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Radioterapia. Facciamo chiarezza su ruolo, carriera e formazione

di Giampaolo Zini

08 MAG - Gentile direttore,
in riferimento alla mia ultima lettera, che ha generato diverse reazioni, ho sentito l’esigenza di aggiungere alcune puntualizzazioni.
E’ doveroso premettere che avendo avuto l’occasione di svolgere funzioni di Direttore di Struttura Complessa sia nel Sud, che nel Centro Italia oltreché in Emilia dove sono da poco più di un anno, mi sento in grado di delineare un quadro comparativo e veritiero della situazione lavorativa nonché formativa dei professionisti che ruotano attorno alla disciplina della Radioterapia, suffragata per altro dai dati disponibili sul sito della nostra società A.I.R.O.

Procediamo per punti:
Qualità della formazione
Si riscontra forte disomogeneità, verificabile in sede lavorativa, in funzione delle sedi universitarie di provenienza. Nella regione E-R ed in genere nel Nord Italia (tranne rare eccezioni) la richiesta dei TSRM per la Radioterapia è più che triplicata negli ultimi 20 anni; tantoché si è passati da poco più di 50  a più di 150 unità  rappresentando quindi adesso quasi il 10% dei tecnici presenti in E-R. A questi è doveroso aggiungere TSRM che operano nelle strutture di Fisica Sanitaria ed addetti ai QC, dosimetrie e pianificazione di trattamenti radioterapici. Il rapporto tra TSRM e Medici specialisti è di poco superiore a 2 a 1 (rapporto europeo pari a 3 vs 1) e si nota come l’esigenza di Tecnici laureati è quadruplicata in 20 anni, mentre quella di personale medico appena è raddoppiata. Il rapporto descritto si abbassa nel centro-sud Italia fino ad osservarsi in talune realtà  un numero maggiore di medici rispetto i tecnici.
Quest’ultima realtà conferma che, nonostante il gap tecnologico sia oramai stato superato, persistano tuttora difficoltà nell’erogazione delle prestazioni di radioterapia e limitate possibilità di occupazione per il personale tecnico.
Per quanto concerne la formazione del personale clinico; negli ultimi 20 anni vi è stata la nascita di specializzazioni di Medicina Nucleare, Radioterapia, Radiodiagnostica; mentre nell’ambito della formazione dei professionisti TSRM il percorso formativo rimane unico e trasversale alle discipline. Quest’ultima affermazione identifica una buona razionalizzazione del personale tecnico (l'eccezione, come in tutte le cose è sempre possibile) ma non è sempre in grado di qualificare al massimo le specificità rispetto al grosso tronco comune della diagnostica. Queste sono però sempre integrabili mediante formazione post-laurea dedicata.
A quest’ultima, che costituisce un onere in termini di costi e tempo per il personale tecnico, non fa in genere seguito un riconoscimento contrattuale adeguato né una corsia preferenziale per eventuale assunzione nell’ambito della disciplina.
Potrebbe essere oggetto di discussione  la possibilità di assunzione nell’ambito della disciplina sulla base di requisiti specifici di ammissione quale ad esempio la formazione post-laurea, anche ai fini di promozione di quest’ultima.

Dirigenza/Vice Dirigenza
E’ auspicabile, a differenza di quanto avvenuto nell’impiego pubblico, lo sviluppo e conquista della stessa per garantire importanti sbocchi occupazionali, professionali e soprattutto la collaborazione e non la competizione o sovrapposizione tra i professionisti sanitari che operano nella medesima disciplina. La riforma dei profili professionali  deve essere indirizzata ad una concreta crescita di competenze e valorizzazione ma rimanere estranea ad una logica puramente contabile, anzi prevedere adeguati investimenti, e sviluppata nell’interesse del cittadino paziente.
 
Sviluppo ordine professionale
La vecchia logica del mansionario rappresenta ancora l’ostacolo maggiore allo sviluppo delle professionalità… tale sviluppo viene perseguito nella creazione del processo di ordine professionale. La “cultura” del mansionario deve essere superata concretamente!

P.S. A differenza di altre branche della radiologia, per quanto concerne la Radioterapia, l’abilità del tecnico di radioterapia è determinante sull’outcome/successo del trattamento stesso in quanto il TSRM soprassiede direttamente ed in modo autonomo, con responsabilità, alla fase attuativa della terapia radiante.
A questo si aggiunge il necessario approccio empatico e psicologico di specifica competenza d’equipe; il contatto con il paziente si sviluppa nel tempo in maniera da determinare un vero e proprio rapporto di fiducia con il personale tecnico a differenza delle altre branche afferenti all’area tecnica.
Nella formazione in questo settore e più precisamente nella psico-oncologia, a differenza di quanto già accade nell’area delle Scienze Infermieristiche, c’è ancora molto da investire.
Tale integrazione, che si è avvalsa di un confronto con il Collegio Tecnici Sanitari di Radiologia Medica di Ferrara, risulta importante per delineare alcuni concetti che potevano dar luogo ad errate valutazioni ed incomprensioni  da parte di lettori ignari del complesso sistema socio-sanitario e della peculiarità della disciplina stessa.
 
Dott. Giampaolo Zini
Direttore U.O. di Radioterapia AOU S.Anna di Ferrara

 

08 maggio 2012
© Riproduzione riservata

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