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Riforma della Sanità lombarda. Evoluzione, sì. Ma anche molte ombre

I fattori di innovazione positiva nel progetto della giunta lombarda ci sono. Tuttavia a  questi aspetti,  se ne accompagnano altri che   potremmo definire  poco chiari, se non addirittura oscuri nel delineare quel  futuro socio-sanitario ormai non più rinviabile

30 GEN - Con la consueta lucidità Ivan Cavicchi  il 26 gennaio da queste colonne ha messo in rilievo  alcune caratteristiche   di quella che viene etichettata come “evoluzione del sistema sociosanitario lombardo”. Non semplice riordino ma evoluzione “verso la società del futuro” , verso un nuovo rapporto tra programmazione ed erogazione, con un assessorato unico salute-famiglia ed una programmazione su base epidemiologica.
 
Tuttavia a  questi aspetti,  innegabilmente positivi,  se ne accompagnano altri che   potremmo definire  poco chiari, se non addirittura oscuri nel delineare quel  futuro socio-sanitario ormai non più rinviabile.
 
Innanzitutto il numero di Agenzie, Aziende, Osservatori., ecc.
· L’ATS,  Azienda  di Tutela della Salute.  
· Le   ASSL (Articolazioni Socio-Sanitarie locali)
· Le  AISA  (Aziende integrate per la salute e l’assistenza) 
· Le UCCPUnità di Cure Complesse Primarie     .
· I POT  Presidi Ospedalieri  Territori
· I PreSST Presidi Socio-Sanitari Territoriali
· L’Agenzia di controllo del servizio socio-sanitario regionale 
· L’Osservatorio socio-sanitario lombardo, tavolo di confronto permanente con le Professioni Sanitarie
· L’Agenzia per la promozione del sistema socio-sanitario lombardo
· L’ARSAC, Agenzia Regionale per la Specialistica Ambulatoriale  Convenzionata
· L’ARCA,  Agenzia  Regionale Centrale Acquisti
· L’AREU, Azienda regionale emergenza urgenza
· L’Osservatorio epidemiologico regionale
· Il  CoLFaPPDiMC  Consorzio lombardo dei farmaci, delle protesi, dei presidi e dei dispositivi medico chirurgici
 
E a  meglio esaminare alcuni di questi organismi sorgono  una serie di quesiti. 
· Le funzioni della ATS sono sovrapponibili a quelle della Direzione Generale dell’Assessorato in una duplicazione francamente di incerto significato pratico
· Le ASSL mantengono una serie di compiti che vanno dalla prevenzione al governo delle cure primarie,  dalla programmazione, accreditamento  acquisto e  controllo delle prestazioni, al governo della farmaceutica e protesica, alla programmazione  ed  offerta locale,  ma perdono alcune funzioni quali la   valutazione epidemiologica la cui competenza   passa all’Osservatorio regionale .
· Le AISA concentrano  le “attività erogative svolte dalle ASL e dalle AO prima dell’entrata in vigore della presente legge”.  In pratica comprendono  le strutture ambulatoriali ed ospedaliere secondo una classificazione degli Ospedali  non declinata, ma  - si dice -    “coerente con il regolamento degli standard della rete ospedaliera adottato d’intesa fra Stato e regioni definiti con successivo provvedimento di Giunta”. Vengono tuttavia istituiti  in aggiunta  Presidi Territoriali (POT) e Presidi Socio-Sanitari Territoriali  (PreSST),  non presenti  negli standard nazionali,  in cui dovrebbero entrare MMG e Specialisti, secondo un modello organizzativo  non riportato, ottemperante all’ACN degli stessi MMG ma privo di riferimenti al CCNL degli ospedalieri.
· Le UCCP   rappresentano  l’istituzione dove dovrebbe avvenire    “la presa in carico del paziente, nella prospettiva della continuità assistenziale e nella gestione dei percorsi di cura e di presa in carico della cronicità”.  Tuttavia le UCCP  non  costituiscono la modalità esclusiva di erogazione delle Cure Primarie a livello territoriale. Soprattutto non sono  il punto di accesso riconoscibile al sistema della salute lombardo,  quale elemento strutturale   invocato dal  “ Libro Bianco”,  che faccia sì che il cittadino sappia dove rivolgersi.  In altre parole si istituisce la struttura ma non la si rende né esclusiva né regolamentata  lasciando in tal modo una situazione confusa e non molto diversa dall’attuale.
· L’Agenzia di controllo del servizio socio-sanitario regionale, organismo tecnico-scientifico,  è titolare delle funzioni di vigilanza e controllo del servizio sociosanitario regionale in una sovrapposizione di funzioni già di competenza ASSL
 
Per quanto riguarda invece le “idee nuove” ha ragione Cavicchi nel plaudire sia all’unificazione della sanità e del sociale in un unico assessorato per  il  welfare,  sia alla modalità di  rilevazione del  “quadro previsionale dei bisogni sociosanitari della popolazione lombarda, basato su una preventiva  mappatura epidemiologica territoriale specifica e secondo il criterio dell’appropriatezza clinica e dei percorsi  diagnostico terapeutici, di prevenzione ed assistenziali delle prestazioni erogate”. Diversamente dal quadro attuale che poneva  riferimenti e vincoli  esclusivamente economici.
 
Riguardo  al  Contratto  Regionale è bene invece sottolineare che si tratta di un istituto  integrativo  già previsto  dal CCNL    per il livello aziendale e possibilità di Risorse Aggiuntive Regionali.  Purtroppo tali risorse negli ultimi  anni hanno subìto una significativa decurtazione  fino a divenire irrisorie. E  c’è da chiedersi  con quali modalità verranno improvvisamente ritrovate risorse economiche per declinare e valorizzare  “i profili di competenza e delle relative aree specialistiche di tutte le Professioni Socio Sanitarie e dei Professionisti afferenti al Sistema Socio Sanitario Lombardo”.
Se poi   l’idea nuova   è quella  di  valorizzare davvero il ruolo delle professioni    è da  rilevare che Regione Lombardia  a  tuttoggi  non è riuscita a far applicare dalle aziende in modo omogeneo   il riconoscimento dell’esclusività di rapporto per i Medici,  istituto contrattuale accessorio  premiante delle esperienze acquisite e della scelta di lavorare solo per l’ospedale.
 Non solo.   Le Regole Regionali 2015 hanno  addirittura confermato   il blocco delle indennità accessorie,  a fronte dello sblocco stabilito  dalla Legge di Stabilità.
 
Un ‘ultima notazione riguarda gli assetti delle nuove Aziende.  Sono previsti quali organi aziendali il Direttore Generale ed il Direttore Sanitario e sono di nomina del  Direttore Generale il  Direttore Amministrativo , il Direttore Sociale ed il Direttore Assistenziale  che coadiuvano il Direttore Generale stesso .
 
Anzitutto  è  da rilevare il contrasto   con il DLgs 229/99 che sancisce quali organi il Direttore Generale  ed il Collegio Sindacale. Vi è poi la nomina  dei due Direttori, Generale e Sanitario,  in capo alla Giunta Regionale, diversamente  dalla Legge Nazionale.    In secondo luogo appare singolare che il Direttore Assistenziale  a cui fa riferimento tutto il personale  infermieristico, tecnico, di riabilitazione,   ecc. sia in staff al Direttore Generale  e non al Direttore Sanitario,  interlocutore principale e  fisiologico di tutta la  governance  sanitaria aziendale.
Insomma evoluzione sì, ma dubbi anche.
 
Fabio Florianello
Presidente del  Consiglio Nazionale Anaao Assomed

30 gennaio 2015
© Riproduzione riservata

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