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Medici in corsia a 70 anni e specializzandi assunti al 3° anno? Soluzioni approssimative

di Michele Saccomanno

26 FEB - Gentile Direttore,
il 20 febbraio la Camera dei Deputati ha votato la fiducia alla legge di conversione del decreto Milleproroghe 2020 “Disposizioni urgenti in materia di proroga di termini legislativi, di organizzazione delle pubbliche amministrazioni, nonché di innovazione tecnologica”. Il passaggio al Senato sarà molto rapido e senza ulteriori modifiche, visto che l’approvazione finale dovrà avvenire entro fine mese.
 
Il testo originario del decreto legge, uscito dal Consiglio dei Ministri del 21 dicembre, conteneva già provvedimenti positivi per la sanità, che riguardavano sia proroghe di termini che disposizioni finanziare di competenza del Ministero della salute, delle quali avevamo anticipato nello scorso numero l’incremento delle risorse per le retribuzioni accessorie della dirigenza medica, sanitaria, veterinaria e delle professioni sanitarie. Nel nuovo testo, emendato dalle Commissioni riunite Affari Costituzionali e Bilancio della Camera, si aggiungono due misure sottoscritte dalle Regioni nel Patto per la Salute per sopperire alla carenza di personale: la possibilità, su base volontaria, per i dirigenti medici di continuare a lavorare per il SSN oltre i 40 anni di servizio ed entro i 70 anni d’età fino al 2022; e l’ammissione degli specializzandi al terzo anno di corso ai concorsi nelle strutture ospedaliere con graduatoria separata.
 
Sulla prima norma, che equipara temporaneamente i dirigenti medici ospedalieri a quelli universitari in termini di età pensionabile, si è discusso per anni. Il Presidente della Nuova ASCOTI, On. dott. Michele Saccomanno, già nel 2010 presentò un emendamento al Senato che modificava il comma 1 dell’articolo 15 nonies del d.lgs. 502/1992 sul limite massimo per il trattenimento in servizio. Si stabilì che il collocamento a riposo dei dirigenti medici e del ruolo sanitario fosse consentito oltre il 65° anno di età, su istanza dell’interessato, al maturare dei 40 anni di servizio effettivo e non oltre i 70 anni. La proposta attuale, derogando all’art. 15 nonies, muove indubbiamente da esigenze diverse. Governo e Regioni stanno cercando di fronteggiare la carenza di medici specialisti attraverso risposte di natura  emergenziale in attesa di regolari assunzioni di nuovi dirigenti da immettere con le procedure concorsuali.
 
La seconda norma è sulla falsariga della precedente, in quanto permette ai medici in formazione specialistica di partecipare ai concorsi per riempire le carenze di organico. Tale possibilità è stata introdotta a giugno scorso dal decreto Calabria per gli iscritti all’ultimo anno di corso o al penultimo, se di durata quinquennale, e adesso estesa a partire dal terzo anno. Si prefigura, pure in questo caso, una situazione di criticità, perché se è vero che i vincitori di concorso saranno collocati in graduatorie separate e assunti con contratti di lavoro subordinati a tempo determinato e con orario part time, è altrettanto vero che tutto ciò rischia di verificarsi a discapito di un’idonea formazione e in condizioni di disparità con i medici formati, nonché in termini di responsabilità legale.
 
Siamo dell'idea che le soluzioni trovate rispondono solo in parte e con approssimazione alla mancata programmazione dei fabbisogni. Auspichiamo che gli obiettivi di medio termine siano orientati a una reale corrispondenza degli organici ai carichi di lavoro, al rispetto del professionista medico che deve essere considerato colui che cura e non solo colui che produce, e a orari di lavoro compatibili con uno stile di vita accettabile.
 
Michele Saccomanno
Presidente del sindacato degli ortopedici Nuova Ascoti

26 febbraio 2020
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