazione possiamo vedere come siano sempre stati, questi ultimi, variabili e che abbiano influito sul numero di borse da mettere a bando da quando il corso sia stato istituito. 

All’interno dello studio, che a questo punto suggerisco di leggere e di approfondire anche all’ entourage del nuovo Ministro Speranza, vengono portati alla luce altri fenomeni che contribuiscono a destinare risorse dalla quota “Borse” alla quota “extra borse”, ovvero l’IRAP e la Compartecipazione della Sicilia. 
Per non parlare poi dei fondi delle borse perdute che fino al 2010 sono stati calcolati dalle regioni e che lo stato ha sottratto dal finanziamento generale pari a 75 milioni di euro e che dal 2011 spariscono dalle delibere del CIPE per cui possiamo dire che siano ancora nelle casse delle regioni. 
Se poi vogliamo inquadrare il problema della carenza dei medici sotto l’aspetto più generale del finanziamento (che ricordo essere un Fondo vincolato all’interno del FSN) ci renderemo conto di come questo sia stato in media negli ultimi anni appena lo 0.04%, una cifra irrisoria, modesta, indecorosa e che è alla base della carenza dei medici di cui stiamo discutendo. 
 

 
Se poi vogliamo anche far notare come il finanziamento per l’anno 2018 (concorso MMG 2018) sia stato attribuito nel 2019 (per inizio corsi a Marzo 2019) e che il finanziamento per l’anno 2019 sarà attribuito nel 2020 (per inizio corsi a Marzo 2020) ecco che potremmo trovare in quell’anno perso e non recuperato ulteriori 38.735 milioni di euro da recuperare e destinare alla formazione come nuovo finanziamento. 

Immettere nel sistema attraverso il Decreto Calabria, medici in formazione senza retribuzione a fronte dei migliaia fermi nell’imbuto, a fronte di un finanziamento ridicolo (lo 0.04% appunto del FSN), a fronte dell’anno perso e non recuperato, a fronte dei fondi perduti ancora in cassa alle regioni, e indignarsi perché i costi di organizzazione dovevano essere ugualmente irrisori (se fossero stati 1000 euro a triennio quindi 333 euro ad anno), appare onestamente una polemica fuori luogo e pretestuosa.

Passata quindi la “sbornia da sovra numerario” quello che auguriamo al nuovo Ministro è di occuparsi della questione della carenza dei medici di medicina generale dando DIGNITA’ ai colleghi fermi nell’imbuto formativo e trovando le risorse (che ci sono) per aumentare il numero di contratti.

Che poi oltre alla quantità (di borse) il tema della qualità della formazione dovrebbe essere ugualmente al centro del dibattito.
La nostra Associazione è a disposizione dei tecnici competenti per analizzare nel dettaglio tutti i documenti citati e per portare alla luce nuovi fondi da destinare alla formazione in Medicina Generale.
 
 
 
Claudio Cappelli 
Direttivo Nazionale Associazione ALS 


26 settembre 2019
© Riproduzione riservata

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