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È proprio tutta colpa del Covid?

di Mirka Cocconcelli

16 GIU - Gentile Direttore,
alcuni giorni fa il Commissario Straordinario dell’Ausl di Bologna ha indirizzato una missiva a tutto il personale sanitario in cui lo si informava, con decisione unilaterale, del taglio di 420 posti letto negli Ospedali cittadini bolognesi adducendone la responsabilità alla rimodulazione sanitaria, legata alla recente pandemia.
 
A mio avviso, il Sars-CoV-2 è solo una scusa per giustificare una drastica riduzione di posti letto già pensata in epoca pre-Covid e, lo dico per i profani, 420 posti letto in meno significano una eliminazione di 20 unità operative, con conseguente allungamento delle liste di attesa nelle varie branche specialistiche.
 
Nella lettera il Commissario chiedeva la collaborazione del personale sanitario nell’attuazione di questo progetto, ma numerosissimi colleghi hanno esternato la loro rabbia e sconcerto per una decisione verticistica non concordata con le parti sociali ed arrivata come un fulmine a ciel sereno, in assenza di un minimo di concertazione.
 
Ribadisco il concetto che la gestione sanitaria non può essere gestita da pochi “eletti”, deve sussistere un confronto aperto con i Professionisti della salute, alla ricerca di una soluzione condivisa che assicuri un’adeguata assistenza sanitaria ai cittadini, mentre il dato di fatto è che la rimodulazione attuata dalle politiche sanitarie regionali si è tradotta in sonori tagli in assenza di un confronto con le parti sociali, come riferiscono numerosi sindacati tra cui il Segretario regionale Cimo-Emilia Romagna Eugenio Cosentino.
 
La pandemia da Covid non giustifica i tagli, anzi, ha solo evidenziato i 4 punti deboli del SSR/SSN:
1) Carenza di personale, con una inarrestabile fuga dal pubblico: sono 41.400 i lavoratori persi dal 2008 e sono 9.000 i medici formatisi in Italia e fuggiti all’estero negli ultimi 8 anni (come evidenza il Report della Corte dei Conti, del 30 maggio 2020);
 
2) Personale sempre più precarizzato e la Regione Emilia Romagna ha aumentato il lavoro precario dei medici del 193% e degli Infermieri dell’81%;
 
3) L’alto numero di morti nelle ex RSA/Case di riposo accreditate dovrebbe far riflettere, i vertici regionali, sulla carente assistenza territoriale poco adeguata alla pandemia e lo dimostrano i dati dell’ISS da cui emerge che l’Emilia Romagna ha il dato più alto in assoluto di morti in RSA, ex Rsa/Case di riposo accreditate, col 57.7 % delle morti, davanti alla Lombardia col 53.3%;
 
4) Si sono persi 400.000 interventi chirurgici per il Covid ed ora, per abbattere le liste di attesa, il Governatore ed i vertici sanitari emiliano romagnoli vogliono recuperare facendo lavorare incessantemente, per tutto il periodo estivo, un personale sanitario già stremato da mesi di superlavoro, negando loro, il giusto e sacrosanto diritto alle ferie ed ai recuperi.
 
Tutti noi abbiamo in mente l’infermiera accasciata sulla tastiera, le piaghe da decubito sul volto dei colleghi, le dermatiti da pannolone sotto la tuta idrorepellente, in quanto, per le 12-14 ore di guardia continuativa, si era impossibilitati ad espletare le normali funzioni fisiologiche e adesso, chi ci amministra come li premia? Osando chiedere, al medesimo personale, ulteriori sacrifici!
Non ci siamo, proprio non ci siamo!
 
E’ doveroso sottolineare che il personale sanitario durante tutta la pandemia ha dato il massimo, nonostante molti colleghi siano stati mandati allo sbaraglio senza adeguati dispositivi di protezione individuali e nonostante il blocco delle ferie, le migliaia di ore di straordinario non riconosciute, la libera professione bloccata da 5 mesi, il bonus da 930 euro, barattato con 15 ore di lavoro. Mi risulta che nessun collega abbia chiesto l’ordine di servizio per gli innumerevoli turni eseguiti fuori del debito orario; altrochè la retorica degli eroi, stiamo parlando di schiavizzazione dei professionisti sanitari, mentre sarebbe indispensabile solo il giusto rispetto per una categoria che ha dato l’anima e adesso pretende il giusto riconoscimento ed un sacrosanto riposo.
 
Io mi chiedo e vi chiedo con che coraggio si chiedono sacrifici aggiuntivi e se i vertici sanitari regionali vogliano nuovi morti da stress lavorativo.
Ci avevano assicurato che tutto sarebbe cambiato, tutto sarebbe stato riformato; bene, dalla missiva del Commissario straordinario dell'Ausl di Bologna si evince che tutto è stato riformato sì, ma in senso peggiorativo, tagliando 420 posti letto.... Eppoi mi parlano del paziente al centro dell'assistenza, ma per favore, abbiate il pudore di tacere!
 
La categoria dei Professionisti della salute ha già minacciato che scenderà in piazza una volta al mese da qui alla fine di agosto perché evidentemente non sono bastati i 168 medici morti, i 4.245 operatori sanitari contagiati ed i 47.022 contagi di origine professionale denunciati all’Inail, tra la fine di febbraio ed il 31 maggio 2020 (IV Report Inail), per non contare le innumerevoli denunce che si scaricheranno su quelli che solo ieri, erano gli "eroi" ed ora sono unicamente i capri espiatori di un sistema sanitario regionale in smantellamento.
Il personale sanitario è stanco di essere considerato “carne da macello” ed ogni ulteriore commento lo ritengo superfluo!

Dr.ssa Mirka Cocconcelli
Chirurgo ortopedico
Socio onorario di Obiettivo Ippocrate
 


16 giugno 2020
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