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Digitalizzazione in sanità. A che punto siamo?

di Matteo Cecconi

14 OTT - Gentile Direttore,
i mesi passano, eppure le polemiche sulla gestione dello stato di emergenza non si placano. In questi giorni assistiamo a un dibattito incentrato sulla riorganizzazione del sistema sanitario, senza trovare una soluzione che risponda alle incognite su quale potrebbe essere il modello migliore per far fronte alla seconda ondata di contagi.
 
Abbiamo visto come anche in questo settore il digitale e le innovazioni tecnologiche hanno assunto un ruolo fondamentale. Basti pensare alle sollecitazioni a cui ha dovuto far fronte durante il lockdown, portando imprese e strutture sanitarie ad adottare soluzioni tecnologiche per garantire - da remoto - continuità nell’assistenza ai pazienti. 
 
Secondo l’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità del Politecnico di Milano, per la Telemedicina l’emergenza sanitaria ha attivato un’accelerazione che sarà difficile ignorare, mutando anche l’opinione dei vari stakeholder del settore. Infatti, il 62% dei medici di medicina generale ha affermato che userà la telemedicina per assistere i pazienti, mentre il 33% già la usava, contro un 5% che non ha usato questo strumento e non lo farà in futuro.
 
La pandemia, quindi, ha giocato un ruolo fondamentale nella presa di coscienza di strumenti digitali in sanità; settore che negli anni in Italia ha visto crescere il valore del mercato. Nel 2018, la spesa complessiva per la digitalizzazione della sanità italiana è stata pari a 1,39 miliardi di euro (1,2% della spesa sanitaria pubblica, corrispondente a circa 23€ per abitante), con un aumento del 7% rispetto al dato del 2017, anno in cui la spesa era stata stimata pari a 1,3 miliardi di euro. Si tratta di un forte cambiamento di rotta rispetto al calo che si è verificato nel 2016 e nel 2017. Un segnale confortante che conferma come il digitale sia sempre più considerato una leva strategica per l’innovazione dei processi.
 
Sono sempre più centrali servizi e soluzioni come la rete fonia/dati e Wireless, Cloud Computing, ecc. che abilitano il funzionamento delle applicazioni (ad esempio la cartella clinica elettronica). La connettività, inoltre, permette la comunicazione medico-paziente e l’utilizzo di soluzioni di Telemedicina.
 
Su questo fronte, si è vista nell’ultimo periodo la crescente attenzione verso il ruolo giocato dalle applicazioni 5G in sanità. La quinta generazione di telefonia mobile troverà un’ampia gamma di applicazioni nel settore della sanità, tra cui il Telemonitoraggio dei pazienti presso il loro domicilio o la chirurgia a distanza.
 
C’è ancora tanta strada da fare, ma nel cammino verso la digitalizzazione che l’Italia sta percorrendo, numerosi passi avanti sono stati compiuti. Bisogna oggi favorire la dematerializzazione di processi e lo sviluppo di competenze capaci di gestire le nuove tecnologie. Abbiamo di fronte un importante traguardo per colmare il gap accumulato negli anni dal nostro Paese rispetto al resto d’Europa e per favorire lo sviluppo di una rinnovata sinergia tra Istituzioni, mondo dell’istruzione e imprese.

Matteo Cecconi
Senior Consultant UTOPIA


14 ottobre 2020
© Riproduzione riservata

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