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Un pezzo di tricolore nella sconfitta della poliomielite in Africa

di Alberto Vannelli

26 OTT - Gentile Direttore,
il Covid ha letteralmente stravolto il nostro sistema: uno tsunami che ha scardinato modelli consolidati di assistenza e priorità di cura, ma nonostante abbia polarizzato ogni attenzione, non è l’unica malattia al mondo. La gente continua ad ammalarsi e a guarire anche a causa di altre patologie e ogni tanto, fortunatamente, arriva anche una buona notizia: era fine agosto quando usciva la notizia di una battaglia vinta, la poliomielite in Africa.
 
Il poliovirus hominis, malattia endemica per migliaia di anni e salita agli onori della cronaca nel XX secolo per il suo ruolo pandemico, non ha solo cambiato la vita di chi è sopravvissuto, ma ha anche provocato profondi mutamenti culturali; basti pensare alle campagne di raccolta fondi che hanno rivoluzionato la filantropia medica: non è un caso se all’annuncio di quest’estate fossero presenti oltre al direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, l’etiope Tedros Adhanom Ghebreyesus e alla direttrice regionale per l’Africa, Matshidiso Moeti, anche il miliardario nigeriano Aliko Dangote e lo statunitense Bill Gates.
 
Eppure molti dimenticano che questa vittoria porta la bandiera del tricolore: nel 1976 l’imprenditore italiano Sergio Mulitsch di Palmenberg (fondatore del Rotary Club di Treviglio e della Pianura Bergamasca), creò la prima campagna di vaccinazione che, partendo dall'Italia, potesse portare il vaccino nelle Filippine. Idea innovativa perché ancora nel 1980 in tutto il mondo, si ammalavano di poliomielite 1000 bambini ogni giorno e pochi credevano alla possibilità che privati potessero promuovere vaccinazioni di massa.
 
Piace ricordare che Sergio Mulitsch di Palmenberg, fu aiutato dal rotariano Albert Sabin ideatore del vaccino antipolio orale e dal prof. Paolo Neri, Direttore Generale del Laboratorio Sieroterapico Sclavo di Siena, a cui Sabin aveva donato i suoi ceppi del virus; quando si pensò alla Giornata Mondiale della Polio venne scelta questa data per celebrare l’anniversario della nascita del Dott. Jonas Salk, creatore del vaccino antipolio nel 1952 sbagliando però di 4 giorni la data, e dimenticando che il primo vaccino era stato sviluppato dal virologo polacco Hilary Koprowki, ma ormai la macchina era partita.
 
Nel 1980 iniziò così l'intervento contro la poliomielite che sarà adottato dal Rotary International come operazione “Polio 2005” e poi come progetto “PolioPlus”. Il Rotary International che in questi anni è riuscito a vaccinare circa 2 miliardi e mezzo di bambini, ha contribuito a sensibilizzare la popolazione riguardo ai diritti sociali e civili dei disabili con il coinvolgimento di altre organizzazioni come l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’Unicef e, più recentemente, la Fondazione Melinda e Bill Gates.
 
Dei tre sierotipi della polio, il ceppo wild polio virus (WPV) 2 non esiste più dal 2015; la forza e la portata del sistema di sorveglianza globale del programma di eradicazione pensato dal Rotary, hanno avuto un ruolo essenziale nel verificare che dal 2019, anche WPV3 non esiste più in nessuna parte del mondo. Dopo l’eradicazione del vaiolo questa è una conquista storica per l’umanità. Il WPV1 rimane presente in due soli Paesi, Afghanistan e Pakistan. In un’epoca che vede il mondo e l’industria farmaceutica impegnati in ben altre battaglie sembra anacronistico parlare ancora di poliovirus, eppure così non è.
 
Purtroppo nonostante l'organizzazione mondiale della sanità l'abbia presto dichiarato eradicato dal mondo, questo virus si è ripresentato come contagioso, a causa di alcune mutazioni subentrate nei virus inoculati tramite la vaccinazione di tipo Sabin, ed ora la variante vaccinica circola in 22 Paesi del mondo, risultando contagioso e capace di produrre ancora paralisi, anche mortali: secondo le ultime stime della World Health Organization, fino ad oggi, se i casi legati alla forma wild type sono stati 129, quelli secondari a vaccino sono stati 464.
 
In Pakistan, dall’inizio dell’anno, sono saliti a 79 i casi di poliomielite accertati, paese dove, a causa della pandemia di coronavirus, la campagna di vaccinazione ha subito non pochi ostacoli. Il ministero della Salute siriano ha annunciato di aver completato tutti i preparativi per il lancio a partire da questo ottobre, della campagna nazionale di vaccinazione antipolio, una delle tante lanciate dal Ministero della Salute dal 2013 quando sono stati rilevati diversi casi di poliomielite di origine pakistana portati da terroristi stranieri a Deir ez-Zor, ed è stata la prima volta che questa malattia è stata rilevata dalla Siria dal 1995, quando il paese arabo era stato dichiarato immune da questa malattia.
 
I risultati fin qui ottenuti e le sfide per un futuro migliore, devono essere di stimolo per tutti noi perché come diceva Seneca: “molte cose, non è perché siano difficili che non osiamo farle, ma perché non osiamo farle che sono difficili”.
 
Dott. Alberto Vannelli
Direttore UOC Chirurgia Generale - Valduce Como
Past President Rotary Club Como


26 ottobre 2020
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