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Lombardia. Al via al Pini di Milano un percorso ad hoc per i bambini. Obiettivo: “Farli sentire a casa”

Un genitore potrò stare con il proprio figlio durante tutta la permanenza in clinica e verranno ricreate situazioni quanto più vicine alla quotidianità dei piccoli. Previsti anche meeting e incontri formativi per mettere a fuoco pratiche rivolte ai bambini. Il primo si terrà il 15 maggio sul tema “Il percorso del paziente pediatrico nell'Ospedale Gaetano Pini: accettazione, interventi chirurgici, degenza”. 

11 MAG - All’Istituto Ortopedico Gaetano Pini di Milano è iniziato un percorso rivolto ai pazienti pediatrici, un vero e proprio progetto che comprende numerose e diverse attività per i più piccoli. Uno dei due genitori può stare con il proprio figlio durante tutta la permanenza in clinica e vengono ricreate situazioni quanto più vicine alla quotidianità dei piccoli, inoltre viene promosso il dialogo continuo con le famiglie per migliorare la degenza del bambino in ospedale. Così, rifacendosi ai principi elencati nella “Carta dei diritti del bambino in ospedale” l’Istituto diventa sempre più “a misura di bambino”.

“La relazione di empatia con i piccoli pazienti e con i loro familiari risulta fondamentale – spiega Riccardo Macorini, medico anestesista dell’Istituto - Abbiamo lavorato molto su questo aspetto, collaborando con l’Ospedale Gaslini di Genova e con il Meyer di Firenze. Nei prossimi giorni, faremo il punto sui risultati già raggiunti e ci confronteremo su quel che si può ancora migliorare”.

Su questo e su numerosi altri temi, da maggio a ottobre, all’Istituto ortopedico sono previsti meeting e incontri formativi per mettere a fuoco pratiche cliniche rivolte ai bambini. Il primo si terrà il 15 maggio sul tema “Il percorso del paziente pediatrico nell'Ospedale Gaetano Pini: accettazione, interventi chirurgici, degenza”.  Durante l’incontro del 15 maggio si farà il punto anche sugli interventi finora eseguiti: “Negli ultimi dieci anni sono stati operati ben 300 pazienti, a cui sono stati installati fissatori esterni per difetti strutturali e per fratture e deviazioni assiali in bambini e adolescenti - afferma Fabio Verdoni, ortopedico specializzato nell’allungamento e fissazione esterna degli arti - I bambini affetti da acondroplasia (nanismo di braccia e gambe), ad esempio - prosegue il dott. Verdoni - devono restare con noi per anni, di solito quelli più difficili della pubertà, per sottoporsi a interventi plurimi di allungamento degli arti. Attraverso il dialogo con loro e con le loro famiglie riusciamo a passare da rapporti difficili e spesso conflittuali con i quali i giovani pazienti manifestano il loro disagio, all’empatia e alla fiducia”.

Sull’eccellenza dell’Istituto nella cura del paziente pediatrico, Antonio Memeo, chirurgo ortopedico e traumatologo, aggiunge: “Quella dell’Istituto Gaetano Pini è una delle poche strutture complesse di ortopedia e traumatologia pediatrica esistenti, a livello sia regionale sia nazionale, che può accogliere anche bambini molto piccoli, sotto l’anno di età. Nel nostro staff c’è una grande collaborazione tra anestesisti e ortopedici per far sì che il bambino si senta il più possibile ‘come a casa’ e per aiutare la famiglia ad affrontare i momenti più critici, come accade nei casi di dolore da trauma, con il supporto pre-operatorio. Questo avviene durante tutto il percorso di cura, fino alla dimissione del bambino, e nel follow up ambulatoriale”.

“È necessario che i bambini restino isolati il meno possibile – aggiunge Memeo - per questo vengono invitati a condividere spazi di gioco e di studio ed la presenza della famiglia accanto a loro è di grande aiuto. Fondamentale è il colloquio tra medico e genitori e tra medico e bambino, per creare un rapporto di fiducia e di collaborazione. Anche nel caso di interventi d’urgenza la gestione del bimbo e dei genitori è importante per tranquillizzare entrambi e per permettere ai piccoli di affrontare l’intervento in serenità”.

Il 28 maggio all’Istituto Pini si terrà un altro approfondiremo sul tema del dolore nel bambino. Il convegno “Il bambino e il Dolore” partirà dal vissuto del piccolo paziente che, ricoverato per un intervento chirurgico o una malattia, deve affrontare tanto la sofferenza quanto la paura della sofferenza. Anche in questo caso il disagio emotivo del bambino si può trasformare in un’esperienza amplificata del dolore fisico. Durante il convegno, medici di diverse specializzazioni si alterneranno affrontando la fisiopatologia del dolore pediatrico, il dolore da procedura e i temi concernenti l’analgesia perioperatoria e postoperatoria. Sarà inoltre affrontato il tema del bambino di fronte al dolore cronico, cioè correlato a una malattia cronica, in tutti i suoi aspetti terapeutici e psicologici.

“Una corretta terapia analgesica prima e dopo l’intervento - sottolinea Alfonso D’Aloia, anestesista all’Istituto Gaetano Pini - aiuta il bambino a superare l’evento chirurgico in tempi più brevi: è importante alleviare il più possibile l’esperienza dolorosa, che può influire negativamente sul recupero funzionale e ostacolare l’instaurarsi di un rapporto di fiducia tra il piccolo paziente e i care givers”.

“Nella malattia cronica il dolore è un sintomo frequente e centrale - conclude Valeria Gerloni, reumatologa dell’Età Evolutiva del Gaetano Pini - aggravato nel bambino dalla paura e dal disagio dovuti all’allontanamento dal proprio ambiente. Per questo motivo è importante, oltre al nostro lavoro di specialisti, il coinvolgimento di diverse figure a contatto con il piccolo paziente: psicologi, infermieri professionali e volontari ospedalieri, che lo confortino e rassicurino ”.
 

11 maggio 2015
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