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Una nuova alleanza per decidere insieme il ‘cosa’ e il ‘come’ in sanità

di Enrico Desideri

05 FEB - Gentile Direttore,
si è svolta, presso l’Istituto Superiore di Sanità, la prima riunione d’insediamento di un Comitato nazionale d’indirizzo cui hanno aderito – oltre ai rappresentanti dei 3 soci della Fondazione innovazione e sicurezza in sanità (I.S.S – GUTENBERG – ASL TOSCANA sudest) - i Segretari nazionali di FADOI, SIMG, FIMMG, delle Federazioni degli Ordini professionali dei Medici e degli Infermieri (in rappresentanza di tutte le professioni sanitarie), il Presidente del Comitato scientifico della Fondazione-Università di Roma, i Presidenti e le Direzioni nazionali di Confindustria Dispositivi Medici, Farmindustria ed Egualia, FederFarma e FederFarma Servizi, AssoFarm, il Presidente del Consiglio nazionale ANCI, il Coordinatore nazionale di CittadinanzAttiva, il Presidente Nazionale delle Associazioni regionali dei Distretti sanitari (CARD). Va precisato che nel CdA della Fondazione è rappresentato anche il Ministero della Salute, la Conferenza Stato-Regioni ed Agenas.
 
La riunione ha teso, dopo la condivisione delle linee progettuali della Fondazione, alla co-progettazione (con coloro che rappresentano Cittadini-Professionisti-Imprese sanitarie) per contribuire, insieme, alla soluzione di quelle criticità degli attuali modelli organizzativi, assai condivise dai componenti del tavolo e – peraltro - richiamate dal documento “Piano Nazionale Ripresa e Resilienza, Missione 6”, elaborato per il Recovery Plan e per supportare il superamento dei problemi vissuti in primis dalle comunità.
 
Sono state esaminate le carenze, in risorse e organizzative, rese ancor più evidenti durante la pandemia da COVID, come la vetustà delle tecnologie, specie nell’ambito della digitalizzazione, la esiguità del personale sanitario, la frammentarietà del percorso di cura dei pazienti cronici (la c.d. “logica dei silos”) e la diseguaglianza di accesso alle cure in relazione allo stato sociale e il livello di istruzione.
 
Richiamata la lettura internazionale ed alcune esperienze di successo, è stato da tutti sottolineato il valore etico della equità delle cure e il documentato “paradosso” della non sostenibilità economica di un Sistema Sanitario se non assicura le stesse cure per tutti attraverso la pro-attività e la prossimità delle cure, la prevenzione, l’engagment del paziente, della Comunità e la continuità fra le cure primarie del Territorio e la rete specialistica ospedaliera.
 
Partendo dalle norme di legge e dagli indirizzi esistenti, purtroppo applicati in modo incompleto o non applicati, sono stati condivisi gli assi portanti su cui poggia il “cosa” fare per assicurare un’efficace presa in carico di prossimità ed una gestione integrata dei percorsi di cura, sottolineando la necessità di investire sul territorio e le potenzialità crescenti offerte dalle tecnologie in ambito ospedaliero, territoriale e presso il domicilio, “primo luogo di cura” del malato, ove dare risposta alla complessità anche con il supporto della telemedicina (tele-monitoraggio, tele-visita..).
 
E’ stata, inoltre, rimarcata la necessità di definire un percorso attuativo che permetta di passare dalla teoria alla pratica, dal “cosa” al “come” fare, definendo fabbisogni formativi, aree di intervento e specifici ambiti progettuali per altro da contestualizzare alle diverse caratteristiche socio-sanitarie e al contesto culturale e geo-sociale dell’area targhet della applicazione.
 
L’intento condiviso è dunque stato di progettare e avviare, in accordo con le Regioni e le Aziende Sanitarie, applicazioni pilota, in grado di valutare e dimostrare concretamente, nei numeri, gli esiti di salute, di qualità percepita e sui costi e, quindi, il valore di modelli organizzativi e tecnologie tesi ad assicurare la stessa sanità per tutti!
 
In coerenza con i principi di Corporate governance e di Responsabilità sociale delle imprese, i rappresentanti dell’industria sanitaria hanno condiviso la necessità di contribuire alle esigenze di cambiamento espresse, ivi inclusa la necessità - peraltro in corso presso AGENAS – di un aggiornamento dei LEA in una logica per patologia, e hanno rafforzato gli aspetti e i principi di appropriatezza ed umanizzazione dei PDTA mettendo a disposizione conoscenze tecniche, professionalità e risorse finanziare in piena coerenza con un quadro normativo europeo (Libro verde sulle Partnership pubblico-privato) e italiano ( Partenariato per l’innovazione regolamentato dal Codice degli appalti), naturalmente seguendo i metodi e principi di trasparenza e imparzialità, ivi previsti, ben sottolineati dalla ASL Toscana sudest.
 
Molto puntuale è stato il contributo dei professionisti presenti, che hanno apprezzato - sia nel progetto generale, sia nelle progettualità proposte dal Tavolo – la scelta della integrazione fra loro e, attraverso la multi-professionalità, la concreta possibilità di meglio finalizzare, nell’interesse dei malati, l’impegno quotidianamente da loro profuso, auspicando – in prospettiva – una revisione del loro contratto di lavoro, tesa a riconoscere le attività e i ruoli che, anche in questo contesto, sono emersi come indispensabili, così come indispensabile si è dimostrato, all’interno di una necessaria governance pubblica, il ruolo interattivo del privato accreditato.
 
Lucidi ed intensi sono stati, infine, i puntuali richiami ai bisogni segnalati dai cittadini protagonisti sicuri per passare “dalla visione all’azione”.
Sono state, infine, ribadite le potenzialità del Distretto socio-sanitario, baricentro della governance partecipata e il ruolo innovativo delle 18.200 Farmacie capillarmente presenti sul territorio che, ove inserite formalmente ed operativamente nel contesto del primary care team, possono, ad es., rinforzare l’impegno necessario per l’aderenza alla terapia, aspetto questo di assoluta rilevanza per ridurre l’ospedalizzazione nei soggetti più fragili e svolgere un’azione di servizio anche nelle politiche per la dispensazione dei farmaci innovativi.
 
Un gruppo tecnico per la stesura e il monitoraggio dei progetti affiancherà e renderà possibile il concreto svolgimento delle progettualità delineate e sarà insediato un board nazionale unico costituito dagli stakeholders delle Regioni e delle Aziende sanitarie ove intendiamo avviare la sperimentazione.
 
Enrico Desideri
Presidente Fondazione Sicurezza in Sanità

 

05 febbraio 2021
© Riproduzione riservata

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