Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Giovedì 25 APRILE 2024
Lettere al direttore
segui quotidianosanita.it

Intramoenia. Fare chiarezza

di Plinio Pinna Pintor

08 MAR - Gentile direttore,

non si può non concordare pienamente con le affermazioni del Dott. Monchiero, pubblicate su Quotidiano Sanità.

Altrettanto condivisibili quelle della Cimo in risposta ad una mia lettera che allego (vedi testo a fondo pagina, ndr).

Tutti gli interessati, associazioni professionali in testa e penso medici e pazienti richiedono che si addivenga, finalmente, dopo più di 40 anni (la legge Mariotti 132 è del 1968), alla loro applicazione che consenta ai medici ospedalieri di esercitare “intramoenia” la libera professione ed i pazienti di poterne usufruire se richiesta.

Come è noto, tuttavia, sin dalla fine degli Anni ’70 il movimento sindacale si è impegnato per contrastare questa realizzazione, tant’è vero che, non solo questi reparti non sono stati costruiti, ma sono stati eliminati dove già c’erano, malgrado la legislazione sanitaria precedente e successiva alla riforma che è del 1992 (502 – 517) ribadissero l’obbligo di predisporre i locali per la libera professione.

Ciò che, in parte, è stato realizzato in alcune regioni italiane con un costo (dati Agenas) di 750.000.000 euro circa rispetto allo stanziamento del 2001 di 840.000.000 euro circa.

Non risulta che in Piemonte siano stati utilizzati gli 80.000 euro residui.

I punti di vista del Ssn sono più che legittimi, come quelli dei Medici e dei Pazienti.

Mi compete, tuttavia, sottolineare che altrettanto legittime sono le esigenze delle strutture private indipendenti (non convenzionate con il Ssn) utilizzate da decenni per offrire i famosi “spazi” per soddisfare il diritto dei professionisti alla libera professione e le uniche strutture che consentono ai malati di scegliere sia il medico sia il luogo di cura.

Ciò ha comportato cospicui investimenti di risorse, tecniche ed umane, per garantire la qualità e sicurezza nell’esercizio della professione, specialmente chirurgica.

Se l’appello del Dott. Monchiero è da sottoscrivere integralmente, cioè la necessità di fare finalmente chiarezza per “garantire guadagni adeguati” ed evitare che i migliori siano tentati ci abbandonare le strutture pubbliche, e questo è il punto di vista legittimo delle Aziende Ospedaliere, altrettanto legittimo, e credo di interpretare e rappresentare le strutture affini a quella che presiedo, è che i professionisti facciano la loro scelta in modo da eliminare una volta per tutte la situazione precaria e per molti versi insostenibile quale è l’attuale, soprattutto per il trascinarsi di incertezze e di una vita tumultuosa per i medici nell’esercizio della professione che richiede serenità, tranquillità economica e prospettive certe per il futuro e, per le strutture che li ospitano, certezze per le strategie di sviluppo.

Plinio Pinna Pintor
 
 

Ai Segretari Regionali di: ANAAO-ASSOMED, ANPO, CIMO

Il recentissimo scandalo nella sanità napoletana che ha portato in carcere un famoso (a Napoli) primario di ortopedia e che si è svolto con un copione noto da decenni, lascia stupefatti per la spudorata ingenuità degli attori: come potevano pensare di farla franca fidandosi di un malcostume generalizzato di lassità nella sanità pubblica per quanto riguarda il rispetto delle norme vigenti da 20 anni (Legge 502/1992)?
Come si risolve secondo il Ministero il problema della libera professione dei Medici ospedalieri?

Il Decreto Legge del 29.12.2011 stabilisce che dalla data del 30 Giugno tutti i Medici dipendenti dal SSN che hanno scelto il rapporto esclusivo ed hanno usufruito della cosiddetta formula “intramoenia allargata”, cioè di svolgere la libera professione con le modalità contingentate in strutture private al di fuori delle Aziende e presidi ospedalieri, dovranno svolgerle all’interno delle strutture pubbliche.

