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Solo briciole per le cure territoriali da legge di Bilancio

di Euro Grassi

07 GEN - Gentile Direttore,
il Prof. Giuseppe Remuzzi, Direttore Istituto Mario Negri, ha confermato la necessità di agire ai primi sintomi Covid-19 curando a casa i pazienti con antinfiammatori COX-2 inibitori, minimizzando il rischio di ricovero in ospedale.  L’invenzione di marzo 2020 degli Ambulatori Covid MMG AUSL di Reggio Emilia, ha consentito una risposta territoriale diretta dei MMG ai cittadini con esami rapidi, tampone, ecofast toracica, terapie anti-infiammatorie precoci e percorsi facilitati per i sospetti Covid segnalati dai MMG curanti, associati alle USCA.
 
Per gli ammalati domiciliari covid lievi o dimessi, ha ridotto il tempo di diagnosi da 6 ad 1 giorno, mantenuto a casa solo nei primi due mesi 7000 persone, ridotto gli accessi ai PS (30%) ed i ricoveri, ha consentito di avere un alto numero di guariti (83,35%) e bassa letalità (12% vs media regionale 15%), pur essendo stata seconda per contagiati dopo BO, dopo PC per % contagiati e quarta dopo PC – PR - BO per incidenza dei casi.
 
Il tutto, senza alcun contagio del personale sanitario coinvolto, consentendo di mantenere aperti per appuntamento gli studi dei MMG per le altre patologie, anziché essere costretti solo a fare triage, televisita e telemonitoraggio e di poter effettuare il 100% dei test sierologici agli insegnanti ed i tamponi antigenici rapidi, ma non sono stati presi in considerazione dalla Regione Emilia Romagna e dal Ministero della salute per una loro immediata diffusione regionale e nazionale.
 
La Regione Emilia Romagna ha invece potenziato solo ospedali e terapie intensive (704 milioni ) ed il Ministero, a parte l’istituzione delle USCA con MCA, ha sbloccato la fornitura di strumenti di telemedicina ai MMG in cambio dell’effettuazione dei tamponi antigenici rapidi, senza accordi preventivi su quali fossero realmente necessari nè un progetto operativo di utilizzo e neppure una tariffazione della prestazione specialistica, senza la quale il risultato sarà certamente fallimentare come nelle poche sperimentazioni pubbliche precedenti.
 
Eppure a livello nazionale il 4 gennaio 2021, su 570.458 positivi, 544.562 sono in isolamento domiciliare, e solo 23.317 sono ricoverati con sintomi e 2.579 in terapia intensiva, quindi è palese che le cure primarie stanno assistendo oltre il 95,4% dei casi attivi Covid, che non ci saranno mai letti ospedalieri o posti in terapia intensiva sufficienti senza il filtro delle cure primarie territoriali e che la pandemia richiede investimenti prioritari nelle cure primarie, oltrechè una loro connessione funzionale integrata con gli ospedali ed una reingenerizzazione organizzativa.
 
Purtroppo le cure primarie sono ferme come risorse assegnate al 1979, l’ultimo ACN innovativo è del 2000 e le società di servizio cooperative mediche permangono ingabbiate dal 1994.
 
A livello politico ed amministrativo, oltre a potenziare ed uniformare le eccellenze realizzate negli anni dai MMG (PDTA per la cronicità; ADI, Cure Palliative ed Hospice; Ospedali di comunità ed OSCO; Associazionismo e Società di servizio cooperative, codici colore territoriali, telemedicina e teleprenotazione) ed ora Ambucovid MMG pandemici (trasformabili in ambulatori per la cronicità) ed USCA per le emergenze domiciliari nelle pandemie, è necessario si comprenda che è indifferibile:
- facilitare la fornitura tramite le cooperative di servizio dei MMG di strutture per le medicine di gruppo e per attività centralizzate dei MMG-PLS-MCA in medicina di rete e di 2 infermieri ed 1 collaboratore/MMG-PLS;
 
- realizzare strutture intermedie distrettuali ( ambulatori covid – cronicità, vere case della salute o di comunità con èquipe interprofessionali integrate, nonché Osco ed Hospice con personale MMG, infermieristico e sociosanitario);
 
- rendere deburocratizzate, smart ed on line tutte le prescrizioni e le certificazioni;
 
- omogeneizzare l’interoperatività fra i Sw gestionali dei MMG ed i sistemi informatici regionali;
 
- realizzare piattaforme territoriali con intelligenza artificiale per tele prenotazione-consultazione e televisita tipo Babylon-Ada, nonchè piattaforme multiprofessionali aziendali per i PDTA della cronicità;
 
- dotare i MMG-PLS-MCA di strumenti informatici e diagnostici portatili di telemedicina ma connessi con gli specialisti ospedalieri di riferimento e con refertazione in tempo reale;
 
- interconnettere informaticamente in rete i MMG-PLS con gli ospedali, PS, specialisti e laboratori di riferimento per integrare ospedale e territorio onder garantire la continuità e l’integrazione delle cure e dei percorsi assistenziali, evitando le duplicazioni degli esami e la medicina difensiva nei PS;
 
- realizzare una centrale aziendale o sovra aziendale per la continuità assistenziale H 24, per attivare i MCA, ma anche per le urgenze delle medicine di rete e di gruppo MMG-PLS e fornire informazioni ai cittadini;
 
- effettuare modifiche legislative e fiscali necessarie per defiscalizzare, decontribuire ed agevolare la fornitura dei fattori di produzione ( strutture,personale,strumenti) ai MMG e PLS da parte delle loro cooperative di servizio anche mediante collaborazioni interoperative con le cooperative sociosanitarie e quelle farmaceutiche.
 
Confcooperative sanità Emilia Romagna, che con le sue cooperative di MMG, PLS, Farmacisti, Operatori socio sanitari e mutualistiche, ha grandi possibilità progettuali ed operative per fornire i fattori produttivi ai MMG-PLS e supportare in modo sussidiario ed integrato il SSR ed il SSN, in vista della definizione del recovery plan, chiede di essere ascoltata dal Governatore, dalla Giunta dell’Emilia Romagna e dalla classe politica nazionale.
 
Dott. Euro Grassi
Presidente Confcooperative Sanità Emilia Romagna

07 gennaio 2021
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