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Lombardia. Ospedale Cantù, Mantovani: “Dimensione giusta da conservare”

Parlando della riforma della sanità regionale e di "accorpamenti", il vice presidente ha detto di sostenere "il rispetto dei flussi indicati dai cittadini. I cittadini si recano nell'ospedale dove trovano ciò che risponde alle proprie esigenze”. E il Sant'Antonio Abate è “un ospedale di media grandezza ma di grande valore per la città di Cantù”.

26 GIU - "Un ospedale di media grandezza ma di grande valore per la città di Cantù, per il territorio circostante e per tutti coloro che si rivolgono a questa struttura per le cure. Si tratta di una realtà con oltre 30.000 accessi all'anno di pronto soccorso e 5.000 ricoveri, e che dà una risposta di qualità alle esigenze dei cittadini. Questa struttura svolge appieno le sue funzioni, non ci sono sacche di spreco". Questa l’opinione espressa vicepresidente e assessore alla Salute della Regione Lombardia Mario Mantovani dopo la visita al Sant'Antonio Abate di Cantù (Co), insieme al sottosegretario all'Attuazione del programma, Rapporti istituzionali nazionali e Relazioni internazionali Alessandro Fermi. Il sopralluogo di Mantovani si è concentrato in particolare nei reparti di procreazione medicalmente assistita, medicina, chirurgia e al poliambulatorio, dove trova posto il reparto per i pazienti sub acuti.
 
Sul tema della procreazione medicalmente assistita, Mantovani ha chiarito che "Cantù dà risposte puntuali su questo; noi seguiamo le leggi nazionali". Sul fronte dell'eterologa, ha spiegato il vice presidente, "attendiamo le novità dal Ministero e aspettiamo che sia inserita nei Lea". Passando in rassegna alcuni dei servizi garantiti dall'ospedale, Mantovani ha sottolineato, tra le altre cose, il lavoro che viene svolto sulla disabilità, sulla pediatria e sulla neuropsichiatria: "è un ospedale che mette i suoi valori a disposizione della comunità".
 
“La dimensione di questa struttura - secondo - è quella più giusta e corretta per le prestazioni di cura sul territorio. Importante anche il reparto dei sub acuti". "Negli ultimi anni abbiamo già investito fondi per questa struttura - ha detto ancora l'assessore - e mi auguro che si possano trovare presto le risorse per le nuove sale operatorie".
 
Quanto alla cittadella sanitaria, Mantovani ha spiegato che "i passi sono quello di ordine economico: non appena troveremo i fondi proseguiremo nel lavoro che è già stato progettato ma purtroppo quest'anno il Governo ci ha tagliato 350 milioni e questo sicuramente non ci aiuta".
 
Affrontando la questione della riforma e dei possibili "accorpamenti", il vice presidente ha spiegato di ritenere poco utile parlare di "accorpamenti di vecchie province". "Io sono - ha detto - per il rispetto dei flussi indicati dai cittadini. I cittadini si recano nell'ospedale che ritengono migliore, dove trovano ciò che risponde alle proprie esigenze. Bisogna pensare ad aree omogenee". Sui contenuti della riforma, "che è ormai in atto (proprio oggi i tecnici sono al lavoro sugli aspetti giuridici)", Mantovani ha auspicato la possibilità di inserire un punto specifico sul personale: "Vorrei - ha spiegato - che in ogni reparto ci fosse un team, in modo che chi ne è responsabile sia responsabile anche della scelta del personale. Si potrebbe dare la possibilità ai primari di scegliere, all'interno di una graduatoria regionale di persone che hanno superato un concorso, quelle che possono fare al caso".
 
"Ho voluto che in questi mesi il vicepresidente Mantovani - ha spiegato Fermi - si rendesse conto personalmente delle realtà ospedaliere periferiche del nostro territorio e l'ho quindi accompagnato a Menaggio, Erba e oggi a Cantù perché ritengo fondamentale, conoscendo il territorio della provincia di Como, far capire l'importanza dei presidi ospedalieri così come sono oggi presenti. Siamo in un momento molto importante per la sanità in Lombardia perché stiamo lavorando sulla riforma. Quello di Cantù è un ospedale che raccoglie un bacino di popolazione importante e che rappresenta un fiore all'occhiello. E' una realtà che funziona, indispensabile per territorio. Presidi come questi, che funzionano bene, sono da mantenere e potenziare".

Marzia Caposio

26 giugno 2015
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