Ritengo sia una decisione apprezzabile quella del Governo attuale e del suo Ministro della Sanità di aver deciso un provvedimento così categorico dopo decenni di complicate acrobazie normative e burocratiche e di altrettante ipocrisie giuridiche per consentire la libera professione dei medici ospedalieri che è un diritto ineludibile.

Ho sufficiente memoria dello studio del Prof. Sisto, nostro maestro di patologia medica, al piano terreno di Via Genova, studio ampio e prestigioso in cui ci riceveva per gli incontri di lavoro (ero allievo negli anni della guerra), con gabinetto di visita attiguo.

Ho altrettanta memoria del reparto pensionanti nelle tre classi A B C con ampie camere, lussuose per l’epoca e camerieri in guanti bianchi (ancora negli anni 50!).

L’Ospedale Sant’Anna aveva un reparto pensionanti in una villetta a fianco, poi trasformata per la sede dell’AVIS, dove operava il Prof. Dellepiane (non è mai andato nelle nostre strutture private ad operare).

Premetto che come gestore di una Azienda non sono molto contento se un mio dipendente va a lavorare altrove in una attività che mi fa concorrenza (per questo ho licenziato una dipendente); trovo più che giustificato, pertanto, il comportamento, dal sapore inquisitorio, per cui riceviamo periodicamente richieste per controllare le ore in cui la libera professione intramoenia dei medici ospedalieri si svolge nei nostri ambienti al fine di verificare il rispetto delle norme e, soprattutto, sia l’entità del lavoro sia gli orari.

La scadenza del 30 Giugno p.v., prevista dall’attuale decreto, tuttavia, lascia perplessi per più motivi.

Il fatto che, come prescrive il decreto, a far data dal 30 Giugno p.v. tutti i medici e chirurghi dipendenti del SSN non potranno più svolgere la libera professione, sia pure nei termini previsti dalla legge per quanto riguarda il monte ore e gli orari, in strutture ambulatoriali e di ricovero private esterne, confligge con l’impossibilità pratica di svolgerla all’interno per la nota carenza, salvo alcune eccezioni, di spazi – cioè reparti ed anche ambulatori specifici in numero sufficiente per il ricovero e l’assistenza di pazienti paganti in proprio, nella maggioranza delle aziende e dei presidi ospedalieri dell’area metropolitana.

Ciò che significa in pratica per i Medici la privazione del diritto di svolgere la libera professione ma anche di quello di rinunciare eventualmente al rapporto esclusivo con i relativi diritti.

Questa scelta, infatti, con la normativa attuale, potrà essere effettuata soltanto entro il Novembre p.v. a valere dall’inizio del 2013.
La situazione per i medici ospedalieri è quindi una specie di “scacco matto”.

Perché la Regione, se ha i poteri, non sancisce una deroga al decreto – se è possibile – che consenta di anticipare la scelta del rapporto di lavoro prima del 30 Giugno a valere già dal semestre successivo?

Anche se i Medici ospedalieri che svolgono la libera professione nella forma ibrida e provvisoria di intramoenia cosiddetta allargata sono, come indicano le statistiche, una minoranza, penso peraltro professionalmente “qualificata”, visto che il diritto della minoranza va rispettato perché non facilitare la realizzazione?
 
Risposta
Anche la CIMO si sta adoperando per spostare il termine del 30 giugno per arrivare finalmente a una soluzione del problema dell'intramoenia, che riteniamo debba prevedere comunque, a regime, la possibilità ' di utilizzare spazi esterni in convenzione sotto il controllo dell'azienda.
L'anticipo dell'opzione al 30 giugno rappresenta l'ultima ratio, ma non risolverebbe il problema di fondo.

08 marzo 2012
© Riproduzione riservata

Altri articoli in Lettere al direttore

lettere al direttore
ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy