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Liste di attesa. “Premiati i soliti noti, escluse le professioni sanitarie. La Fials non ci sta” 

di Giuseppe Carbone

29 LUG - Gentile Direttore,
le Regioni e il Governo si apprestano a varare misure tese a abbattere le liste d’attesa provocate dalla stasi effettuata in osservanza alle misure adottate dallo stato di emergenza per il Covid-19.
 
Dalle notizie di stampa sembrerebbe che le soluzioni della parte pubblica si risolvano nel proporre incentivi economici per i medici come se ancora si potesse pensare che l’unica risposta ai bisogni di salute sia solo ed esclusivamente di tipo medica e non, invece, prevedere l’intervento pluri ed interprofessionale nell’intero processo prestazionale della prevenzione, della cura e della riabilitazione.
Ma quali eroi? Cambiano i Governi, i Ministri della Salute, i Presidenti e gli Assessori alla Sanità della Regione ma rimane l’ossequiosa riverenza del potere politico nei confronti di un’unica professione ritenuta l’unica degna di attenzione.
 
Come Fials non vogliamo certamente sminuire l’importanza ed il ruolo centrale dell’atto medico nell’erogazione delle prestazioni sanitarie ai cittadini, ma è la parte pubblica o meglio quella datoriale che umilia tutte le altre componenti professionali non considerando l’importanza e la pari dignità delle loro prestazioni per garantire il diritto alla salute nei tempi giusti ed appropriati, come se fossero ancora ausiliari alla professione medica ed ai suoi atti.
Qualsiasi buon governante dovrebbe sapere che già in tempi normali le liste di attesa o i tempi per erogare le prestazioni per molte professioni sanitarie diverse da quella medica sono dilatati per i noti, maledetti tagli agli organici rispetto al numero ottimale, ma adesso dopo il blocco dovuto dal COVID-19 la situazione è maggiormente aggravata e preoccupante.
 
Vi sono prestazioni, ad esempio ma non è un elenco esaustivo, di prevenzione riabilitazione, diagnostiche, di assistenza infermieristica ed ostetrica, psicologiche, di servizio sociale professionale…, urgenti, necessarie e molte volte indispensabili che presentano tempi sempre più lunghi di risposte per erogarle agli utenti, con reali pericoli per la loro corretta appropriatezza nei tempi corretti per il loro reale beneficio.
 
Per questi motivi sarebbe quanto mai opportuno che Ministero della Salute e Conferenza delle Regioni, previo confronto con le rappresentanze sindacali, proponessero e adottassero un piano per l’abbattimento delle liste di attesa delle prestazioni rese dai professionisti della salute, sanitari e sociosanitari, tutti, nessuno escluso, in grado di apprezzare, valorizzare ed incentivare il loro maggiorato impegno professionale e carico di lavoro.
Così facendo un buon governante è attento ai nuovi e vecchi bisogni di salute, conscio che il quadro epidemiologico e demografico del Paese, ed il rallentamento se non il blocco di molte prestazioni ai cittadini, richiedano misure straordinarie e tempestive al fine di evitare o almeno contenere danni alla salute individuale e collettiva e all’economia familiare e dello Stato.
 
Giuseppe Carbone
Segretario Generale Fials

29 luglio 2020
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