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Lombardia. Corti (Fimmg) scrive a Teruzzi (Omceo Monza): “Su certificati dimissioni ospedale urge azione a tutela di medici e cittadini”

Alla base della missiva il disagio che vivono i cittadini che al momento delle dimissioni dall’ospedale non ricevono il certificato on line e si riversano sul territorio per chiedere la certificazione.

26 GEN - Il rilascio dei certificati di malattia telematici alla dimissione dall’ospedale sta creando molti disagi in Lombardia a medici e cittadini. Per questo Fiorenzo Corti (Fimmg Lombardia) dopo l’appello alla Regione ha scritto a Carlo Maria Teruzzi (presidente O. M. Monza) in cui chiede urgentemente un azione a tutela dei camici bianchi e pazienti.
 
Qui di seguito il testo della lettera:
 
Caro Presidente, ho apprezzato il contenuto della tua lettera alle strutture ospedaliere della provincia di Monza e della Brianza perché comincino a certificare la malattia alla dimissione dei pazienti.
 
Ne ho apprezzati contenuti, sia per l’azione di tutela della salute di cittadini che per la necessità di tutelare i medici che molte volte, proprio per ridurre i disagi a i propri pazienti, si potrebbero vedere costretti a infrangere le norme che regolano la certificazione di malattia, con pesantissimi rischi di ricadute penali.
 
Ti espongo brevemente quel che mi è successo venerdì scorso.
Una mia paziente si presenta con regolare appuntamento venerdì sera (erano le 19,45, molto tardi, ma sai che in periodo influenzale le nostre giornate sono lunghissime). Dopo avermi chiesto qualcosa riguardante il suo stato di salute aggiunge: “… e poi ho bisogno del certificato di malattia per mia sorella che è stata dimessa dal S.Gerardo (un grande ospedale di Monza dove ha subito un grosso intervento chirurgico demolitivo e in attesa di chemioterapia), mia sorella non ha bisogno in questo momento di essere visitata, e tra l’altro non è a casa sua, ma da parenti in un paese in provincia di Monza”.
 
Spiego alla paziente che un certificato non può essere redatto in assenza del paziente  esponendo  il medico a pesanti sanzioni penali (si può arrivare a qualche anno di reclusione), le ribadisco che l’ospedale avrebbe dovuto redigere il certificato di malattia e consiglio alla signora di presentarsi con la sorella il giorno dopo nel mio studio: avrei potuto certificare la continuazione di malattia a partire da venerdì perché fino a giovedì la paziente era coperta. Così è stato fatto.
 
So che alcuni colleghi della tua provincia hanno subito condanne penali per aver certificato in assenza del paziente, nel mio caso ho potuto certificare il sabato perché la mia medicina di gruppo aderisce al progetto regionale “medici di famiglia aperti il sabato”, la mia paziente altrimenti avrebbe dovuto recarsi a una postazione di Guardia Medica, non so se dotata di connessione per trasmissione telematica, farsi fare un  certificato cartaceo e mandare qualcuno in Posta il lunedì mattina per la raccomandata da inviare all’Inps.
La paziente tra l’altro ha telefonato in Ospedale e le è stato detto che non erano in grado di certificare e di rivolgersi al medico di famiglia.
 
L’Assessore Mantovani si è impegnato a risolvere questo problema, ma ti chiederei di mettere in atto anche a  livello ordinistico tutte le azioni utili a ridurre i disagi ai cittadini e i rischi penali ai medici della tua provincia.
 
Fiorenzo Corti, segretario regionale Fimmg Lombardia

26 gennaio 2015
© Riproduzione riservata

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