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Nuove tecnologie in medicina generale. È nostro compito seguire il cambiamento

di Mauro Petrucci

09 DIC - Gent.mo Direttore,
in qualità di medico di medicina generale e come segretario provinciale Fimmg di Chieti, sento la necessità di partecipare, interpretando anche il parere di tanti altri colleghi, al confronto aperto dal collega Calisi sulle pagine del suo giornale in merito alle nuove dotazioni strumentali e di telemedicina.

Come medici è nostro dovere essere sempre in costante formazione ed aggiornamento, essere attenti all’evoluzione ed innovazione della medicina per poter garantire sempre e comunque la migliore assistenza al paziente. Il medico di medicina generale, o come molti lo chiamano “di famiglia”, si è caratterizzato da sempre per il suo approccio olistico al paziente. Oggi non si parla più di curare ma di “prendere in cura” il paziente, cosa che lo ha caratterizzato ed ha fatto da sempre. Questa è la nostra mission che però non può essere ancorata a vecchi schemi ignorando le nuove frontiere aperte dall’intelligenza artificiale in medicina.

Il dotarsi di alcuni nuovi strumenti come elettrocardiografi, spirometri, ecografi, minilab, minirobot per teleconsulto, ecc., non significa sostituirsi allo specialista e pretendere di fare una cosa che loro fanno meglio per la specifica competenza e formazione di cui dispongono. Significa mettere nella nostra “borsa” insieme al vecchio fonendoscopio, sfigmomanometro, otoscopio, ecc. altri strumenti che migliorano la nostra capacità di visita e di esame obiettivo del paziente. Significa anche inviare il malato dallo specialista con delle informazioni in più.  Significa avere delle possibilità in più per monitorare i nostri malati, anche dopo che sono stati visti dallo specialista. Avere nella nostra disponibilità questi strumenti non significa che dobbiamo refertare alla stregua dello specialista ma avvalercene per acquisire maggiori informazioni necessarie a migliorare il livello di accuratezza di una diagnosi, a monitorare al meglio i pazienti cronici, per evitare e ridurre le riacutizzazioni.

Altra considerazione è che, grazie alle innovazioni sempre maggiori e rapide dell’intelligenza artificiale, questi strumenti saranno alla portata di molti, pazienti compresi, con competenze minori alle nostre. Pertanto, è nostro dovere cercare di gestirli noi affinché non se ne faccia un uso inappropriato e distorto.

Un altro aspetto importante ed assolutamente non trascurabile è che l’attuale classe di medici di base è in procinto, nel giro di pochi anni, di essere sostituita quasi completamente da giovani colleghi che sono nati, cresciuti e formati con le nuove tecnologie che sono in grado di gestire ed usare in maniera molto naturale ed appropriata. Pertanto, è nostro compito, anche dal punto di vista sindacale, cercare di favorire ed ottenere questo cambiamento nell’organizzazione, nello strumentario dei nostri ambulatori e nella nostra attività affinché i giovani colleghi ne possano beneficiare da subito.

Alla luce di queste considerazioni dobbiamo dare atto e ringraziare il ministro Speranza che ha avuto l’intuito e la capacità di comprendere l’importanza di questo aspetto prevedendo nella prossima finanziaria i fondi necessari a garantire ai medici di medicina generale questi nuovi ausili. Il nostro compito ora non è ostacolare ed osteggiare questa opportunità ma raccogliere la sfida nell’interesse del paziente e della qualità del nostro lavoro.

La mia conclusione è che per fare sempre meglio in medicina non è fare di più o di meno ma fare le cose più giuste ed opportune restando sempre aggiornati ed al passo dei tempi senza avere paure e timori a raccogliere le nuove sfide.
                            
Dr. Mauro Petrucci
Segretario provinciale FIMMG Chieti


09 dicembre 2019
© Riproduzione riservata

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