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Perché diciamo no ai documenti sul triage Covid

di Michele Poerio

22 DIC - Gentile Direttore,
le scrivo perché la FEDER.S.P.eV. e la CONFEDIR nutrono forti perplessità in merito al documento  congiunto FNOMCEO  e SIAARTI relativo ai criteri, che potrebbero supportare il medico anestesista-rianimatore, qualora si trovasse di fronte a “scelte tragiche” (carenza di posti letto in rianimazione), dovute allo squilibrio tra necessità e risorse disponibili.
 
In questo tempo di emergenza sanitaria assistiamo impietriti a dei veri e propri bollettini di guerra, con i quali vengono comunicati i numeri dei contagiati e dei morti. Piangiamo dal mese di marzo scorso per i tanti, troppi lutti causati dall’emergenza epidemiologica in atto. La maggior parte di queste vittime sono persone anziane tra le più fragili per il COVID 19 ed anche numerosi colleghe e colleghi medici.
 
Le nostre Associazioni non condividono i criteri interpretativi ed i principi espressi neanche nel documento SIAARTI – SIMLA  intitolato “Decisioni per le cure intensive in caso di sproporzione tra necessità assistenziali e risorse disponibili in corso di pandemia di COVID-19”  (che è anche pubblicato sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità.
 
Non riteniamo che le proposte avanzate siano deontologicamente corrette. Riteniamo che scelte basate su siffatti criteri (carenza di risorse e caratteristiche del paziente) pongano seri problemi, etici, morali e penali.
Per tali motivazioni abbiamo chiesto in merito ai documenti sopracitati anche un parere ad uno Studio legale esperto in diritto sanitario che ne ha evidenziato criticità e lacune oltre che non rispetto di normative nazionali e internazionali.    
 
Le nostre Associazioni hanno condiviso con le Autorità competenti, con spirito costruttivo, tale parere, avendo appreso in questi giorni, peraltro, della prima stesura delle Linee Guida sul “triage COVID” e dell’apertura sulle stesse di una discussione pubblica da parte dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità), alla quale abbiamo chiesto di partecipare.
La salute è un bene primario, costituzionalmente garantito, che deve essere tutelato sempre e non ha limiti di età.
In questi mesi l’emergenza sanitaria ha evidenziato i danni prodotti al nostro Servizio Sanitario Nazionale dai tagli alle risorse perpetrati negli anni, noi non ci stancheremo mai di difendere il SSN e le persone, affinché ricevano sempre le cure adeguate su tutto il territorio nazionale.
 
Il criterio di selezione nel testo viene giustificato da logiche solo prettamente economiche “equa distribuzione delle risorse disponibili” e da logiche utilitaristiche (bilancio tra costi-benefici di ogni pratica clinica commisurata ad esiti prevedibili. La Salute è un bene primario e l’assistenza sanitaria non deve essere gestita come una logica di profitto. Sotto il profilo etico e deontologico tale orientamento ed arbitrarietà di decisione sulle cure ai malati è grave. Il nostro ordinamento giuridico tutela il diritto alla vita e non alla morte. L’art. 32 della nostra Costituzione prevede il diritto alla salute quale diritto fondamentale strettamente legato al principio di uguaglianza sostanziale, diritto inalienabile del cittadino e interesse della collettività, esteso a tutti senza discriminazioni.
 
Il nostro Sistema Sanitario Nazionale rispetta la centralità della Persona. Il nucleo essenziale del diritto alla salute comprende l’accesso alle cure per tutti in  modo indifferenziato. La tutela del diritto universale alla salute e di pari accesso alle cure è sancita anche dall’OMS e dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo, dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo.  Il “patto di regolamentazione delle cure” di  FNOMCEO – SIAARTI violerebbe principi e norme italiane ed internazionali.
 
Prof. Michele Poerio
Presidente di FEDERSPEV e segr. nazionale Confedir 

22 dicembre 2020
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